lunedì 22 giugno 2009

Una trovata di regime

CONCHITA DE GREGORIO

Avremmo voluto dedicare la prima pagina allo scandalo della legge che vieta le intercettazioni (la legge-bavaglio in discussione in aula domattina), alla strepitosa ennesima trovata del governo che vorrebbe renderla retroattiva non avendo fatto in tempo ad approvarla prima del Bari-gate.

Così, con un colpo di mano incostituzionale, non sapremmo niente delle escort che entrano ed escono in auto a vetri oscurati da Palazzo Grazioli (ma se non controlla nessuno all'ingresso come si fa poi a lamentarsi della sicurezza del premier, come si fa a prendersela con un fotografo se qualunque ragazza armata di telefonino ha accesso alla camera dal letto del presidente, come si può tirare in ballo il capo dei Servizi se chi regola l'accesso a Palazzo è Giampi Tarantini, produttore di protesi e bon vivant barese con annesso giro di escort e di droghe?).

Avremmo voluto dirvi degli altri luoghi dove si svolgono feste di farfalle e parlare della censura a cui presto tutti - non solo chi vede il Tg1 - saranno piegati per volere del sultano.
Però poi c'è la nostra censura e ce n'è un'altra.
Ci sono i regimi da operetta, da farsa e da tragedia.
Ci sono ragazze che dichiarano ai giornali «quando ci riesco faccio la ragazza immagine. Per esempio sono stata Billionerina per tre anni. Ricordo che Fede mi promise di fare la Meteorina» e ci sono loro coetanee, molto lontano da palazzo Grazioli, che scendono a manifestare per la democrazia e non tornano a casa la sera.
Gli occhi di Neda, 16 anni, cancellano ogni altro pensiero.
Non so quanti di voi abbiano visto il video sul web: gli spari, i suo occhi sgranati, le urla degli amici e del padre.
Sul web: le tv non lo mandano.
Così abbiamo messo un fermo-immagine da Teheran in prima pagina.
L'ultimo istante di una ragazza che era uscita da casa per dire «dov'è il mio voto?», per manifestare contro il regime che è anche - prima di tutto - censura delle voci libere.
Ali Izadi, giornalista iraniano che da oggi ospitiamo sulle pagine dell'Unità, racconta della telefonata di una sua collega a casa della famiglia di un ragazzo morto negli scontri. Un ragazzo come Neda. 25 anni.
Si sentono le urla della madre, la telefonata interrotta.
I Servizi segreti si inseriscono. La giornalista intimidita.
Ci sono molti modi per intimidire.
Gli spari e i ricatti, le leggi fatte apposta.
Bisogna stare ad occhi aperti, meglio farlo da vivi. Bisognerebbe far sentire agli amici di Neda che noi siamo qui, siamo con loro. Bisognerebbe che l'opposizione in questo paese battesse un colpo, forte e netto, per dire che nessuna forma di dissenso può essere soffocata con violenza. In nessun modo, a nessuna latitudine.

2 commenti:

Francy274 ha detto...

Bisognerebbe...ma ho il terrore che stiamo finendo come gli iraniani :(

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Ancora no, siamo in Europa, anzi Italia e il fascismo c'è già stato, non è ripetibile.
:-o)