sabato 31 ottobre 2009

Marrazzo, accertamenti sulla morte di Cafasso


La procura di Roma ha disposto accertamenti sulla morte di Gianguarino Cafasso, lo spacciatore indicato come il "confidente" da uno dei carabinieri indagati con l'accusa di aver ricattato l'ex governatore del Lazio Piero Marrazzo. Cafasso è morto a settembre per un arresto cardiaco provocato probabilmente dall'assunzione di droga. Allo stato non sussistono elementi per ipotizzare una morte violenta dell'uomo, ma gli inquirenti vogliono comunque far luce su quel decesso. Per questo sono in attesa del completamento dell'esame autoptico e delle risultanze delle analisi tossicologiche. Cafasso, legato a una transessuale di nome Jennifer, era molto conosciuto negli ambienti dei viados che gravitano nella zona di via Gradoli dove, a luglio, l'ex governatore del Lazio era stato sorpreso in compagnia di una trans.

La procura si opporrà alla scarcerazione dei quattro carabinieri detenuti a Regina Coeli. La posizione dei pm sarà formalizzata il 4 novembre durante l'udienza del Tribunale del riesame sulle istanze di scarcerazione presentate dai legali di Carlo Tagliente, Luciano Simeone, Antonio Tamburrino e Nicola Testini. Prima dell'udienza i magistrati sentiranno di nuovo i quattro carabinieri detenuti e il quinto militare indagato, Donato D'Autilia, coinvolto in passato in un'indagine per pedofilia e ora iscritto nel registro degli indagati per l'ipotesi di reato di ricettazione.

Il Gruppo Tosinvest ha intanto querelato Repubblica per la ricostruzione della vicenda pubblicata oggi. In una nota la società degli Angelucci smentisce il contenuto degli articoli, annuncia che ha dato "mandato ai propri legali di procedere in tutte le sedi opportune alla richiesta di 30 milioni di euro a titolo di risarcimento dei danni" e comunica che "tutto quanto dovesse essere riconosciuto al Gruppo come indennizzo dagli organi competenti verrà interamente devoluto in beneficenza".

(31 ottobre 2009)

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