Il Pdl fa quadrato attorno a Berlusconi: dopo la sentenza sul maxi-risarcimento da 750 milioni dovuti dalla Fininvest alla Cir di De Benedetti, e alla vigilia della sentenza della Corte Costituzionale sul lodo Alfano (la sentenza è attesa per mercoledì), i ministri Bondi e La Russa puntano il dito contro «l'attacco concentrico dei poteri forti» per far cadere il governo e lanciano la proposta di una «grande manifestazione di piazza» di sostengo al premier. Ma non è l'unica ipotesi ventilata negli ambienti della maggioranza. È la Lega, infatti, ad avanzare l'ipotesi del voto: «Macché cortei - afferma al Corriere della Sera il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli - si torni a votare». Un modo, spiega l'esponente leghista, «per dare una lezione ai "viscidoni" che anche all'interno del governo mantengono ambigue connivenze con i poteri forti».
BOSSI - E Bossi? Il Senatùr sembra allontanare l'idea di un ricorso alle urne («Non penso che si andrà a votare»), ma assicura che in ogni caso «la Lega è pronta». Alla domanda se ci sia un complotto contro Berlusconi, il ministro per le Riforme replica: «È un problema di mafia. Abbiamo fatto leggi fortissime contro la mafia, quindi il rischio era che se la pigliassero con Berlusconi. Le prostitute le muove la mafia». Andrà alla manifestazione che il centrodestra vuole organizzare dopo la sentenza sul lodo Mondadori? «Non ho ancora parlato con Berlusconi» risponde Bossi.
IL GIORNALE - Alla questione dedica ampio spazio anche il "Giornale" di Vittorio Feltri. La foto è di un premier pensieroso, di umore cupo. Il titolo è ancora più eloquente: «Questo è un golpe. Difendiamoci». L’editoriale del direttore detta la linea: «Berlusconi è stato attaccato al portafogli affinché capisca con le cattive ciò che non ha afferrato con le buone: deve abbandonare la politica». «Berlusconi ha tenuto duro su tutta la linea», sottolinea Feltri, ed ora deve versare 750 milioni di euro per la vicenda del Lodo Mondadori: «la qual cosa significa ammazzare Mondadori, Fininvest, e ferire a morte Mediaset».
RUTELLI - Il direttore del "Giornale" fa anche riferimento alle recenti dichiarazioni di Francesco Rutelli. L'esponente centrista del Pd è tornato a parlare di «governo del presidente» nell'ipotesi di una crisi: «Per evitare prove di forza, più che un governo politico serve un governo che affronti i problemi economici e istituzionali e faccia le riforme».
CESA - E l'Udc fa sapere che un eventuale voto anticipato non dispiacerebbe. «Che la maggioranza, invece di governare, perda tempo ad organizzare manifestazioni, equivale ad una dichiarazione di impotenza politica - scrive in una nota Lorenzo Cesa. - Questo nervosismo dei coordinatori del Pdl ed in generale della maggioranza rischia di essere le campane a morte della legislatura, il che all'Udc non dispiace».
CAPEZZONE - Il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone, risponde a stretto giro di posta: «È necessario che gli italiani siano messi nella condizione di vigilare contro il tentativo, ora più che mai evidente, di rovesciare il responso delle urne attraverso torbide operazioni di salotto, di tribunale e di Palazzo. Silvio Berlusconi, il governo e il Pdl hanno un rapporto saldo con i cittadini: e una larghissima maggioranza di elettori non consentirà che il proprio voto sia umiliato e sovvertito».
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