sabato 22 agosto 2009

Tragedia in mare, scontro Bossi-Vaticano



Duro scontro tra Umberto Bossi e il Vaticano dopo l'ennesima tragedia dell'immigrazione nel Canale di Sicilia. La Santa Sede esprime dolore per il continuo ripetersi delle morti in mare e chiede alle società sviluppate di «rispettare sempre i diritti dei migranti, senza chiudersi all'egoismo». Lo ha detto il presidente del Pontificio consiglio della pastorale per i migranti, monsignor Antonio Maria Vegliò, in una intervista pubblicata sul sito di Radio Vaticana.

ANIMALI DOMESTICI - Le società «cosiddette civili», denuncia monsignor Veglio, sono sempre più egoiste, al punto da preferire, in casi estremi, di condividere i propri beni con gli animali domestici piuttosto che con lo straniero. «Ogni migrante è una persona umana che, in quanto tale possiede diritti fondamentali inalienabili che vanno rispettati da tutti e in ogni situazione» prosegue, citando l'enciclica Caritas in Veritate di Benedetto XVI. «I sentimenti di rifiuto dello straniero sono originati - spiega - non solo da una non conoscenza dell'altro, ma anche da un senso di egoismo per cui non si vuole condividere con lo straniero ciò che si ha. E purtroppo i numeri continuano a crescere: secondo le ultime statistiche dal 1988 a oggi il numero di potenziali migranti naufragati o vittime alle frontiere dell'Europa ha contato oltre 14.660 morti».

IN FUGA DALLA FAME - Queste tragedie, spiega monsignor Veglio, «colpiscono esseri umani che cercano di raggiungere Paesi o regioni economicamente più sviluppati, per fuggire povertà e fame. Per questo sono pronti a rischiare tutto, anche la loro stessa vita. Si richiede una forte e lungimirante politica di cooperazione internazionale per essere adeguatamente affrontato. Se da una parte è importante sorvegliare tratti di mare e prendere iniziative umanitarie, è legittimo il diritto degli Stati a gestire e regolare le migrazioni. C'è tuttavia un diritto umano ad essere accolti e soccorsi. Ciò si accentua in situazioni di estrema necessità, come per esempio l'essere in balia delle onde del mare».

«PAROLE CON POCO SENSO» - Ma il leader della Lega attacca: «Quelle dei vescovi sono parole con poco senso». Il riferimento è alle dichiarazioni della Cei, che ha definito la nuova tragedia del mare nel Canale di Sicilia «un'offesa per l'umanità». «Che le porte le apra il Vaticano che ha il reato di immigrazione; che dia lui il buon esempio - ha aggiunto il leader della Lega -. Partono molto meno di prima ma bisogna riuscire a fermarli, sennò si prosegue con un sacco di morti, con gente che rischia la vita per niente, perché quando arriva qui non ci sono posti di lavoro. Dato che nessuno accoglierà la gente senza controlli bisogna assolutamente fermare le partenze». Anche il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli ha attaccato i vescovi: «Sento critiche inaccettabili, strumentali e basate su presupposti falsi a proposito del dramma degli eritrei e allora sono obbligato a ricordare che noi, e non altri, abbiamo soccorso i superstiti e salvato vite umane. Con la fermezza, una fermezza preventiva il nostro governo ha già salvato, senza alcun dubbio, centinaia di vite. Ha applicato una fermezza che è profondamente umana».

DUE IPOTESI DI REATO - Intanto la Procura di Agrigento ha aperto un'inchiesta con due ipotesi di reato: «Stiamo procedendo per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e omicidio colposo plurimo a carico di ignoti» spiega il procuratore Renato Di Natale. Nell'indagine, condotta dal pm Santo Fornasier, potrebbe entrare anche l'ipotesi di omissione di soccorso, dopo che i cinque eritrei superstiti hanno raccontato di non essere stati tratti in salvo da una motovedetta maltese. L'equipaggio si sarebbe limitato a fornire loro dei salvagenti e il carburante per proseguire verso Lampedusa.

I CINQUE SUPERSTITI - «La Guardia di finanza e la polizia stanno svolgendo una serie di accertamenti, anche sui giubbotti di salvataggio trovati a bordo del gommone - spiega Di Natale -. Si tratta comunque di una vicenda giudiziaria complessa. Dobbiamo anche valutare l'iscrizione nel registro degli indagati dei cinque eritrei: in base alle norme del decreto sulla sicurezza devono infatti rispondere di immigrazione clandestina, anche se sono nelle condizioni di fare richiesta d'asilo perché riconosciuti cittadini bisognosi di protezione». Il procuratore non esclude poi una formulazione di accusa contro Malta: «Stiamo valutando il racconto dei naufraghi: se dovesse trovare conferma non escludiamo una possibile rogatoria internazionale con Malta per l'ipotesi di omissione di soccorso».

CADAVERI ABBANDONATI
- Fino a questo momento sono stati ascoltati quattro dei cinque eritrei soccorsi giovedì scorso al largo di Lampedusa. I migranti hanno riferito di essere gli unici superstiti di un gruppo di 78 extracomunitari, partito il 28 luglio dalla Libia. Durante la traversata i loro compagni sarebbero morti di stenti e i cadaveri abbandonati in mare. I superstiti hanno anche sostenuto che una motovedetta maltese avrebbe fornito loro il carburante per proseguire verso Lampedusa, rifiutandosi di soccorrerli. «Il codice di navigazione internazionale - osserva il procuratore - obbliga a prestare soccorso in mare a chiunque si trovi in difficoltà, a prescindere dalla nazionalità. Si tratta comunque di una vicenda complessa, visto che l'episodio è avvenuto in acque di competenza maltese. Teoricamente dovrebbe essere la magistratura di quel Paese a procedere».

OTTO CORPI AVVISTATI
- Intanto proseguono le ricerche in mare e sono otto i cadaveri avvistati dagli aerei maltesi impegnati nella missione "Frontex", il pattugliamento congiunto del Mediterraneo. I corpi, tutti in avanzato stato di decomposizione, potrebbero appartenere ai migranti che erano sul gommone con i cinque eritrei soccorsi al largo di Lampedusa. I maltesi hanno spiegato che non è stato possibile il recupero perché si trovano in acque di competenza libica. I primi quattro cadaveri sono stati individuati martedì, altri tre giovedì sera, quando le autorità della Valletta hanno comunicato ufficialmente a quelle italiane l'avvistamento. L'ultimo avvistamento è stato registrato venerdì pomeriggio.

22 agosto 2009

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