Bossi rilancia la candidatura di Tremonti alla vicepresidenza del Consiglio, mentre Berlusconi riunisce ad Arcore i vertici del Pdl, che confermano fiducia alla «politica economica» del governo, ma hanno di fatto bloccato la promozione del ministro dell'Economia. Tremonti, spalleggiato dalla Lega, sostiene la linea del rigore economico, ma questa sua posizione ha suscitato l'ostilità di molti colleghi dell'esecutivo. E anche qualche dissapore con lo stesso Berlusconi. Nel vertice di sabato ad Arcore tra il premier, Tremonti e Bossi (l'incontro era stato inizialmente rimandato per il ritardato rientro del capo del governo dalla Russia) era filtrata l'ipotesi di affidare al titolare dell'Economia la vicepresidenza del Consiglio.
LE POSIZIONI - Un'idea che Renato Brunetta aveva subito bocciato. «Giulio non ha bisogno di altri galloni» aveva dichiarato il ministro per l'Innovazione e la Pubblica Amministrazione. Posizione condivisa dal ministro dei Trasporti, Altero Matteoli: «Non serve aumentare le poltrone». Adesso, però, è Bossi a rilanciare. Alla domanda se Tremonti debba diventare vicepremier, Bossi risponde secco: «Secondo me sì». «Da ministro - spiega - Tremonti può stabilizzare. Dal punto di vista economico è un ottimo ministro, poi ha tutti i contatti che servono in Europa». «Senza Tremonti - aggiunge Bossi - c'è il rischio di dover aumentare le tasse per decreto. Lui è una garanzia perché frena gli spendaccioni». E a chi gli chiede se una svolta del genere non finirebbe per «commissariare» di fatto Berlusconi, Bossi replica: «Sono tutte stupidaggini. Tremonti è amico di Berlusconi, gli vuole bene e non farebbe mai una cosa del genere».
VERTICE - Nel frattempo a Villa San Martino si è riunito il vertice convocato da Berlusconi con i tre coordinatori nazionali del Pdl: il ministro della Difesa Ignazio La Russa, Denis Verdini, e il ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi. Bossi non teme «destabilizzazioni» dall'incontro. «Noi ci stabilizziamo da soli, Berlusconi non è mica cretino» assicura il Senatùr. E al termine del vertice, è la Russa ad affermare che si è discusso «di politica economica, del partito, delle regionali e del Governo». «Non vi aspettate cose drammatiche» scandisce il ministro. Alla domanda se durante il vertice si sia parlato dell'eventuale promozione del ministro dell'Economia, La Russa risponde: «Non è stato questo il tema della discussione». Poi aggiunge: «Ma voi siete sicuri che è quello che ha chiesto Tremonti?».
LA NOTA - Poco dopo i vertici del Pdl diffondono una nota ufficiale. «Nel corso dell'incontro con il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi - si legge - è stata espressa piena condivisione della politica economica del governo. In particolare si è concordato sulla necessità espressa dal presidente Silvio Berlusconi di coniugare e di contemperare due esigenze altrettanto valide, soprattutto nel momento in cui si intravedono alcuni segnali di miglioramento della crisi economica, e cioè l'esigenza inderogabile del rigore, da tutti condivisa, e quella della ripresa dello sviluppo economico. Tutto ciò - conclude - in coerenza con gli impegni programmatici assunti da questo governo e dalla maggioranza che lo sostiene di fronte agli elettori».
TREMONTI, I BANCHIERI E SINISCALCO - Nel pomeriggio Tremonti è stato per due ore a colloquio nell'ufficio milanese del dicastero con Domenico Siniscalco, l'economista che lo aveva sostituito al dicastero dell'Economia nel 2004. A chi gli ha chiesto il motivo della sua visita, l’attuale chef executive di Morgan Stanley Italia ha risposto di essere arrivato «come amico, perché Tremonti è un amico». E a chi ha domandato a Siniscalco se ci sia l’eventualità di un suo ritorno al ministero dell’Economia, l'ex titolare di via XX Settembre ha replicato sorridendo: «Non scherziamo, sono un uomo libero». Nel tardo pomeriggio Tremonti ha lasciato il suo ufficio milanese senza lasciare alcuna dichiarazione. A pranzo incontrato i banchieri Corrado Passera (Intesa Sanpaolo) e Alessandro Profumo (Unicredit), accompagnati da Giuseppe Guzzetti (Fondazione Cariplo).
26 ottobre 2009
LE POSIZIONI - Un'idea che Renato Brunetta aveva subito bocciato. «Giulio non ha bisogno di altri galloni» aveva dichiarato il ministro per l'Innovazione e la Pubblica Amministrazione. Posizione condivisa dal ministro dei Trasporti, Altero Matteoli: «Non serve aumentare le poltrone». Adesso, però, è Bossi a rilanciare. Alla domanda se Tremonti debba diventare vicepremier, Bossi risponde secco: «Secondo me sì». «Da ministro - spiega - Tremonti può stabilizzare. Dal punto di vista economico è un ottimo ministro, poi ha tutti i contatti che servono in Europa». «Senza Tremonti - aggiunge Bossi - c'è il rischio di dover aumentare le tasse per decreto. Lui è una garanzia perché frena gli spendaccioni». E a chi gli chiede se una svolta del genere non finirebbe per «commissariare» di fatto Berlusconi, Bossi replica: «Sono tutte stupidaggini. Tremonti è amico di Berlusconi, gli vuole bene e non farebbe mai una cosa del genere».
VERTICE - Nel frattempo a Villa San Martino si è riunito il vertice convocato da Berlusconi con i tre coordinatori nazionali del Pdl: il ministro della Difesa Ignazio La Russa, Denis Verdini, e il ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi. Bossi non teme «destabilizzazioni» dall'incontro. «Noi ci stabilizziamo da soli, Berlusconi non è mica cretino» assicura il Senatùr. E al termine del vertice, è la Russa ad affermare che si è discusso «di politica economica, del partito, delle regionali e del Governo». «Non vi aspettate cose drammatiche» scandisce il ministro. Alla domanda se durante il vertice si sia parlato dell'eventuale promozione del ministro dell'Economia, La Russa risponde: «Non è stato questo il tema della discussione». Poi aggiunge: «Ma voi siete sicuri che è quello che ha chiesto Tremonti?».
LA NOTA - Poco dopo i vertici del Pdl diffondono una nota ufficiale. «Nel corso dell'incontro con il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi - si legge - è stata espressa piena condivisione della politica economica del governo. In particolare si è concordato sulla necessità espressa dal presidente Silvio Berlusconi di coniugare e di contemperare due esigenze altrettanto valide, soprattutto nel momento in cui si intravedono alcuni segnali di miglioramento della crisi economica, e cioè l'esigenza inderogabile del rigore, da tutti condivisa, e quella della ripresa dello sviluppo economico. Tutto ciò - conclude - in coerenza con gli impegni programmatici assunti da questo governo e dalla maggioranza che lo sostiene di fronte agli elettori».
TREMONTI, I BANCHIERI E SINISCALCO - Nel pomeriggio Tremonti è stato per due ore a colloquio nell'ufficio milanese del dicastero con Domenico Siniscalco, l'economista che lo aveva sostituito al dicastero dell'Economia nel 2004. A chi gli ha chiesto il motivo della sua visita, l’attuale chef executive di Morgan Stanley Italia ha risposto di essere arrivato «come amico, perché Tremonti è un amico». E a chi ha domandato a Siniscalco se ci sia l’eventualità di un suo ritorno al ministero dell’Economia, l'ex titolare di via XX Settembre ha replicato sorridendo: «Non scherziamo, sono un uomo libero». Nel tardo pomeriggio Tremonti ha lasciato il suo ufficio milanese senza lasciare alcuna dichiarazione. A pranzo incontrato i banchieri Corrado Passera (Intesa Sanpaolo) e Alessandro Profumo (Unicredit), accompagnati da Giuseppe Guzzetti (Fondazione Cariplo).
26 ottobre 2009
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