giovedì 7 maggio 2009

Voglio parlare di regime

ANTONIO DI PIETRO
6 Maggio 2009

Riporto una mia intervista, rilasciata ieri al quotidiano il Riformista. Nell'intervista ribadisco la mia volontà di voler parlare di cose concrete come la crisi economica, l'assalto alla giustizia di questo governo, la gestione propagandistica del terremoto d'Abruzzo e non faccio speculazioni su fatti che coinvolgono familiari e terze persone, oltre Silvio Berlusconi. Voglio però ricordare che il Presidente del Consiglio è un personaggio pubblico e questa separazione netta tra pubblico e "privato" non è possibile nel caso di un uomo delle istituzioni. Lui stesso fino ad oggi ha sempre mescolato le due sfere a proprio piacimento per trarne vantaggi politici. Purtroppo quando si fa sfoggio della propria vita privata per generare consenso poi non è possibile utilizzare filtri e censure su ciò che attiene la propria condotta anche in questa sfera.

il Riformista: Berlusconi deve riferire in Parlamento delle accuse di Veronica?
Antonio Di Pietro: Non ho intenzione di strumentalizzare questa storia: è una vicenda privata.

il Riformista: Il suo vicecapogruppo, codice penale alla mano, ha invitato il premier a chiarire il suo rapporto con la minorenne.
Antonio Di Pietro: Le ripeto: è una vicenda privata che coinvolge dei figli e, appunto, una ragazza minorenne. Mi interessa parlare dell’azioni pubbliche di Berlusconi, a partire dall’attacco che conduce verso la democrazia.

il Riformista: Quale è il confine tra pubblico e privato?
Antonio Di Pietro: Glielo dico un’ultima volta. Il presidente del Consiglio è un personaggio pubblico ed è quindi lecito sconfinare nel privato. Ciò detto poiché in questa storia ci sono terze persone non la intendo strumentalizzare. Stiamo parlando di una minorenne e del suo futuro. Quindi non userò argomenti che possano coinvolgere le persone terze per attaccare Berlusconi.

il Riformista: Offrirebbe una candidatura a Veronica?
Antonio Di Pietro: Che domanda è questa? Vorrei parlare di politica.

il Riformista: Veltroni lo fece.
Antonio Di Pietro: Ma io sono Di Pietro. Lei sta parlando con me.

il Riformista: Siamo passati dalla questione morale alla questione sessuale?
Antonio Di Pietro: Per me c’è una questione politica e morale che riguarda il conflitto di interesse del premier e il suo progetto politico piduista che sta svuotando il ruolo del parlamento, della magistratura e asservendo l’informazione. Di questo si deve parlare: della crisi, dell’Abruzzo.

il Riformista: Abruzzo: faccia un bilancio a un mese dal sisma.
Antonio Di Pietro: Siamo di fronte a una gigantesca speculazione mediatica a fini elettorali. Il governo si è mosso male già prima del terremoto, basti vedere come si è comportato in relazione alla commissione grandi rischi. E ora Berlusconi mira a confondere la straordinaria opera di volontariato con l’azione del governo, appropriandosi di meriti non suoi.

il Riformista: E il G8, il cosiddetto «decreto Abruzzo»?
Antonio Di Pietro: Tutta scena. Il G8 creerà solo confusione. Per il resto, a un mese dal sisma, non c’è in campo nessuna idea di ricostruzione. Vada a chiedere agli abruzzesi che ne pensano di questa sceneggiata. E non ci sono nemmeno i soldi, visto che secondo quel decreto arriveranno nel 2033.

il Riformista: Referendum: lei andrà a votare?
Antonio Di Pietro: Certo. Non sono mai stato un fautore dell’astensionismo. Io ero per un “sì motivato”, nell’ottica di cambiare la legge. Ora però bisogna capire le posizioni delle forze politiche.

il Riformista: Che vuole dire?
Antonio Di Pietro: Questa legge elettorale va modificata perché mortifica la democrazia. E il referendum potrebbe essere uno stimolo utile visto che il Parlamento non è in grado di fare una riforma. Il problema è che da alcuni giorni Berlusconi ha detto: “Se vince il sì, ci teniamo la legge che esce”. Cioè una forza che ha la maggioranza relativa acquisirebbe la maggioranza assoluta. Praticamente un regime. Per questo bisogna capire come i partiti vogliono cambiarla.

il Riformista: È pronto a sedersi al tavolo della Lega?
Antonio Di Pietro: Il tavolo dove si scrivono le regole non è della Lega ma di tutti. E io sono pronto a riscrivere le regole.

il Riformista: Secondo quali criteri?
Antonio Di Pietro: Il primo: va ridata al cittadino la possibilità di scegliere i suoi rappresentanti, attraverso le primarie o la reintroduzione delle preferenze. Secondo: va garantita la presenza in parlamento di forze significative, quindi lo sbarramento del quattro per cento va bene. Terzo: il premio di maggioranza deve essere attribuito non al partito ma alla coalizione.

il Riformista: Tranne il primo punto, è la legge attuale.
Antonio Di Pietro: O il modello tedesco, di cui siamo pronti a discutere.

il Riformista: Senta, mezzo Pd vuole fare il congresso per rompere l’alleanza con lei.
Antonio Di Pietro: A livello locale siamo alleati un po’ ovunque. Io continuo ad appellarmi agli elettori che vogliono liberarsi del regime di Berlusconi. L’antiberlusconismo non c’entra. Infatti abbiamo votato il federalismo fiscale, mentre contrastiamo le norme che svuotano la democrazia.

il Riformista: Quale è il «ciarpame» del berlusconismo secondo lei?
Antonio Di Pietro: È ciarpame l’informazione che Berlusconi ha messo in piedi per far credere ai cittadini il contrario della verità su tutto.

il Riformista: Le veline sono il male minore?
Antonio Di Pietro: La bravura può esserci in persone belle e meno belle. L’importante è essere belli dentro. E le nostre candidate lo sono.

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