CITTÀ DEL VATICANO — «Un attacco virulento e basso», dicevano l’altro giorno in Vaticano, «disgustoso e molto grave », ha sillabato ieri il cardinal Bagnasco. Gli articoli del Giornale berlusconiano contro il direttore di Avvenire Dino Boffo, con tanto di accusa a cardinali come Ruini e Tettamanzi che avrebbero saputo e coperto il presunto «scandalo», non potevano che compattare l’istituzione, almeno verso l’esterno. Sul fronte interno, invece, la faccenda è un po’ più complicata e non riguarda le accuse a Boffo ma la linea recente del quotidiano cattolico, che a quanto si dice Oltretevere ha provocato qualche irritazione nella segreteria di Stato.
Per capirla bisogna tenere presente due date: 25 marzo 2007 e 17 agosto di quest’anno. Alla prima risale la lettera che il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano, inviò al cardinale Bagnasco, in occasione della sua nomina a presidente della Cei, un testo che fa da sfondo alle tensioni interne degli ultimi tempi. In quella lettera, tra l’altro, il cardinale Bertone scriveva: «Per quanto concerne i rapporti con le istituzioni politiche, assicuro fin d’ora a Vostra Eccellenza la cordiale collaborazione e la rispettosa guida della Santa Sede, nonché mia personale...». Il segretario di Stato, insomma, rivendicava a sé la «guida» di ciò che il cardinale Ruini aveva sempre gestito in modo autonomo, «negli ultimi mesi ho potuto apprezzare ancor meglio il compito che i Pontefici hanno affidato a questa Segreteria, d'intessere e di promuovere le relazioni con gli Stati e di attendere agli affari che, sempre per fini pastorali, debbono essere trattati con i governi civili».
Una linea «istituzionale» e aliena dalle polemiche politiche che non è cambiata: il 17 agosto si è completato il nuovo assetto della Segreteria di Stato con la nomina di monsignor Ettore Balestrero, 42 anni, a sottosegretario per i Rapporti con gli Stati. Un mese prima Benedetto XVI aveva nominato monsignor Peter Brian Wells, americano di 46 anni, assessore agli Affari Generali, l’altro «numero tre» della Segreteria di Stato. I vertici sono ora tutti di nomina ratzingeriana e insomma il cardinale Bertone, si spiega Oltretevere, «ha in mano la macchina» più che mai saldamente.
Per questo la Santa Sede respinge l’idea di una «crisi istituzionale» con il governo. Le polemiche estive non sono piaciute, e non si tratta solo dello «stillicidio » sulle vicende del premier: quando Avvenire ha fatto un parallelo fra le tragedie dei migranti morti in mare e la Shoah, «in segreteria di Stato sono rimasti sconcertati».
Il cardinale Bertone, tre giorni fa, diceva in un’intervista all’ Osservatore Romano : «È invalsa l'abitudine di imputare al Papa — o, come si dice, soprattutto in Italia, al Vaticano — la responsabilità di tutto ciò che accade nella Chiesa o di ciò che viene dichiarato da qualsiasi esponente o membro di Chiese locali, di istituzioni o di gruppi ecclesiali. Ciò non è corretto».
Del resto, è un segnale del nervosismo e delle tensioni di questi giorni il fatto che le parole di Bertone, anche nella Chiesa italiana, siano state considerate da alcuni con apprensione, «chi punta a dividere la Chiesa potrebbe approfittarne ». Problema al momento risolto, paradossalmente, proprio dalla virulenza degli attacchi a Boffo e ai vertici Cei. La cena con Bertone e Berlusconi «sarebbe dovuta avvenire in una occasione istituzionale ben definita», ricordava l’ Osservatore Romano . Non aveva altri significati. Per questo, a scanso di «strumentalizzazioni », è stata cancellata. Restano le ferite per gli attacchi, «un problema molto grande per il mondo cattolico». Anche se, garantiscono Oltretevere, la linea «istituzionale» non cambierà: «Il cardinale Bertone non è tipo da lasciarsi condizionare».
Gian Guido Vecchi
30 agosto 2009
Per capirla bisogna tenere presente due date: 25 marzo 2007 e 17 agosto di quest’anno. Alla prima risale la lettera che il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano, inviò al cardinale Bagnasco, in occasione della sua nomina a presidente della Cei, un testo che fa da sfondo alle tensioni interne degli ultimi tempi. In quella lettera, tra l’altro, il cardinale Bertone scriveva: «Per quanto concerne i rapporti con le istituzioni politiche, assicuro fin d’ora a Vostra Eccellenza la cordiale collaborazione e la rispettosa guida della Santa Sede, nonché mia personale...». Il segretario di Stato, insomma, rivendicava a sé la «guida» di ciò che il cardinale Ruini aveva sempre gestito in modo autonomo, «negli ultimi mesi ho potuto apprezzare ancor meglio il compito che i Pontefici hanno affidato a questa Segreteria, d'intessere e di promuovere le relazioni con gli Stati e di attendere agli affari che, sempre per fini pastorali, debbono essere trattati con i governi civili».
Una linea «istituzionale» e aliena dalle polemiche politiche che non è cambiata: il 17 agosto si è completato il nuovo assetto della Segreteria di Stato con la nomina di monsignor Ettore Balestrero, 42 anni, a sottosegretario per i Rapporti con gli Stati. Un mese prima Benedetto XVI aveva nominato monsignor Peter Brian Wells, americano di 46 anni, assessore agli Affari Generali, l’altro «numero tre» della Segreteria di Stato. I vertici sono ora tutti di nomina ratzingeriana e insomma il cardinale Bertone, si spiega Oltretevere, «ha in mano la macchina» più che mai saldamente.
Per questo la Santa Sede respinge l’idea di una «crisi istituzionale» con il governo. Le polemiche estive non sono piaciute, e non si tratta solo dello «stillicidio » sulle vicende del premier: quando Avvenire ha fatto un parallelo fra le tragedie dei migranti morti in mare e la Shoah, «in segreteria di Stato sono rimasti sconcertati».
Il cardinale Bertone, tre giorni fa, diceva in un’intervista all’ Osservatore Romano : «È invalsa l'abitudine di imputare al Papa — o, come si dice, soprattutto in Italia, al Vaticano — la responsabilità di tutto ciò che accade nella Chiesa o di ciò che viene dichiarato da qualsiasi esponente o membro di Chiese locali, di istituzioni o di gruppi ecclesiali. Ciò non è corretto».
Del resto, è un segnale del nervosismo e delle tensioni di questi giorni il fatto che le parole di Bertone, anche nella Chiesa italiana, siano state considerate da alcuni con apprensione, «chi punta a dividere la Chiesa potrebbe approfittarne ». Problema al momento risolto, paradossalmente, proprio dalla virulenza degli attacchi a Boffo e ai vertici Cei. La cena con Bertone e Berlusconi «sarebbe dovuta avvenire in una occasione istituzionale ben definita», ricordava l’ Osservatore Romano . Non aveva altri significati. Per questo, a scanso di «strumentalizzazioni », è stata cancellata. Restano le ferite per gli attacchi, «un problema molto grande per il mondo cattolico». Anche se, garantiscono Oltretevere, la linea «istituzionale» non cambierà: «Il cardinale Bertone non è tipo da lasciarsi condizionare».
Gian Guido Vecchi
30 agosto 2009
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