Sarà interrogato di nuovo l’ex governatore Piero Marrazzo, anche se la data della convocazione per il momento non è stata fissata. Benché la procura sostenga di aver acquisito «ulteriori elementi» che rafforzerebbero la tesi del ricatto, in realtà sono diverse le domande che non hanno ancora risposta. I soldi, prima di tutto: i 5 mila euro dati a Natalie (e poi presi dai carabinieri arrestati) erano solo il corrispettivo di un rapporto sessuale? E se la tariffa del trans era sempre così alta, come poteva Marrazzo far fronte a una spesa del genere?
Non solo: anche l’origine della cocaina finita nel video che ha incastrato l’ex governatore non è chiara, così come occorre capire perché i militari non hanno incassato i tre assegni che Marrazzo ha consegnato loro. La denuncia di smarrimento di questi assegni, fatta dal segretario dell’ex governatore, è stata acquisita nei giorni scorsi dalla procura in un commissariato. Mentre i carabinieri del Ros continuano a indagare sul coinvolgimento di altre «mele marce» e vip nel giro di ricatti, il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e il pm Rodolfo Sabelli hanno disposto una consulenza sul materiale informatico sequestrato ai militari arrestati: computer, pen drive, cd e dvd in cui — si ritiene — potrebbe nascondersi la versione integrale del video sequestrato all’inizio dell’inchiesta. E intanto il 4 novembre ci sarà il primo confronto diretto fra accusa e difesa: è stata infatti fissata per quel giorno l’udienza davanti al tribunale della libertà, in cui i carabinieri tenteranno di ottenere la revoca degli ordini di custodia cautelare.
Lavinia Di Gianvito
30 ottobre 2009
Non solo: anche l’origine della cocaina finita nel video che ha incastrato l’ex governatore non è chiara, così come occorre capire perché i militari non hanno incassato i tre assegni che Marrazzo ha consegnato loro. La denuncia di smarrimento di questi assegni, fatta dal segretario dell’ex governatore, è stata acquisita nei giorni scorsi dalla procura in un commissariato. Mentre i carabinieri del Ros continuano a indagare sul coinvolgimento di altre «mele marce» e vip nel giro di ricatti, il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e il pm Rodolfo Sabelli hanno disposto una consulenza sul materiale informatico sequestrato ai militari arrestati: computer, pen drive, cd e dvd in cui — si ritiene — potrebbe nascondersi la versione integrale del video sequestrato all’inizio dell’inchiesta. E intanto il 4 novembre ci sarà il primo confronto diretto fra accusa e difesa: è stata infatti fissata per quel giorno l’udienza davanti al tribunale della libertà, in cui i carabinieri tenteranno di ottenere la revoca degli ordini di custodia cautelare.
Lavinia Di Gianvito
30 ottobre 2009
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