domenica 30 agosto 2009

Le scelte di «Avvenire» riaprono il confronto tra le due linee della Chiesa


CITTÀ DEL VATICANO — «Un attacco virulento e basso», dicevano l’altro gior­no in Vaticano, «disgustoso e molto gra­ve », ha sillabato ieri il cardinal Bagna­sco. Gli articoli del Giornale berlusconia­no contro il direttore di Avvenire Dino Boffo, con tanto di accusa a cardinali co­me Ruini e Tettamanzi che avrebbero sa­puto e coperto il presunto «scandalo», non potevano che compattare l’istituzio­ne, almeno verso l’esterno. Sul fronte in­terno, invece, la faccenda è un po’ più complicata e non riguarda le accuse a Boffo ma la linea recente del quotidiano cattolico, che a quanto si dice Oltreteve­re ha provocato qualche irritazione nel­la segreteria di Stato.

Per capirla bisogna tenere presente due date: 25 marzo 2007 e 17 ago­sto di quest’anno. Alla prima risale la lettera che il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato vatica­no, inviò al cardinale Bagnasco, in occasione della sua nomina a presi­dente della Cei, un testo che fa da sfondo alle tensioni interne degli ulti­mi tempi. In quella lettera, tra l’altro, il cardinale Bertone scriveva: «Per quanto concerne i rapporti con le istitu­zioni politiche, assicuro fin d’ora a Vo­stra Eccellenza la cordiale collaborazio­ne e la rispettosa guida della Santa Sede, nonché mia personale...». Il segretario di Stato, insomma, rivendicava a sé la «guida» di ciò che il cardinale Ruini ave­va sempre gestito in modo autonomo, «negli ultimi mesi ho potuto apprezzare ancor meglio il compito che i Pontefici hanno affidato a questa Segreteria, d'in­tessere e di promuovere le relazioni con gli Stati e di attendere agli affari che, sempre per fini pastorali, debbono esse­re trattati con i governi civili».

Una linea «istituzionale» e aliena dal­le polemiche politiche che non è cambia­ta: il 17 agosto si è completato il nuovo assetto della Segreteria di Stato con la nomina di monsignor Ettore Balestrero, 42 anni, a sottosegretario per i Rapporti con gli Stati. Un mese prima Benedetto XVI aveva nominato monsignor Peter Brian Wells, americano di 46 anni, asses­sore agli Affari Generali, l’altro «nume­ro tre» della Segreteria di Stato. I vertici sono ora tutti di nomina ratzingeriana e insomma il cardinale Bertone, si spiega Oltretevere, «ha in mano la macchina» più che mai saldamente.

Per questo la Santa Sede respinge l’idea di una «crisi istituzionale» con il governo. Le polemiche estive non sono piaciute, e non si tratta solo dello «stilli­cidio » sulle vicende del premier: quan­do Avvenire ha fatto un parallelo fra le tragedie dei migranti morti in mare e la Shoah, «in segreteria di Stato sono rima­sti sconcertati».

Il cardinale Bertone, tre giorni fa, dice­va in un’intervista all’ Osservatore Roma­no : «È invalsa l'abitudine di imputare al Papa — o, come si dice, soprattutto in Italia, al Vaticano — la responsabilità di tutto ciò che accade nella Chiesa o di ciò che viene dichiarato da qualsiasi espo­nente o membro di Chiese locali, di isti­tuzioni o di gruppi ecclesiali. Ciò non è corretto».

Del resto, è un segnale del nervosi­smo e delle tensioni di questi giorni il fatto che le parole di Bertone, anche nel­la Chiesa italiana, siano state considera­te da alcuni con apprensione, «chi pun­ta a dividere la Chiesa potrebbe approfit­tarne ». Problema al momento risolto, paradossalmente, proprio dalla virulen­za degli attacchi a Boffo e ai vertici Cei. La cena con Bertone e Berlusconi «sareb­be dovuta avvenire in una occasione isti­tuzionale ben definita», ricordava l’ Os­servatore Romano . Non aveva altri signi­ficati. Per questo, a scanso di «strumen­talizzazioni », è stata cancellata. Restano le ferite per gli attacchi, «un problema molto grande per il mondo cattolico». Anche se, garantiscono Oltretevere, la li­nea «istituzionale» non cambierà: «Il cardinale Bertone non è tipo da lasciarsi condizionare».


Gian Guido Vecchi
30 agosto 2009

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