domenica 30 agosto 2009

Ruini: «Non mi pento di averlo scelto come direttore»


Il cardinale Camillo Ruini, per sedici anni capo dei ve­scovi italiani e vicario del Papa a Roma, ha sul suo computer il lan­cio dell’agenzia Ansa con la dichia­razione di Giuseppe Betori, ora ar­civescovo di Firenze, segretario della Cei quando Ruini ne era il presidente. Betori risponde all’at­tacco del Giornale ribadendo «sti­ma » e «fiducia» a Dino Boffo, e ri­cordando la lunga collaborazione al tempo «del mio servizio alla Conferenza episcopale italiana».

Ruini legge con attenzione, e di­ce al Corriere : «Faccio integral­mente mie le parole di monsignor Betori, essendo stato ancora più a lungo di lui in stretto contatto e collaborazione con Dino Boffo; ed essendo inoltre il primo responsa­bile della sua nomina alla direzio­ne di Avvenire . Una scelta della quale — aggiunge Ruini, scanden­do le parole — certo non mi pen­to » .

La dichiarazione finisce qui. Nelle conversazioni private, il car­dinale ricorda la prima volta che incontrò l’allora ventinovenne Boffo, nel 1981. Ruini non era an­cora vescovo — lo sarebbe diven­tato nell’83 —, Boffo era un giova­ne dirigente dell’Azione cattolica, che dopo una fase «gauchiste» aveva colto l’innovazione del pa­pato wojtyliano, ed era stato invi­tato a parlare a Reggio Emilia. Il suo discorso, distante dalla vulga­ta cattolico democratica in voga al tempo, colpì l’allora don Ruini. Boffo sarebbe stato assunto ad Av­venire nell’89, prima che Ruini di­ventasse presidente della Cei, e nominasse proprio lui alla direzio­ne del quotidiano.

È significativo che, nell’ora del­le polemiche, Ruini non si limiti a ribadire la fiducia nelle qualità personali e professionali di Boffo, ma rivendichi di averlo voluto al­la guida del giornale dei vescovi, incarico in cui è stato confermato dal cardinale Bagnasco. Segno che Boffo è stato il «braccio gior­nalistico » della stagione di Ruini, un uomo-chiave nella strategia che il capo della Cei elaborò con la fine dell’unità politica dei catto­lici e l’ingresso a tutto campo del­la Chiesa nella discussione pubbli­ca.

Dai primi Anni 90, il percorso di Ruini e di Boffo sono stati pres­soché paralleli. Come da una par­te la Chiesa italiana recuperava spazi nel dibattito culturale e poli­tico — sino al sostegno della mis­sione italiana a Nassiriya e alla scelta vincente dell’astensione al referendum sulla fecondazione assistita —, così dall’altra parte Avvenire si ritagliava uno spazio di intervento e un peso editoriale che non aveva mai avuto. Una sta­gione che Ruini rivendica in pie­no, oggi che Boffo è chiamato in causa così duramente. Non a ca­so, tra le parole di Betori che l’ex presidente Cei fa «integralmen­te » sue ci sono anche quelle che definiscono «degni del cestino della spazzatura» i «fogli anoni­mi che circolano in questi giorni, assurti al rango di «informativa», ma che «dalla spazzatura proven­gono e nella spazzatura devono tornare».


Aldo Cazzullo
30 agosto 2009

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