giovedì 29 ottobre 2009

Berlusconi stravolge Floris


“Non sono l’anomalia italiana”. Il premier alla cornetta fa il boom di ascolti
di Carlo Tecce


I pezzi scelti per l’incursione a Ballarò sono i più antichi del repertorio: giudici comunisti, i cento procedimenti, interpretazioni strumentali. Scontato. Come il desiderio (ormai risaputo) di Silvio Berlusconi: sostituire Paolo Ruffini alla direzione di Rai Tre per zittire il suo pupillo Floris e, di riflesso, soffocare l’autonomia dei vari Fabio Fazio, Serena Dandini e Lucia Annunziata. La terza rete è un’enclave televisiva perché scampata alla bonifica governativa. Nonostante le nomine aziendali siano quasi complete, presto Ruffini tornerà sull’agenda del consiglio di amministrazione. Le truppe aspettavano un segnale, adesso sono pronte a riaprire una questione sospesa. Il mirino di Berlusconi indica Floris per stringere su Rai Tre: “Lei fa dei processi pubblici nei miei confronti e senza contraddittorio nella tv pagata da tutti i cittadini. Le ricordo che la televisione non è sua. Ho assistito agli interventi degli esponenti della sinistra, ho assistito al festival delle falsità e della calunnia. La tv pubblica italiana ha una prevalenza assoluta di giornalisti di sinistra e di programmi di sinistra e attacca il governo”. La telefonata da Arcore irrompe in diretta a venti minuti dalla chiusura, non sconvolge più di tanto Giovanni Floris, abituato - siamo al quarto intervento in tre anni - a sedare la foga di Berlusconi in collegamento da casa. Il presidente del Consiglio è furente perché i consoli in studio, i ministri La Russa e Alfano, non l’hanno blindato con cura nel giorno della conferma in Appello della condanna di David Mills. Berlusconi stravolge la scaletta: via il dibattito sulla crisi economica, ecco la giustizia rossa. Floris cammina nervoso e tergiversa, lascia libero sfogo all’ospite da Arcore che, con piglio da consumato conduttore, rifiuta le domande e gestisce il tempo a sua discrezione: “Non sono l’anomalia italiana, ma lo sono i pm e i giudici comunisti di Milano che da quando sono sceso in politica mi hanno aggredito in tutti i modi. I pm sono la vera opposizione nel nostro Paese”. Floris si sveglia felice e con un meraviglioso bottino di ascolti (quasi 5 milioni di spettatori con picchi di 6 con il premier alla cornetta) e poi esamina la serata sul proprio sito: “Noi facciamo giornalismo, non siamo faziosi, esercitiamo il diritto di critica verso tutto e tutti. L’importante è non cedere, mantenere la calma e tenersi lucidi pensando alla domanda che vuoi fare. Insomma, mentre il presidente del Consiglio parlava di faziosità io pensavo all'Irap!''. E forse Berlusconi pensava come insidiare Ballarò. Stasera tocca ad Annozero (Marco Travaglio ha firmato il contratto di 4 mesi). Nella trasmissione di Michele Santoro si discuterà di “ricatti” e del caso Marrazzo per capire se “dossier, veline e filmati siano diventate le armi della politica”. E già s’avvertono i fumi della polemica. Chissà se stavolta, con la scarlattina che inchioda davanti alla tv, il presidente del Consiglio chiamerà Annozero: ci aveva provato due settimane fa da Sofia - la città dell’editto - ma aveva inutilmente allertato e scosso il direttore di Rai Due, Massimo Liofredi. Non è da escludere un’invasione telefonica di Berlusconi, due in tre giorni: il 7 ottobre - la sera della bocciatura del Lodo Alfano - è intervenuto quasi in contemporanea a Matrix e Porta a Porta. I precedenti sono una decina. Il più pittoresco al Processo di Biscardi: “Parola d’onore: non lascio Kakà al Manchester City”. Vero. L’ha venduto a giugno al Real Madrid.

Nessun commento: