martedì 30 giugno 2009

"Napolitano, non può esserci tregua quei due giudici vanno puniti"


di EDOARDO BUFFONI


ROMA - Un appello a Napolitano perché intervenga sul caso dei giudici della Consulta a cena con Berlusconi e Alfano. Lo ha rivolto Antonio Di Pietro durante il videoforum a Repubblica Tv. Per un'ora il leader dell'Italia dei Valori ha risposto alle domande degli ascoltatori su tutti i temi principali della politica.

Lodo Alfano. "Presidente, le sembra normale che il premier e Alfano vadano a cena con due giudici della Corte Costituzionale?". Così si è rivolto Di Pietro a Napolitano, chiedendo un suo messaggio alla Consulta. "E' chiaro che un messaggio del capo dello Stato metterebbe con le spalle al muro anche questi giudici. Tecnicamente - aggiunge Di Pietro - un intervento del presidente Napolitano per rimuovere questi due giudici non è previsto da alcuna norma. Il problema però è di 'gentlemen's agreement' e di bon ton istituzionale".

Di Pietro ribadisce comunque la richiesta di dimissioni di due giudici della Corte Costituzione, Luigi Mazzella e Paolo Maria Napolitano, per aver partecipato nei giorni scorsi a una cena "riservatissima e privatissima" con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il ministro della Giustizia Angelino Alfano.

"E' come se il pm o il giudice invitasse il suo imputato a cena per parlare del più o del meno - dice Di Pietro - Dal ministro della Giustizia vogliamo sapere di cosa si è parlato quella sera perché ciò che è accaduto non ha senso in un Paese normale. Ed è un fatto gravissimo che non può essere taciuto in nome del G8.

Non c'entra nulla con il guardare attraverso il 'buco della serratura'
. L'apparenza li ha dequalificati e declassati, per questo insistiamo per le loro dimissioni
" o "comunque la non partecipazione a quella udienza che riguarda Berlusconi perché ormai è inquinata".

Di Pietro attacca poi il Pd: "E' una battaglia in solitario che solo noi dell'Idv facciamo - dice - perché anche parte dell'opposizione fa finta di non vedere".

Intercettazioni Anche a proposito della legge che limita le intercettazioni, Di Pietro si rivolge al Presidente della Repubblica: "Noi più che attaccare Napolitano, adesso e tutti i giorni, gli chiederemo di non firmare la legge sulle intercettazioni. A chi la devo tirare la giacchetta? Il presidente della Repubblica è l'unico che può bloccare questa degenerazione dell'utilizzo del Parlamento per interesse privato. Non è che per rispetto non si possono dire le cose che non si condividono. Siamo andati dal Capo dello Stato per esprimergli la nostra contrarietà e preoccupazione sull'immoralità di una legge come quella sulle intercettazioni - spiega Di Pietro - Ci auguriamo che respinga alle Camere questo provvedimento, glielo abbiamo chiesto con tutto il cuore".

Di Pietro ricorda che l'Idv "in ogni caso allestirà dei gazebo dove raccoglieremo le firme per un referendum sulle intercettazioni, un referendum sulla libertà di informazione e sul dovere di investigare da parte dei magistrati. Il referendum - conclude - è l'unica arma che abbiamo. Abbiamo solo due mezzi contro questo regime: o usiamo la mazza come si fece per la presa della Bastiglia, ma non possiamo e non lo dobbiamo fare, o c'è il referendum".

Caso Berlusconi. "Noi siamo contro il gossip - dice Di Pietro - ma le cose che sono uscite in queste settimane su Berlusconi non sono affatto gossip, ma fatti gravi, che riguardano omissioni, falsità e abusi. Ad esempio, usare aerei militari con top gun usati come maggiordomi per veline e menestrelli, è uso privato di cose pubbliche. Ma tutta la politica di Berlusconi è fondata su motivi giudiziari e personali. E' la grande truffa agli italiani: promette che con lui al governo staranno meglio, ma alla fine chi sta meglio sono solo lui e i suoi amici".

Alleanze. L'Italia dei Valori si alleerà mai con i centristi di Casini? "Ma che ci azzecchiamo noi con l'Udc? Niente", risponde Antonio Di Pietro. "Non è vero che alle ultime amministrative l'Udc, là dove si è alleato con il Pd, ha fatto vincere il centrosinistra - spiega Di Pietro - In realtà, dove il centrosinistra si è alleato con l'Udc ha avuto uno scarto così grande che avrebbe vinto anche senza. Più che altro, se si fanno bene i calcoli, il centro sinistra senza l'Idv non avrebbe vinto in nessun comune. Con Bruno Tabacci - conclude - dialoghiamo sull'economia, ma se mi dici con Cuffaro è fuori tempo e fuori luogo".

Congresso Pd. "Il congresso del Pd - dice Di Pietro - oltre al segretario dovrà decidere da che parte stare. La questione non è cosa vuole fare l'Idv, ma cosa vuole fare il Pd". Il leader dell'Italia dei Valori non si sbilancia su una sua preferenza in vista della nuova segreteria del Partito Democratico: "Non è una questione che riguarda noi. L'Idv è pronta a dialogare sui programmi".

(30 giugno 2009)

4 commenti:

Francy274 ha detto...

Dialogare sui programmi? e cosa sono i programmi? Antonio...sei rimasto ai tempi di Moro e Berlinguer, oggi si discute su chi deve comandare...anche se la Tua è l'unica idea vincente, continua così! :))

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Francesca, davvero pensi che Tonino sia così ingenuo? Tra l'altro lui al tempo di Moro e Berlinguer era ancora un ragazzotto.

Francy274 ha detto...

No, Luigi, assolutamente no...ironizzavo! Lo sai che ogni tanto lo faccio.
Tonino non è affatto ingenuo è la "lince" fra le "volpi", e più passa il tempo più mi accorgo che è la carta vincente per chi come Te e me spera ancora in qualcosa di pulito.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Talvolta mi riesce difficile cogliere la tua ironia.
;-)