Un ministro di primo piano del governo, Gianni Letta e Silvio Berlusconi. Fine luglio. Pranzo riservato con Camillo Ruini, ex segretario della Cei, uomo che al di là della carica continua a rappresentare relazioni e interessi non secondari nei rapporti fra l’esecutivo e le gerarchie vaticane. Il pranzo non è occasionale, ha cadenze periodiche. Fra gli argomenti la legislazione del centrodestra, la corrispondenza di interessi fra la Santa Sede e la produzione normativa guidata e avallata dal Cavaliere.
In queste ore il presidente del Consiglio continua a ripetere che lui non sapeva, che non era a conoscenza dell’attacco del Giornale contro il direttore di Avvenire, il quotidiano dei vescovi. Un’assicurazione che fa il paio con una serenità: il rapporto con la Santa Sede è comunque ritenuto più che saldo. Sia alla luce delle relazioni personali (in primo luogo quella diretta con il segretario di Stato vaticano), sia dei provvedimenti che la maggioranza ha sin qui approvato, sia infine di quelli in cantiere, come il biotestamento.
In questa cornice la crisi scatenata dal quotidiano di proprietà della famiglia del presidente del Consiglio può diventare, almeno negli auspici, un cortocircuito mediatico passeggero. Grave, serio, inedito, frutto di una serie di circostanze sfortunate, ma superabile nel medio periodo. Contatti e canali fra il governo e il Vaticano ieri erano aperti e funzionanti sin dalle prime ore del mattino, la volontà di archiviare l’incidente perseguita da entrambe le parti.
Berlusconi abbina in queste ore il dispiacere per una crisi di cui si dice spettatore ignaro alla rivendicazione di rappresentare comunque una garanzia riconosciuta per gli interessi del Vaticano. L’Ici sugli immobili ecclesiastici, lo scontro con Napolitano sul caso Englaro, i soldi che stanno per arrivare alle scuole (di maggioranza cattolica) private, il contesto legislativo in cui il biotestamento si sta formando sono solo alcuni fra i tanti fatti che per il premier vanno al di là delle crisi legate ad un articolo, alle incomprensioni legate ad un linea editoriale. E che in fin dai conti non possono pregiudicare un rapporto con l’altra sponda del Tevere che ritiene affinato e rodato nel corso degli anni.
'Tremonti quest’anno non farà scherzi sui finanziamenti alle scuole private', raccontava ieri pomeriggio un ministro leghista, consapevole che le polemiche con il Vaticano possono essere utili al circuito mediatico, ma non serie a tal punto da pregiudicare molti degli interessi concreti di entrambe le parti. In ballo ci sono alcune centinaia di milioni di euro, non pochi, che anche il ministro della Istruzione Mariastella Gelmini nelle ultime ore ha citato a futura memoria, auspicando che nelle corde del collega dell’Economia non ci siano esigenze di bilancio prevalenti su altre necessità.
Berlusconi e Tremonti anche di questi argomenti sembra abbiano parlato nei giorni scorsi, così come in queste ore si parla dentro il Pdl (nonostante i suoi organi non si riuniscano da almeno un mese) di un’iniziativa che avrebbe del clamoroso. E cioè mettere esplicitamente in minoranza Gianfranco Fini sul biotestamento. Per ricucire la crisi con il Vaticano potrebbe essere un buon argomento da spendere.
Marco Galluzzo
30 agosto 2009
In queste ore il presidente del Consiglio continua a ripetere che lui non sapeva, che non era a conoscenza dell’attacco del Giornale contro il direttore di Avvenire, il quotidiano dei vescovi. Un’assicurazione che fa il paio con una serenità: il rapporto con la Santa Sede è comunque ritenuto più che saldo. Sia alla luce delle relazioni personali (in primo luogo quella diretta con il segretario di Stato vaticano), sia dei provvedimenti che la maggioranza ha sin qui approvato, sia infine di quelli in cantiere, come il biotestamento.
In questa cornice la crisi scatenata dal quotidiano di proprietà della famiglia del presidente del Consiglio può diventare, almeno negli auspici, un cortocircuito mediatico passeggero. Grave, serio, inedito, frutto di una serie di circostanze sfortunate, ma superabile nel medio periodo. Contatti e canali fra il governo e il Vaticano ieri erano aperti e funzionanti sin dalle prime ore del mattino, la volontà di archiviare l’incidente perseguita da entrambe le parti.
Berlusconi abbina in queste ore il dispiacere per una crisi di cui si dice spettatore ignaro alla rivendicazione di rappresentare comunque una garanzia riconosciuta per gli interessi del Vaticano. L’Ici sugli immobili ecclesiastici, lo scontro con Napolitano sul caso Englaro, i soldi che stanno per arrivare alle scuole (di maggioranza cattolica) private, il contesto legislativo in cui il biotestamento si sta formando sono solo alcuni fra i tanti fatti che per il premier vanno al di là delle crisi legate ad un articolo, alle incomprensioni legate ad un linea editoriale. E che in fin dai conti non possono pregiudicare un rapporto con l’altra sponda del Tevere che ritiene affinato e rodato nel corso degli anni.
'Tremonti quest’anno non farà scherzi sui finanziamenti alle scuole private', raccontava ieri pomeriggio un ministro leghista, consapevole che le polemiche con il Vaticano possono essere utili al circuito mediatico, ma non serie a tal punto da pregiudicare molti degli interessi concreti di entrambe le parti. In ballo ci sono alcune centinaia di milioni di euro, non pochi, che anche il ministro della Istruzione Mariastella Gelmini nelle ultime ore ha citato a futura memoria, auspicando che nelle corde del collega dell’Economia non ci siano esigenze di bilancio prevalenti su altre necessità.
Berlusconi e Tremonti anche di questi argomenti sembra abbiano parlato nei giorni scorsi, così come in queste ore si parla dentro il Pdl (nonostante i suoi organi non si riuniscano da almeno un mese) di un’iniziativa che avrebbe del clamoroso. E cioè mettere esplicitamente in minoranza Gianfranco Fini sul biotestamento. Per ricucire la crisi con il Vaticano potrebbe essere un buon argomento da spendere.
Marco Galluzzo
30 agosto 2009
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