23/10/2009
Per settimane, forse per mesi il video girato con un telefonino in un appartamento privato in cui compare Piero Marrazzo è stato oggetto di trattative. Misteriosi emissari davano appuntamenti in zone periferiche per cercare di venderlo a chi offrisse di più. Non è l'unico video, l'abbiamo scritto qui molte settimane fa. Poichè escono e ad orologeria altri ne usciranno, poichè sono usati come clave per bastonare nel tentativo di ridurre in fin di vita (politica) chi ne è oggetto sarebbe il caso di cominciare a denunciare, possibilmente non in solitudine, l'indecente andazzo. Un altro video riguarda una notissima dirigente della Destra. Un altro un europarlamentare altrettanto celebre. Ci sono poi foto, file audio.
In tutti i casi si tratta di persone maggiorenni ritratte in condizioni intime: fatti personali, niente che possa avere rilevanza pubblica dal momento che non risulta - neppure in questo caso - che a nessuna delle persone coinvolte siano stati offerti o anche solo promessi in cambio delle loro prestazioni favori di natura amministrativa, posti di lavoro in enti pubblici, seggi in consigli comunali o all'europarlamento. Ciò che fa la differenza rispetto alla rilevanza di un comportamento privato è la natura pubblica della moneta di scambio: se nella mia vita frequento escort o transessuali sono fatti miei, se li frequento promettendo in cambio - dall'alto della mia posizione - poltrone e seggi di governo sono fatti di tutti i cittadini. Del caso Marrazzo la notizia più rilevante sembra essere il coinvolgimento di quattro carabinieri nel ruolo di estorsori: usi a obbedir tacendo, non più nemmeno loro.
La storia è, per il resto, a dir poco oscura. All'epoca della campagna elettorale per le regionali, Storace presidente, ci furono diversi attacchi ai danni degli altri candidati: un'incursione di esperti del ramo nella banca dati della pubblica anagrafe per manomettere firme, una vaga minaccia di "fregare Marrazzo con un viado". Il presidente della Regione ha detto ieri: sono la vittima, non è la prima volta. Si può ragionare su come si debba e si possa comportare la vittima di un tentativo di estorsione. David Letterman, per esempio, anche lui giornalista, l'ha denunciata in diretta tv: hanno del materiale che mi ritrae in compagnia di una persona che non è mia moglie, mi chiedono soldi ma non ho intenzione di darli. E' probabilmente il modo migliore per uscirne, in conti in famiglia si fanno poi in privato. Marrazzo non ha fatto così. Non si vedono, per il momento, altri elementi che non siano fortemente privati a parte, ripeto, il coinvolgimento di alcuni carabinieri. Quando toccò a Boffo l'Unità fece una copertina coi birilli del bowling: chi sarà il prossimo? Ecco. Abbiamo avuto i messaggi a Fini, i pedinamenti del giudice Mesiano, ora Marrazzo. Siamo tutti birilli. Non c'è chi non abbia niente da temere perchè le notizie, quando non ci sono, si inventano: diventa notizia un paio di calzini.
La storia è, per il resto, a dir poco oscura. All'epoca della campagna elettorale per le regionali, Storace presidente, ci furono diversi attacchi ai danni degli altri candidati: un'incursione di esperti del ramo nella banca dati della pubblica anagrafe per manomettere firme, una vaga minaccia di "fregare Marrazzo con un viado". Il presidente della Regione ha detto ieri: sono la vittima, non è la prima volta. Si può ragionare su come si debba e si possa comportare la vittima di un tentativo di estorsione. David Letterman, per esempio, anche lui giornalista, l'ha denunciata in diretta tv: hanno del materiale che mi ritrae in compagnia di una persona che non è mia moglie, mi chiedono soldi ma non ho intenzione di darli. E' probabilmente il modo migliore per uscirne, in conti in famiglia si fanno poi in privato. Marrazzo non ha fatto così. Non si vedono, per il momento, altri elementi che non siano fortemente privati a parte, ripeto, il coinvolgimento di alcuni carabinieri. Quando toccò a Boffo l'Unità fece una copertina coi birilli del bowling: chi sarà il prossimo? Ecco. Abbiamo avuto i messaggi a Fini, i pedinamenti del giudice Mesiano, ora Marrazzo. Siamo tutti birilli. Non c'è chi non abbia niente da temere perchè le notizie, quando non ci sono, si inventano: diventa notizia un paio di calzini.
E' una stagione orrenda, è una guerra lercia. Non ci guadagna neppure chi crede di sì. Se è questa la battaglia ne moriranno avvelenati tutti. Il pubblico pagante compreso: tra poco, tra non molto, neppure i filmati coi trans faranno più gola. Solo pena. Solo voglia di andarsene da qui.
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