giovedì 29 ottobre 2009

Giustizia: non cadiamo in trappola

ANTONIO DI PIETRO

Abbiamo ricevuto l'invito a partecipare ad un tavolo "nascosto" il 4 novembre per parlare di riforme della giustizia. Abbiamo risposto: "no". Se hanno qualche proposta, la portino in Parlamento e la facciano vedere a tutti i cittadini.

Non dobbiamo cadere nel trabocchetto di parlare di riforme della giustizia perché al premier interessa soltanto una giustizia che funzioni per lui e per i suoi sodali, non quella per i cittadini.

A questa maggioranza, che ieri ha votato un provvedimento che ha consentito ad un ministro della Repubblica di non essere sottoposto a processo, non interessa la giustizia. Non è opportuno affidare a questo Parlamento a legalità relativa il compito di riformare la giustizia.

Per quanto riguarda le responsabilità dei magistrati, il giudice che sbaglia deve pagare. Già adesso paga. Tanto è vero che i giudici Squillante e Metta sono stati condannati per essere stati corrotti dall’entourage di Berlusconi. Ma Berlusconi non se l'è presa con i magistrati corrotti, bensì con quelli che hanno fatto i processi.

L'Italia dei Valori si batte per avere processi più brevi, non prescrizioni più brevi, perché altrimenti ci sarebbero più impunità, e quindi più criminalità e più delinquenti.

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