Il vincitore Pierluigi Bersani pensa alla squadra, mentre Dario Franceschini analizza la sconfitta e convoca oggi i suoi. Le cifre sono ancora parziali - i seggi scrutinati sono il 73% - ma disegnano un quadro pressoché completo degli equilibri nel Pd dopo le primarie di domenica. E innescano subito le polemiche tra i supporter di Franceschini: gli ex Popolari di Beppe Fioroni accusano quelli della lista "Semplicemente democratici" - cioè Davide Sassoli, Sergio Cofferati, Debora Serracchiani - di avere portato a casa un pugno di mosche. Leonard Touadi ad esempio, designato da Franceschini come suo vice, e che correva in quella lista a Roma, non è stato eletto nell'Assemblea dei mille che si riunirà il 7 novembre, atto conclusivo del lungo congresso. Sassoli a rischio, pare infine esserci entrato per un soffio.
I numeri. Innanzitutto, i votanti: 2 milioni 816 mila e 114. Il Pd parla di "proiezioni" poiché mancano le verifiche, si sono accumulati ritardi nel Lazio per una lite sui soldi tra i circoli e le federazioni provinciali. Quindi, i risultati degli sfidanti alla segreteria: al vincitore Pierluigi Bersani va il 53,3% a Dario Franceschini il 34,4%, a Ignazio Marino il 12,3%. Tuttavia ci sono ancora scrutini da fare e si stima una crescita per Marino. Maurizio Migliavacca, presidente della commissione, è cauto. Le schede bianche sono state 1,6%. In Sicilia Franceschini è addirittura in testa (51,5%) anche se a sera il dato si è già ridimensionato. Boom di consensi per Bersani in Calabria (77,2%) dove la lista del "governatore" Agazio Loiero raccoglie più voti dei supporter ex Ds, un test anche per gli equilibri interni in vista delle regionali del 2010.
Sul piano politico. Nella conversazione dell'altra notte, Bersani e Franceschini hanno parlato del futuro del Pd. Franceschini ha ribadito: "Nessun incarico per me, darò comunque una mano al partito, l'importante è che siano recuperate le ragioni politiche della mia mozione". Ma i franceschiniani puntano a caselle nei futuri organigrammi? Antonello Giacomelli, capo della segreteria di Franceschini dice che "non è questione di ruoli, l'importante è che non ci sia un mercato tipo Porta Portese". Della squadra che ha in mente Bersani per ora si sa che non prevede nessun ticket, bensì una segreteria che dia il senso del rinnovamento e dell'attenzione al territorio. Potrebbe perciò reclutare Claudio Martini, presidente in scadenza della Regione Toscana, il lettiano Francesco Boccia, Nico Stumpo e Matteo Orfini, assistente di Massimo D'Alema. Domani saranno riuniti i gruppi di Camera e Senato e i presidenti Antonello Soro e Anna Finocchiaro rimettono il mandato, essendo cambiato il segretario. Più in bilico Soro, che potrebbe essere sostituito da Franceschini stesso (nelle intenzioni dei bersaniani), da Piero Fassino o da Beppe Fioroni; mentre la Finocchiaro ha pari probabilità di essere sostituita o confermata. Al suo posto si fanno i nomi di Luigi Zanda, di Vannino Chiti, di Nicola Latorre. Pressing di Bersani su Prodi per la presidenza del partito anche se in pole position c'è Rosy Bindi, grande elettore di Bersani, che gli stessi franceschiniani vedono bene.
Infine, le alleanze. Di Pietro va all'attacco: "Al nuovo segretario chiediamo con chi voglia fare squadra, noi ci stiamo ma solo senza patti con il Pdl e se ci si libera delle zavorre, di candidati che non sono stati buoni amministratori". Dal Pdl Paolo Bonaiuti: "Bersani comincia male", per le dichiarazioni sul "caso Marrazzo".
(27 ottobre 2009)
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