Cosa ne è del video di 2 minuti e 48 secondi girato in via Gradoli il 3 luglio scorso? La trattativa che si intreccia tra Roma e Milano è ricostruita nelle testimonianze di Carmen Pizzutti Masi (agenzia Photo Masi), Massimiliano Scarfone (fotografo), Antonio Tamburrino, Carlo Tagliente e Luciano Simeone (tre dei quattro carabinieri arrestati giovedì 22 ottobre).
Eccole riordinate nella loro cronologia essenziale.
Roma. Seconda metà di luglio - Contatti senza esito
Tagliente: "Il primo contatto fu con un tale Riccardo, un imprenditore che a me non è mai piaciuto e che, per quanto di mia conoscenza fu presentato a Luciano Simeone da un suo confidente, tale Ottavio Gramazio".
Simeone: "Un'altra persona che conosceva la vicenda del video era Pietro Colabianchi, un imprenditore edile che ha delle case in Sardegna, dove sono stato in vacanza questa estate. Non so se lui abbia fatto qualcosa per venderlo".
Scarfone: "Antonio Tamburrino mi portò dai suoi amici che avevano il video (...). Dopo, sono andato a Milano per parlare con Carmen Masi che era molto interessata. Mi disse di prenderle un appuntamento".
Roma. 7 Agosto - Appare Photo Masi
Pizzutti Masi: "Ho incontrato i proponenti del video a Roma insieme a mio marito Domenico Masi (...) Spiegammo che la ripartizione degli utili sarebbe stata il 30 per cento all'agenzia e il restante all'intermediario e possessore del filmato".
Tagliente: "Ci venne offerto un compenso di 50 mila euro. Valutammo positivamente l'offerta".
Milano. 25-28 Agosto - Appuntamento con "Oggi"
Pizzutti Masi: "Contattavo Umberto Brindani, condirettore del settimanale "Oggi". All'incontro partecipava anche Andrea Monti, direttore dello stesso settimanale. Acconsentivo a recarmi a Roma il primo settembre con il giornalista Giangavino Sulas per visionare il filmato".
Roma. 1 Settembre - Si cambia cavallo
Scarfone: "La trattativa con "Oggi" naufragò. Carmen, pertanto, ha dovuto cercare nuovi canali. È stato quindi contattato Signorini di "Chi" che ha indirizzato Carmen, sempre per quanto da lei raccontatomi, verso Belpietro (direttore di "Libero" ndr.)".
Milano. Primi di Ottobre - Da Mondadori
Pizzutti Masi: "Contattai il gruppo Mondadori nella persona di Alfonso Signorini, proponendogli il filmato, senza specificarne il contenuto. Ho incontrato Signorini a Cologno Monzese, negli studi Mediaset, specificando il contenuto. Signorini mi diceva che poteva interessare, ma doveva consultarsi ed era necessaria la visione (...) Acquistavo un biglietto ferroviario per Antonio Tamburrino".
Milano. 5 Ottobre - Con il video nei sotterranei
Pizzutti Masi: "Intorno alle 11 io e mio marito incontrammo Antonio alla stazione centrale. Ci consegnò un cd in una custodia rigida priva di segni di riconoscimento (...) Mio marito è rimasto con Antonio mentre io mi sono recata con l'avvocato Eller Vanicher a Segrate, uffici della Mondadori, ove ci attendeva Alfonso Signorini. Preciso che Signorini, data la sua riservatezza e in ragione del fatto che non conosco personalmente il nuovo direttore di "Panorama" Mulè, rappresentava per me il tramite più affidabile per entrare in contatto con direttori di altre testate giornalistiche Mondadori. (...) Siamo scesi nei piani seminterrati di Segrate dove esiste una struttura tecnica. In un pc, Signorini, insieme a me e al mio avvocato, è riuscito finalmente anche alla presenza di un tecnico a visionare il tutto (...) Signorini mi ha chiesto di lasciargli il video per consentire la visione ad altri membri della Mondadori. Acconsentivo a che copiassero il video, facendomi rilasciare una ricevuta su carta intestata "Sorrisi e canzoni". Tornavo nei miei uffici dove ribadivo ad Antonio Tamburrino che la nostra richiesta alla Mondadori sarebbe stata di 100 mila euro, di cui il 70 per cento a loro e il 30 a noi".
Tamburrino: "La signora Carmen mi disse che i dirigenti Mondadori avrebbero riferito del contenuto al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi".
Scarfone: "Dopo il viaggio di Antonio a Milano, Carmen, secondo quanto da lei riferitomi, ha fatto vedere il video a Feltri, Signorini e Belpietro".
Milano. 5-10 Ottobre - "C'è Libero"
Pizzutti Masi: "Signorini mi chiamò dicendomi che ci sarebbe potuto essere un interessamento di "Libero" con compenso di 100 mila euro".
Milano 10-19 ottobre - Angelucci dice "sì"
Pizzutti Masi. "Il 19 ottobre, sul mio cellulare, ho ricevuto la telefonata di Belpietro, che mi invitava per il 12 ottobre, alle 15, presso la redazione di "Libero". (...) Belpietro mi disse che era a conoscenza che a Roma, da circa tre settimane, girava la voce che esisteva un video con Marrazzo, mostrandomi tra l'altro un sms ricevuto dal giornalista Gianluigi Nuzzi che lo informava dell'esistenza del filmato e che era in vendita per 20 mila euro (...) Dopo ulteriore telefonata con Signorini, il 14 ottobre, verso le ore 12, Angelucci, editore di "Libero", è venuto qui alla Photo Masi e ha visionato il filmato sul nostro pc, dicendosi interessato. Per correttezza ho informato Signorini dell'avvenuto incontro con Angelucci. Verso le 17, Signorini mi ha contattato dicendomi di fermare tutto perché "Panorama" era interessato. Il 19 ottobre, Signorini mi ha telefonato dicendomi che mi avrebbe chiamato Marrazzo perché la cosa, per ovvii motivi, interessava anche lui. Infatti, il 19 ottobre, tra le 15 e le 15.30, mi contattava Piero Marrazzo. Chiesi: "Ci dobbiamo vedere?". Rispose di sì. Precisavo che l'incontro si sarebbe dovuto svolgere alla presenza del mio legale. Ebbi il suo assenso. Marrazzo mi disse che mi avrebbe fatto chiamare da un suo rappresentante a patto di lasciare tutto fermo fino a mercoledì. Il 20 ottobre, alle 19.14, ho ricevuto la telefonata dalla persona incaricata da Marrazzo. Concordammo di incontrarci per le 20 del 21 ottobre nello studio del mio avvocato".
Non ci sarà il tempo. Nella notte tra il 20 e il 21 ottobre i carabinieri del Ros sequestrano il video nella sede della Masi. Nella notte tra il 21 e il 22, vengono arrestati i 4 carabinieri della stazione Trionfale.
(31 ottobre 2009)
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