Ricorda e rilancia l'Ulivo. Dice di non temere "scissioni interne". Definisce le primarie "una grande vittoria per il Pd", giunta la termine "di una giornata incredibile per partecipazione e anche per organizzazione". E a Rutelli che sembra intenzionato a lasciare il Pd replica: "Siamo qualcosa di nuovo, non ci si può sottrarre alla sfida". Pierluigi Bersani comincia così la sua prima giornata da segretario dei democratici. Ricordando che "dentro questa vittoria c'è anche la mia ma anche il contributo a dimostrare che questo può essere un Paese democratico e normale". Un Paese normale, la stessa espressione coniata dal suo più grande sponsor: Massimo D'Alema. "Oggi - sottolinea il neosegretario - siano un po' più simili ai grandi Paesi democratici. Non so se qualcun altro vuol fare questa riflessione...".
Pensa ad un "partito popolare dei tempi moderni', l'ex ministro, "capace di usare tutte le cose nuove, ma senza dimenticare il radicamento nel territorio e senza dimenticare i soggetti a cui vogliamo rivolgerci: i lavoratori, le piccole imprese, le famiglie con i loro bisogni, le nuove generazioni. Un partito che guarda negli occhi questa gente".
Un punto di partenza c'è: l'Ulivo. "Ho sempre detto che in quel movimento - aggiunge il segretario democratico - c'era il sapore di una grande riscossa civica, non era solo un'operazione politica. Questo è un punto che intendo riprendere perché abbiamo bisogno di metter dentro alla forza che abbiamo fatto vedere ieri, una spinta che viene dall'idea che questo Paese può vivere intorno alle regole, ai meriti, ai diritti, ai doveri, alla sobrietà della politica. L'Ulivo mi pare rappresentasse questo: quindi è un tema da riprendere".
La risposta a Rutelli. "Non credo che qualcuno voglia sottrarsi a questa sfida". La risposta del neosegretario al presidente del Copasir, che ha fatto capire di essere pronto a correre con Casini perché il Pd "si sbilancia troppo a sinistra e si isola", è chiara. A chi gli chiedeva una reazione alle anticipazioni del libro di Vespa Bersani ha detto: "Penso che la prova di ieri sia stata inequivocabile, è indiscutibile che chi si è messo in fila e ha pagato 2 euro ha dimostrato fiducia nel Pd, un partito nuovo e non vecchio, che si deve dare un profilo nuovo di cultura politica. Non credo che qualcuno voglia sottrarsi a questa sfida affascinante".
Capitolo alleanze. Bersani vede un partito che "offre un quadro generoso" e che si rivolge "a tutte le forze alternative alla destra". Non un partito "che dialoga, ma che si confronta. C'è il Parlamento, lì si discute".
Sulle conseguenze del caso Marrazzo, il segretario del Pd attacca trasversalmente il presidente del Consiglio: "Non ho ancora visto l'autosospensione di Berlusconi, ma magari ci sarà la settimana prossima. Intanto parliamo di cose più serie, dei problemi reali dei cittadini".
Si mette in moto l'ex ministro. E comincia dal mondo del lavoro. Dopo la conquista della segreteria, Bersani, in un'intervista radiofonica ai microfoni di Cnr, spiega che "il primo gesto da segretario sarà quello di occuparmi del lavoro e della precarietà, poiché credo che abbiamo bisogno di riportare la politica ai fondamentali". C'è un "muro di gomma da abbattere - spiega - quello che si è creato tra sistema politico, media e condizioni reali".
Oggi, come primo atto, Bersani incontrerà i lavoratori di Prato. Il distretto del tessile è in affanno, stretto tra la delocalizzazione delle fabbriche in Cina e nell'Europa dell'Est, e pesa anche la "concorrenza sleale" in loco delle ditte gestite da cinesi, spesso irregolari e abusive. La crisi, a Prato, ha causato la perdita di migliaia di posti di lavoro. Dopo 63 anni di giunte di sinistra, alle amministrative dello scorso giugno il Comune è stato conquistato dal centrodestra, con il sindaco Roberto Cenni. E proprio per parlare della difficile situazione economica, Bersani chiede a Berlusconi e il ministro Giulio Tremonti di venire in Parlamento "almeno una volta" a discutere della crisi.
(26 ottobre 2009)
Pensa ad un "partito popolare dei tempi moderni', l'ex ministro, "capace di usare tutte le cose nuove, ma senza dimenticare il radicamento nel territorio e senza dimenticare i soggetti a cui vogliamo rivolgerci: i lavoratori, le piccole imprese, le famiglie con i loro bisogni, le nuove generazioni. Un partito che guarda negli occhi questa gente".
Un punto di partenza c'è: l'Ulivo. "Ho sempre detto che in quel movimento - aggiunge il segretario democratico - c'era il sapore di una grande riscossa civica, non era solo un'operazione politica. Questo è un punto che intendo riprendere perché abbiamo bisogno di metter dentro alla forza che abbiamo fatto vedere ieri, una spinta che viene dall'idea che questo Paese può vivere intorno alle regole, ai meriti, ai diritti, ai doveri, alla sobrietà della politica. L'Ulivo mi pare rappresentasse questo: quindi è un tema da riprendere".
La risposta a Rutelli. "Non credo che qualcuno voglia sottrarsi a questa sfida". La risposta del neosegretario al presidente del Copasir, che ha fatto capire di essere pronto a correre con Casini perché il Pd "si sbilancia troppo a sinistra e si isola", è chiara. A chi gli chiedeva una reazione alle anticipazioni del libro di Vespa Bersani ha detto: "Penso che la prova di ieri sia stata inequivocabile, è indiscutibile che chi si è messo in fila e ha pagato 2 euro ha dimostrato fiducia nel Pd, un partito nuovo e non vecchio, che si deve dare un profilo nuovo di cultura politica. Non credo che qualcuno voglia sottrarsi a questa sfida affascinante".
Capitolo alleanze. Bersani vede un partito che "offre un quadro generoso" e che si rivolge "a tutte le forze alternative alla destra". Non un partito "che dialoga, ma che si confronta. C'è il Parlamento, lì si discute".
Sulle conseguenze del caso Marrazzo, il segretario del Pd attacca trasversalmente il presidente del Consiglio: "Non ho ancora visto l'autosospensione di Berlusconi, ma magari ci sarà la settimana prossima. Intanto parliamo di cose più serie, dei problemi reali dei cittadini".
Si mette in moto l'ex ministro. E comincia dal mondo del lavoro. Dopo la conquista della segreteria, Bersani, in un'intervista radiofonica ai microfoni di Cnr, spiega che "il primo gesto da segretario sarà quello di occuparmi del lavoro e della precarietà, poiché credo che abbiamo bisogno di riportare la politica ai fondamentali". C'è un "muro di gomma da abbattere - spiega - quello che si è creato tra sistema politico, media e condizioni reali".
Oggi, come primo atto, Bersani incontrerà i lavoratori di Prato. Il distretto del tessile è in affanno, stretto tra la delocalizzazione delle fabbriche in Cina e nell'Europa dell'Est, e pesa anche la "concorrenza sleale" in loco delle ditte gestite da cinesi, spesso irregolari e abusive. La crisi, a Prato, ha causato la perdita di migliaia di posti di lavoro. Dopo 63 anni di giunte di sinistra, alle amministrative dello scorso giugno il Comune è stato conquistato dal centrodestra, con il sindaco Roberto Cenni. E proprio per parlare della difficile situazione economica, Bersani chiede a Berlusconi e il ministro Giulio Tremonti di venire in Parlamento "almeno una volta" a discutere della crisi.
(26 ottobre 2009)
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