domenica 30 agosto 2009

Garanzie su leggi e fondi e diplomazia al lavoro La strategia del premier




Un ministro di primo piano del governo, Gianni Letta e Silvio Berlu­sconi. Fine luglio. Pranzo ri­servato con Camillo Ruini, ex segretario della Cei, uo­mo che al di là della carica continua a rappresentare relazioni e interessi non se­condari nei rapporti fra l’esecutivo e le gerarchie va­ticane. Il pranzo non è occa­sionale, ha cadenze periodi­che. Fra gli argomenti la le­gislazione del centrode­stra, la corrispondenza di interessi fra la Santa Sede e la produzione normativa guidata e avallata dal Cava­liere.

In queste ore il presiden­te del Consiglio continua a ripetere che lui non sapeva, che non era a conoscenza dell’attacco del Giornale contro il direttore di Avve­nire, il quotidiano dei ve­scovi. Un’assicurazione che fa il paio con una serenità: il rapporto con la Santa Se­de è comunque ritenuto più che saldo. Sia alla luce delle relazioni personali (in primo luogo quella diretta con il segretario di Stato va­ticano), sia dei provvedi­menti che la maggioranza ha sin qui approvato, sia in­fine di quelli in cantiere, co­me il biotestamento.

In questa cornice la crisi scatenata dal quotidiano di proprietà della famiglia del presidente del Consiglio può diventare, almeno ne­gli auspici, un cortocircui­to mediatico passeggero. Grave, serio, inedito, frutto di una serie di circostanze sfortunate, ma superabile nel medio periodo. Contat­ti e canali fra il governo e il Vaticano ieri erano aperti e funzionanti sin dalle prime ore del mattino, la volontà di archiviare l’incidente perseguita da entrambe le parti.

Berlusconi abbina in que­ste ore il dispiacere per una crisi di cui si dice spettato­re ignaro alla rivendicazio­ne di rappresentare comun­que una garanzia ricono­sciuta per gli interessi del Vaticano. L’Ici sugli immo­bili ecclesiastici, lo scontro con Napolitano sul caso En­glaro, i soldi che stanno per arrivare alle scuole (di mag­gioranza cattolica) private, il contesto legislativo in cui il biotestamento si sta for­mando sono solo alcuni fra i tanti fatti che per il pre­mier vanno al di là delle cri­si legate ad un articolo, alle incomprensioni legate ad un linea editoriale. E che in fin dai conti non possono pregiudicare un rapporto con l’altra sponda del Teve­re che ritiene affinato e ro­dato nel corso degli anni.

'Tremonti quest’anno non farà scherzi sui finan­ziamenti alle scuole priva­te', raccontava ieri pome­riggio un ministro leghista, consapevole che le polemi­che con il Vaticano posso­no essere utili al circuito mediatico, ma non serie a tal punto da pregiudicare molti degli interessi concre­ti di entrambe le parti. In ballo ci sono alcune centi­naia di milioni di euro, non pochi, che anche il mini­stro della Istruzione Maria­stella Gelmini nelle ultime ore ha citato a futura me­moria, auspicando che nel­le corde del collega dell’Eco­nomia non ci siano esigen­ze di bilancio prevalenti su altre necessità.

Berlusconi e Tremonti an­che di questi argomenti sembra abbiano parlato nei giorni scorsi, così come in queste ore si parla dentro il Pdl (nonostante i suoi orga­ni non si riuniscano da al­meno un mese) di un’inizia­tiva che avrebbe del clamo­roso. E cioè mettere esplici­tamente in minoranza Gian­franco Fini sul biotestamen­to. Per ricucire la crisi con il Vaticano potrebbe essere un buon argomento da spendere.


Marco Galluzzo
30 agosto 2009

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