Le varie aree del cervello «oscillano» in base a frequenze diverse. A «registrarle» per la prima volta è una ricerca italiana, pubblicata sul «Journal of Neuroscience» da un gruppo di scienziati coordinato da Marcello Massimini, del Dipartimento di Scienze cliniche Luigi Sacco dell'Università degli Studi di Milano. Una tecnica che, secondo i ricercatori milanesi , apre a nuove possibilità diagnostiche. Per esempio, sarà possibile individuare direttamente quali sono le corde «stonate» nel cervello di pazienti colpiti da diverse patologie neurologiche. «
LA TECNICA - Un metodo diretto per ottenere informazioni sulla struttura di un sistema consiste nel perturbarlo direttamente, per poi esaminarne la vibrazione, la cosiddetta frequenza naturale. Per esempio, istintivamente - spiega l'ateneo in una nota - battiamo con le nocche sulla superficie di un oggetto per capire se questo è cavo o pieno». Un musicista fa qualcosa di simile quando accorda uno strumento musicale: pizzica le corde di una chitarra o batte un tasto del pianoforte e ascolta la nota che ne deriva. Lo stesso approccio viene utilizzato in fisica, in geologia o in acustica, per studiare le caratteristiche di sistemi più o meno complessi. Ebbene, nel loro studio i ricercatori milanesi hanno applicato per la prima volta un approccio di questo tipo al cervello umano. Cioè hanno «perturbato» diverse aree della corteccia cerebrale e registrato le oscillazioni prodotte da ciascuna di queste. Per farlo hanno utilizzato una combinazione di stimolazione magnetica transcranica (Tms) - una tecnica che permette di eccitare in maniera non invasiva i neuroni corticali - e di elettroencefalografia ad alta densità (hd-EEG).
APPLICAZIONI - In questo modo hanno dimostrato che, in soggetti sani, aree della corteccia cerebrale diverse sono «intonate» secondo ritmi elettroencefalografici diversi. Quando direttamente perturbata, infatti, la corteccia occipitale (nella parte posteriore della testa) tende a generare oscillazioni elettroencefalografiche nella banda alfa (8-12 Hz), la corteccia parietale nella banda beta (13-20 Hz) e la corteccia frontale nella banda beta/gamma (21-50 Hz). Questa metodica, sottolineano i ricercatori, permette di esplorare direttamente le proprietà elettrofisiologiche di diverse aree della corteccia cerebrale umana, insondabili con altre tecniche. In particolare, poiché quella di produrre oscillazioni elettriche a frequenze specifiche è una virtù fondamentale della corteccia cerebrale, questa tecnica apre nuove possibilità diagnostiche. Per esempio, sarà appunto possibile individuare direttamente quali sono le corde «fuori tono» di pazienti affetti da diverse condizioni neurologiche e psichiatriche come la depressione, la schizofrenia, l'epilessia e il coma.
17 giugno 2009
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