
NEW YORK - Ammissione numero uno: "Il sergente Crowley è un ottimo poliziotto". Ammissione numero due: "Il professor Gates può avere avuto una reazione eccessiva". Ammissione numero tre: "Avrei dovuto calibrare meglio le mie parole". E se non sono le scuse che la polizia di Cambridge si aspettava, beh, Obama ci è andato molto, molto vicino. Mai l'America prima d'ora aveva assistito allo spettacolo di un presidente che in tv dà dello "stupido" a un suo poliziotto. E mai aveva assistito allo spettacolo dello stesso presidente costretto a tornare in tv chiedendo di poter fare chiarezza.
Dopo il calo di otto punti nei sondaggi, dopo l'appello per approvare in fretta la riforma sanitaria - salutato dal sonoro no del Senato, l'incredibile vicenda di Henry Louis Gates jr, il professore di Harvard arrestato in casa sua "perché nero", come ha denunciato lui stesso, si è trasformato ora nell'ultimo imprevedibile colpo subito da Barack Obama.
Il primo colpo di scena arriva ieri da Cambridge, con una conferenza stampa a sorpresa convocata dai sindacati di polizia. C'è anche lui, "lo stupido", il sergente James Crowley, giacca e cravatta, il volto teso di chi è finito in una storia più grande di lui. Dennis O'Connor, il leader degli agenti, attacca il presidente e il governatore, di colore, del Massachusetts, Deval Patrick, che ha definito l'arresto "l'incubo di ogni uomo nero e, per molti neri, la realtà". Il poliziotto insorge: "Come fanno a parlare senza conoscere i fatti? Solitamente uno si aspetterebbe di sentirsi dire: non ho elementi per commentare". Il riferimento a Obama è diretto. E ieri perfino il Wall Street Journal si chiedeva: "Non siamo sicuri che un episodio avvenuto in un quartiere di lusso, che riguarda una delle persone più privilegiate d'America, possa significare di più che un malinteso".
La svolta nel pomeriggio. Obama si presenta ai giornalisti. "Nella scelta delle mie parole, purtroppo, credo di aver dato l'impressione di parlare male della polizia di Cambridge e del sergente Crowley in particolare". E allora: "Avrei dovuto calibrare meglio le mie parole: ho contribuito alla controversia, spostando l'attenzione dai problemi veri, come la riforma sanitaria". Aggiunge che ha sentito il sergente al telefono, conferma di ritenerlo "un eccellente poliziotto e un brav'uomo. Abbiamo anche pensato di rivederci qui, con il professor Gates, e prendere una birra alla Casa Bianca". Certo Obama continua a credere "che ci sia stata una reazione spropositata nel mettere il professore in manette", e insiste sull'argomento razziale, "molto sentito in questo Paese", ma adesso aggiunge quello che in diretta tv non aveva detto: "Probabilmente anche il professore ha avuto una reazione eccessiva. Spero solo che tutto questo ci possa insegnare qualcosa: basta alzare il volume, cerchiamo di ascoltarci l'un l'altro". Conclusione? "La mia impressione è che ci siamo trovati di fronte a due brave persone in una circostanza in cui nessuno è stato capace di risolvere l'incidente nel modo in cui doveva essere risolto". Ecco, due brave persone. E sicuramente una terza, che però abita alla Casa Bianca.
(25 luglio 2009)


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