martedì 1 settembre 2009

ITALIA-LIBIA Migranti respinti, l’Europa chiede spiegazioni

1 Settembre 2009


È stato un rientro tormentato quello dei 75 migranti respinti dall’Italia verso la Libia. Gli africani raccolti dalla motovedetta della Guardia di Finanza, che si dichiarano in fuga dalla Somalia, hanno rifiutato di trasferirsi sulle motovedette libiche. E con un telefono satellitare hanno raccontato a un giornalista della Bbc di avere chiesto inutilmente ai militari italiani di poter presentare richiesta di asilo, temendo di essere arrestati in Libia. Sul caso la Commissione dell’Unione europea annuncia una richiesta di chiarimenti alle autorità italiane e maltesi. Ma allo stesso tempo il vicepresidente Jacques Barrot propone un sistema europeo per il diritto di asilo, attraverso la «ricollocazione» dei rifugiati tra paesi membri, per non pesare solo sui Paesi in prima linea come Italia, Malta e Grecia.

Le tensioni sul pattugliatore d’altura “Denaro” delle Fiamme Gialle, che aveva intercettato il barcone di somali a largo di Capo Passero in Sicilia, sono cominciate ieri mattina quando i 75 disperati - tra cui 15 donne e tre minorenni - si sono opposti al trasbordo sulle unità navali libiche. A rendere difficili le operazioni anche le condizioni del mare. Per motivi di sicurezza la Finanza alla fine ha deciso di fare rotta direttamente verso la Libia. Uno dei migranti con un telefono satellitare ha lanciato un drammatico appello a un corrispondente della Bbc in Italia, di origine somale: «Siamo disperati, alcuni di noi stanno male. Temiamo ci costringano a sbarcare. Aiutateci. Abbiamo chiesto ai militari italiani l’intenzione di fare richiesta d’asilo e li abbiamo pregati di non consegnarci ai libici, perché temiamo di finire in carcere, ma non hanno voluto sentire ragioni».

Tra i 75, dieci di loro - sette donne e tre minori - sarebbero in precarie condizioni di salute.Per tutti gli altri, poco dopo le 13, il ritorno a Tripoli ha segnato la fine di un viaggio della speranza. Ad un primo esame il personale sanitario libico ha definito i migranti respinti in «buone condizioni».
Ma la vicenda in realtà non finisce qui. L’Unione europea si fa sentire per bocca di Dennis Abbott, uno dei portavoce della Commissione Ue, il quale spiega che alle autorità italiane e maltesi verrà inviata una lettera per avere chiarimenti sul respingimento "al mittente" dei migranti. Abbott ha spiegato che una lettera è stata già inviata a Roma sull’altro caso del barcone a Lampedusa e che la Commissione attende risposta. La richiesta non significa comunque che la Commissione stia «puntando il dito di accusa» contro Stati dell’Ue come l’Italia, Malta e la Grecia che sono «in prima linea» a fronteggiare gli sbarchi. Ed è per questo che, ribadendo che «ogni essere umano ha il diritto di fare richiesta di protezione internazionale e di status di rifugiato», è necessario che il peso della gestione vada distribuita fra tutti gli stati, «aumentando la cooperazione».

E domani il vicepresidente della Commissione Jacques Barrot, presenterà una proposta per la redistribuzione dei rifugiati da paesi terzi. L’Europa, annuncia infatti Barrot, vuole dotarsi degli strumenti per accogliere i rifugiati nel rispetto dei principi dell’Onu e della Commissione Europea dei diritti dell’uomo, senza pesare solo sui paesi geograficamente più esposti. Il vicepresidente Barrot parla di un «sistema comune europeo per il diritto d’asilo», dell’apertura nel 2010 dell’Ufficio europeo per il diritto d’asilo, di un sistema di ricollocazione interna dei rifugiati già sperimentato in un progetto pilota a Malta da dove i rifugiati sono stati trasferiti in altri paesi membri dell’Ue a cominciare dalla Francia. Ci sarà anche un Fondo europeo per i rifugiati.
Luca Liverani

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