mercoledì 7 ottobre 2009

Berlusconi, aiuti dagli 007 stranieri


di CARMELO LO PAPA

Il premier Silvio Berlusconi ha davvero chiesto aiuto a servizi segreti stranieri? E di quali paesi? E aiuto per cosa? Il caso lo solleva il Pd, monta in serata e finisce col generare l'allarme dell'intero fronte dell'opposizione. Prende spunto da una indiscrezione che pubblica il Corriere della Sera e che non viene smentita da Palazzo Chigi. Il riferimento è al presidente del Consiglio sotto assedio, che "sospetta una manovra anti-nazionale" e che, "per capire cosa gli stia succedendo, avrebbe chiesto aiuto ai servizi di una potenza amica ma non alleata". Allusione che, riportata così, farebbe pensare alla Russia dell'"amico" Vladimir Putin.

"Il presidente Berlusconi ha l'obbligo istituzionale di smentire ufficialmente la notizia - scandisce il vicecapogruppo Pd al Senato, Luigi Zanda - . In Italia i servizi dipendono gerarchicamente dal presidente del Consiglio. Se quanto scritto risultasse fondato, dimostrerebbe la totale sfiducia del premier nei confronti delle forze di sicurezza italiane". Il dirigente democrat è stupito per il silenzio di Palazzo Chigi: "Se davvero si fosse rivolto a servizi stranieri sarebbe alto tradimento", lo hanno sentito sibilare i colleghi di gruppo a Palazzo Madama.

Paolo Guzzanti, che da un anno è in rotta col Cavaliere anche per via del sodalizio con Putin (ha lasciato il Pdl, ora è nel Partito liberale), preannuncia un'interrogazione urgente al Senato. "Se fosse vero, sarebbe configurabile almeno moralmente come alto tradimento, roba da impeachment dinanzi al Parlamento. Io già mi sento il Kgb sul collo da sei anni (dai tempi della commissione Mitrokhin, ndr), sono stato osservato, pedinato, intercettato, sorvegliato: la verità è che la presenza russa in Italia è reale, capillare e direttamente proporzionata alla nostra dipendenza energetica". Nel suo battagliero blog, "Rivoluzione italiana", Guzzanti rincara: "Che macabra coincidenza, proprio oggi è il terzo anniversario dell'assassinio di Anna Politkovskaya. Saremmo dunque nelle tenere mani di quei servizi?"

Emanuele Fiano è componente democratico del Comitato di controllo sui servizi segreti, presieduto da Francesco Rutelli. Per il momento, nessuna iniziativa formale del Pd, in attesa degli eventi e di una seppur tardiva smentita. "Due gli aspetti più preoccupanti - nota - . Fosse vero, si tratterebbe di un atto di sfiducia nei confronti dei nostri servizi, ma soprattutto farebbe cadere il Paese in una perdita di sovranità che per una democrazia è un fatto di estrema gravità".

Questo sì, scandisce il capogruppo Idv alla Camera, Massimo Donadi, "che sarebbe un vero golpe: tradimento dei valori fondanti della Repubblica. Al momento, preferisco pensare che il premier sia solo in palese stato confusionale". Anche nei settori moderati del Parlamento serpeggia una certa sorpresa. "Strano che non sia arrivata alcuna smentita - dice il senatore Udc Giampiero D'Alia, responsabile intelligence e sicurezza -. Così si finisce con l'alimentare quell'alone di mistero che già circonda il premier".

(7 ottobre 2009)

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