Francesco Rutelli lascia il Pd e il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, considera questa una buona notizia. «La accolgo positivamente - dice Casini a margine di un convegno della fondazione Liberal -. Si può realizzare un percorso comune. Non è un problema di destra, di sinistra o di centro perchè bisogna parlare agli italiani un linguaggio di senso che vada nella direzione di modernizzare il Paese in modo da ancorarlo a valori seri in un momento di degrado». A chi gli chiede se con l'ipotesi di avviare un percorso comune con l'ex leader della Margherita ci sia la possibilità di raddoppiare i consensi, l'ex presidente della Camera risponde: «È il minimo sennò sarebbe un insuccesso». «Francesco Rutelli - commenta poi il segretario dell'Udc, Lorenzo Cesa - sta facendo un lavoro positivo che va nello stesso verso nostro, nella nostra stessa direzione».
«SUPERARE IL BIPOLARISMO» - Per Casini, poi, occorre «riformare la legge elettorale» per superare una «sistema bipolare in cui risultano vincenti le ali esterne e i populisti». Il bipolarismo, per Casini, ha «consegnato la politica italiana ai ricatti da una parte di un populismo giustizialista di Di Pietro, che finisce per dare voce ai peggiori istinti di un'opposizione politica, e dall'altra ha messo la golden share della politica italiana in mano alla Lega, che la esercita con la spregiudicatezza e l'intelligenza che ha». Anche per questo, in vista delle prossime elezioni regionali, la scelta dei centristi sarà chiara: «L'Udc non si alleerá mai con coalizioni che sostengano un presidente della Lega».
BERSANI - E da Piacenza, dove sta festeggiando l'elezione a segretario Pd, Pierluigi Bersani commenta con i cronisti l'addio di Francesco Rutelli, che ha parlato di promesse tradite e del Pd come di un partito mai nato. «A me spiace - dice ancora Bersani - ma stiamo appunto cercando di fare il bambino nuovo, come ci hanno detto di fare 3 milioni di persone. Questo è quello in cui siamo impegnati. Mi dispiace - conclude - che non se ne possa discutere anche con Rutelli». «Non facciamo cose antiche. Stiamo cercando di fare il progetto nuovo, il bambino nuovo sotto la spinta di una grande partecipazione».
LE CRITICHE DAL PD - Ma la scelta di Rutelli è commentata anche da altri esponenti del centrosinistra. Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, esponenti della corrente ecodem del Pd, mandano un messaggio chiaro al presidente del Copasir: «Caro Francesco stai sbagliando». Secondo i due esponenti democratici è il Pd che «incarna la speranza di milioni di cittadini che vogliono cambiare questo paese con la costruzione di una forza riformista e moderna che non guardi al 900 ma alle sfide del futuro». E per questo la sua scelta di abbandonare «ci pare francamente di difficile comprensione, tanto più alla luce di un approdo in una forza che vedrebbe come interlocutore privilegiato l'Udc di Casini e Cuffaro». Per l'ex ministro Arturo Parisi, prodiano e ulivista doc, «nell'uscita di Rutelli dal Pd c'è una nettezza e una nitidezza che va riconosciuta e apprezzata. Se la scelta è netta e nitide sono le spiegazioni, lo stesso non si può certo dire per la prospettiva». In particolare, per Parisi «non è con una iniziativa di centro e inevitabilmente centrista che si può mettere riparo al danno fatto da tanti e innanzitutto dallo stesso Rutelli, ma riproponendo con forza la domanda di un partito nuovo».
31 ottobre 2009
«SUPERARE IL BIPOLARISMO» - Per Casini, poi, occorre «riformare la legge elettorale» per superare una «sistema bipolare in cui risultano vincenti le ali esterne e i populisti». Il bipolarismo, per Casini, ha «consegnato la politica italiana ai ricatti da una parte di un populismo giustizialista di Di Pietro, che finisce per dare voce ai peggiori istinti di un'opposizione politica, e dall'altra ha messo la golden share della politica italiana in mano alla Lega, che la esercita con la spregiudicatezza e l'intelligenza che ha». Anche per questo, in vista delle prossime elezioni regionali, la scelta dei centristi sarà chiara: «L'Udc non si alleerá mai con coalizioni che sostengano un presidente della Lega».
BERSANI - E da Piacenza, dove sta festeggiando l'elezione a segretario Pd, Pierluigi Bersani commenta con i cronisti l'addio di Francesco Rutelli, che ha parlato di promesse tradite e del Pd come di un partito mai nato. «A me spiace - dice ancora Bersani - ma stiamo appunto cercando di fare il bambino nuovo, come ci hanno detto di fare 3 milioni di persone. Questo è quello in cui siamo impegnati. Mi dispiace - conclude - che non se ne possa discutere anche con Rutelli». «Non facciamo cose antiche. Stiamo cercando di fare il progetto nuovo, il bambino nuovo sotto la spinta di una grande partecipazione».
LE CRITICHE DAL PD - Ma la scelta di Rutelli è commentata anche da altri esponenti del centrosinistra. Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, esponenti della corrente ecodem del Pd, mandano un messaggio chiaro al presidente del Copasir: «Caro Francesco stai sbagliando». Secondo i due esponenti democratici è il Pd che «incarna la speranza di milioni di cittadini che vogliono cambiare questo paese con la costruzione di una forza riformista e moderna che non guardi al 900 ma alle sfide del futuro». E per questo la sua scelta di abbandonare «ci pare francamente di difficile comprensione, tanto più alla luce di un approdo in una forza che vedrebbe come interlocutore privilegiato l'Udc di Casini e Cuffaro». Per l'ex ministro Arturo Parisi, prodiano e ulivista doc, «nell'uscita di Rutelli dal Pd c'è una nettezza e una nitidezza che va riconosciuta e apprezzata. Se la scelta è netta e nitide sono le spiegazioni, lo stesso non si può certo dire per la prospettiva». In particolare, per Parisi «non è con una iniziativa di centro e inevitabilmente centrista che si può mettere riparo al danno fatto da tanti e innanzitutto dallo stesso Rutelli, ma riproponendo con forza la domanda di un partito nuovo».
31 ottobre 2009
1 commento:
L'ARTICOLO SI LIMITA A FARE LA CRONACA DELLA INTEMPESTIVA MOSSA DI FRANCESCO RUTELLI: ERA APPENA FINITA L'ELEZIONE, BADA BENE L'ELEZIONE DEL SEGRETARIO PIERLUIGI BERSANI E QUEL BEL TOMO LI' CHE FA, SE NE VA!
SI FA ANCHE FREGARE DA BRUNO VESPA, CHE DA' L'ANTICIPAZIONE DEL SUO, CREDO SCHIFOSISSIMO, LIBRO, CHE GLI TAGLIA L'ERBA SOTTO I PIEDI E LO COSTRINGE AD ANTICIPARE I TEMPI.
IO NON AMO IL PD DAL MOMENTO DELLA SUA NASCITA AD OGGI, INFATTI NON L'HO VOTATO, MA SONO SICURO CHE LA MANCANZA DI RUTELLI NON SI FARA' SENTIRE, COME ANCHE CHE LA 'PROFEZIA' DI PIERCASINANDO (INSIEME RADDOPPIEREMO I VOTI, IL 14% DELL'ELETTORATO) SIA PIU' UNA PIA SPERANZA ED UNA ILLUSIONE CHE UNA REALTA' PROSSIMA VENTURA.
CIAO.
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