sabato 31 ottobre 2009

Caso Cucchi, Alfano riferirà al Senato e i Nas acquisiscono la cartella medica


Martedì prossimo il ministro della Giustizia Angelino Alfano riferirà in Senato sulla misteriosa morte di Stefano Cucchi, il trentunenne romano arrestato per il possesso di una ventina di grammi di droga e deceduto in carcere. Intanto, i Nas hanno acquisito al Pertini la cartella con la documentazione sul ricovero del ragazzo, su richiesta della commissione parlamentare d'inchiesta sul servizio sanitario nazionale.

Il ministro della Giustizia interverrà dopo che la presidente del gruppo democratico, Anna Finocchiaro, aveva chiesto che il governo riferisse urgentemente in Parlamento. La sua voce si è unita a quella dei tanti che, in questi giorni, dopo avere visto le foto diffuse dalla famiglia hanno chiesto di accertare le responsabilità sulla morte del giovane ricostruendo gli ultimi suoi giorni di vita.

La polemica. L'ultimo a intervenire è Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl al Senato: "Ammiro gli esponenti dell'Arma dei carabinieri che hanno escluso con immediatezza qualsiasi responsabilità, ma francamente al loro posto non avrei le stesse certezze. Le verifiche vanno condotte a 360 gradi. Nessuno si deve indignare, ma bisogna capire che cosa è successo. Ci sono troppe cose inspiegabili e nessun reato può portare a esiti così drammatici e inaccettabili. Assumeremo iniziative anche in Parlamento affinchè con immediatezza si faccia luce su questa morte. E invitiamo le forze dell'ordine ad un atteggiamento di piena e leale collaborazione. Negli ultimi tempi a Roma sono accadute troppe cose strane e non si può archiviare tutto con superficialità. Un giorno le mele marce, un giorno un'altra vicenda. Siamo purtroppo in un brutto momento. Ed il modo migliore è sempre quello di fare emergere tutta la verità. In ogni caso noi in questa direzione agiremo senza fare sconti a nessuno, chiunque sia".

Una posizione differente rispetto a quella assunta dal ministro della Difesa Ignazio La Russa che pur premettendo di non avere elementi si era detto certo della correttezza dei militari. Posizione che aveva sollevato lo sdegno anche della polizia carceraria. "Nessuno ha mai detto che la responsabilità della morte di Stefano Cucchi sia dei carabinieri, ma di certo non è della polizia penitenziaria", dice Leo Beneducci, segretario generale del sindacato di polizia Osapp, che rende noti alcuni particolari su cui potrebbe incentrarsi l'attenzione della Procura: dopo essere stato consegnato dai carabinieri alla polizia penitenziaria, attorno alle 13.30 del 16 ottobre, Cucchi fu visitato dal medico del Tribunale di piazzale Clodio, dove era stato accompagnato in mattinata per il processo per direttissima. Una volta terminata la visita sanitaria, Cucchi non venne immediatamente trasferito al carcere di Regina Coeli, ma "fu di nuovo accompagnato in una delle camere di sicurezza del Tribunale, questa volta non sotto il controllo dei carabinieri ma della polizia penitenziaria, e lì rimase per un'ora e mezza. Non era solo, ma assieme ad altri arrestati". I due agenti penitenziari che presero in consegna Cucchi sarebbero stati ascoltati ieri dalla Procura che ha aperto un'inchiesta contro ignoti per omicidio preterintenzionale.

I Nas al Pertini. Il presidente della commissione parlamentare d'inchiesta sul Servizio sanitario nazionale, Ignazio Marino, ha inviato il nucleo dei carabinieri dei Nas al reparto controllato dell'ospedale Pertini, quello riservato ai detenuti in cui è deceduto Cucchi. "Mi auguro che dall'analisi del lavoro effettuato dai medici al momento del ricovero di Stefano Cucchi possano emergere elementi che aiutino a fare chiarezza su cosa sia realmente accaduto - spiega Marino -. Nei prossimi giorni la commissione deciderà anche se aprire formalmente un'inchiesta sulla vicenda dal punto di vista dell'efficienza, dell'efficacia e della qualità dell'assistenza medica".

(31 ottobre 2009)

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