
"Una nuova legittimazione". Un piano per provare a far dimenticare gli scandali di questi tre mesi e costruire una "pace sociale" in grado di sostenere le difficoltà del prossimo "autunno caldo". I sondaggi non sono più brillanti come all'inizio dell'anno. La speranza di presentarsi come "il presidente di tutta l'Italia" si è allontanata. Le spine dell'esecutivo crescono e rischiano di moltiplicarsi da settembre in poi. Silvio Berlusconi, allora, tenta la "mossa del cavallo"(Camilleri docet, n.d.r.). Cambiare strategia per impostare una "fase nuova" del suo governo e per rivitalizzare il rapporto con gli elettori. Evitando lo scontro diretto con l'opposizione e avviando un "rinnovato dialogo" con le parti sociali. Compresa la Cgil di Guglielmo Epifani.
Il Cavaliere, insomma, è convinto che le ultime vicende "non avranno alcun effetto sulla durata dell'esecutivo". Il suo timore, semmai, è che possano condizionarne i risultati. Ha paura della paralisi. E in più che si incrini definitivamente il feeling con gli italiani. Il caso Noemi, gli scatti osè di Villa Certosa, adesso le registrazioni di Patrizia D'Addario, infatti, stanno pesando sul suo indice di popolarità. I sondaggi segnano un flessione per quanto riguarda la fiducia nel premier. Ma la sua preoccupazione, appunto, è un'altra. Che la luna di miele sia definitivamente tramontata e che il clima di "scontro" possa congelare ogni scelta di "lungo periodo" della sua maggioranza. Tant'è che negli ultimi giorni, ha iniziato a discutere con i suoi fedelissimi, sulla strategia da studiare per la ripresa dopo la pausa estiva.
"Resto convinto che questa vicenda della D'Addario non cambierà la situazione rispetto a noi. Non c'è la possibilità che l'asse nazionale si sposti a sinistra. Il Paese - è il suo ragionamento - ha già digerito tutto".
Il problema però è il "feeling" con gli italiani. "Dobbiamo ricostruire la sintonia", dice.
"Indispensabile" per affrontare il prossimo "autunno caldo" e compiere scelte capaci di dar vita a "riforme strutturali". A partire da quella previdenziale e della sanità. E già, perché gli studi che girano sulle scrivanie di Palazzo Chigi e del ministero del Tesoro non lasciano molte speranze su quel che accadrà alla nostra economia da settembre in poi. Aziende costrette a chiudere i battenti soprattutto nei distretti settentrionali, il pil ulteriormente in discesa. In più proprio tra qualche mese scatteranno le vertenze per il rinnovo di importanti contratti come quello del pubblico impiego. Una situazione esplosiva che, anche per il presidente dl consiglio, potrebbe imporre decisioni "drastiche" ma "condivise". Non solo con la Lega.
Non a caso negli ultimi giorni il capo del governo ha incaricato "ambasciatori" e ministri di ricucire il dialogo con "tutte" le parti sociali. Ieri ha chiamato a Palazzo Grazioli Emma Marcegaglia, il presidente di Confindustria. Di recente Gianni Letta ha sentito i segretari di Cisl e Uil, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. E soprattutto la scorsa settimana Giulio Tremonti è corso all'Assemblea di programma della Cgil proponendo di "fare insieme l'ultimo miglio". Il tutto, appunto, per scommettere su una nuova "pace sociale" che generi una "nuova legittimazione" e faccia dimenticare gli scandali.
Proprio in questa ottica Berlusconi ha dato ordine di chiudere senza scossoni l'ultima partita di nomine nelle società controllate dallo Stato. Senza rivoluzioni. Nel braccio di ferro che ha visto sfidarsi Letta e Tremonti, allora, ha decisamente avuto la meglio il primo. Risultato: solo conferme. All'Anas è rimasto Pietro Ciucci, alle Poste Massimo Sarmi (che rischiava di chiudere anticipatamente il suo mandato), a Fincantieri ci sarà ancora Giuseppe Bono, a Fintecna Maurizio Prato. Per non parlare del caso Eni-Porto Torres per il quale il Cavaliere ha chiesto ai vertici del "cane a sei zampe" di trovare l'accordo con "tutti" i sindacati.
Non solo. Secondo il premier, è indispensabile un ragionamento analogo anche per i rapporti con l'opposizione. "Non penso alla possibilità di "grandi intese" sulle riforme istituzionali", puntualizza a ogni piè sospinto. Eppure, Berlusconi si è convinto che un clima "più disteso" possa servire sia al centrodestra, sia al centrosinistra. "Loro - dice - possono avere la possibilità di tenere il loro congresso serenamente". In cambio il governo - tra settembre e ottobre - potrebbe esaminare "altrettanto serenamente" il disegno di legge sulle intercettazioni e affrontare "con fiducia" il giudizio della Corte costituzionale sul Lodo Alfano. Un patto "informale" che vorrebbe sottoporre presto alla valutazione del Quirinale.
"Per il resto - sono i ragionamenti svolti nelle ultime ore con lo staff - dobbiamo puntare su azioni di governo concrete, come la ricostruzione in Abruzzo. E poi comunicare meglio quello che facciamo". In attesa di verificare se davvero potrà siglare la "pace sociale".
(23 luglio 2009)


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