martedì 1 settembre 2009

Corradi: letture non vere e fuorvianti del mio fondo sul naufragio degli eritrei

1 Settembre 2009


Caro Direttore,
leggo in un’intervista del direttore dell’Osservatore Romano Gian Maria Vian al Corriere che nell’editoriale sul naufragio degli eritrei, pubblicato il 21 agosto scorso, io avrei paragonato questa strage alla Shoah. Questo non è vero. Io ho scritto un’altra cosa, che riporto testualmente: «La nuova legge del non vedere. Come in un’abitudine, in un’assuefazione. Quando, oggi, leggiamo delle deportazioni degli ebrei sotto il nazismo, ci chiediamo: certo, le popolazioni non sapevano; ma quei convogli piombati, le voci, le grida, nelle stazioni di transito nessuno li vedeva e sentiva? Allora erano il totalitarismo e il terrore, a far chiudere gli occhi. Oggi no. Una quieta, rassegnata indifferenza, se non anche una infastidita avversione, sul Mediterraneo». Il paragone era quindi fra la tacita indifferenza con cui qualcuno negli anni della guerra fingeva di non vedere, e un non voler vedere, europeo e non solo italiano, davanti a una strage come questa, che peraltro non è certo la prima. Nel Mediterraneo si muore, si sa, ma non mi sembra che l’Occidente se ne indigni più che tanto. Questo ho scritto; dire che ho paragonato la strage del 20 agosto alla Shoah è non vero, ed è del tutto fuorviante.
Marina Corradi

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