Giampaolo Angelucci
Nello scandalo a base di ricatti e video hard che ha travolto il governatore Marrazzo, resta ancora da chiarire il ruolo dei giornali contattati per l'acquisto del filmino realizzato dai carabinieri-infedeli. Almeno quattro, secondo i verbali di interrogatorio. Tra questi Libero - rivela l'intermediario Max Scarfone - che in realtà fu il primo: raggiunto in agosto dal "pappone" Gianguarino Cafasso, che mostrò la registrazione a due croniste del quotidiano. Una ricostruzione confermata dalla titolare dell'agenzia fotografica, Carmen Masi. La quale tra l'altro racconta che il 14 ottobre "l'editore Angelucci è venuto alla Photomasi e ha visionato il filmato, dimostrandosi interessato". Trattativa poi interrotta dall'intervento del direttore di Chi, Alfonso Signorini, che chiese alla Masi di bloccare tutto perché, oltre a Panorama, anche Marrazzo avrebbe chiamato per ritirare la merce dal mercato.
Ed è qui che scatta la coincidenza, tutta da verificare.
Perché l'editore di Libero voleva comprare il video, se il suo direttore lo aveva rifiutato? Una questione che tuttavia Giampaolo Angelucci smentisce alla radice. In una nota diffusa ieri, infatti, afferma di "non essersi mai recato nell'Agenzia PhotoMasi, non aver mai conosciuto, incontrato o parlato con la signora Masi e non aver mai visionato il filmato relativo alla vicenda".
Eppure, qualche interesse gli Angelucci potevano pure averlo. Da tempo i rapporti col governatore s'erano deteriorati. Colpa dei tagli alla sanità privata che avevano centrato le cliniche dell'editore. Un impero - la Tosinvest, 12 strutture per oltre 1.500 letti in convenzione - che ogni anno riceve dalla regione Lazio 85 milioni di finanziamento per la sola riabilitazione.
È il gip Roberto Nespeca, colui che a inizio 2009 spedì agli arresti Angelucci padre e figlio insieme ad altre undici persone per associazione a delinquere e truffa ai danni del Servizio sanitario nazionale, a descrivere l'intreccio tra media e sanità. "Traspare chiaramente quale sia l'influenza e l'ascendete esercitato, anche in considerazione dei mezzi di comunicazione a disposizione; ed invero, i "proprietari" della Tosinvest, Angelucci Antonio e Angelucci Giampaolo, sono editori di quotidiani e, come le indagini hanno dimostrato, i mezzi di informazione sono stati strumentalizzati per poter perseguire i propri obbiettivi. I vertici del sodalizio dimostrano di essere consapevoli di poter superare qualunque ostacolo (...) potendo orientare l'informazione per i propri fini".
Sono le intercettazioni a fornire la prova. In particolare quella del settembre 2007 in cui Angelucci senior, oggi deputato Pdl, dice alla moglie: "E' venuto il presidente (verosimilmente Marrazzo), ho fatto quello che volevo io... Levano la delega a quel deficiente dell'assessore... mercoledì ci convoca lui e ci fa un accordo fino al 2010". Un provvedimento poi varato per consentire a Tosinvest di rientrare almeno in parte dei tagli subìti dal 2006. Come a buon fine è andata la defenestrazione del "deficiente": ovvero l'ex assessore alla Sanità Augusto Battaglia, dimessosi nel giugno 2008.
Tuttavia è a partire da questa inchiesta che Marrazzo cambia atteggiamento. Prima istituisce una commissione di indagine e manda gli ispettori al San Raffaele di Velletri cui, all'inizio di luglio, vengono bloccati i pagamenti. E poi firma due decreti: per fissare un tetto alla riabilitazione - scelta a causa della quale Tosinvest perde 30 milioni - e abbattere i costi delle prestazioni.
(31 ottobre 2009)
Nello scandalo a base di ricatti e video hard che ha travolto il governatore Marrazzo, resta ancora da chiarire il ruolo dei giornali contattati per l'acquisto del filmino realizzato dai carabinieri-infedeli. Almeno quattro, secondo i verbali di interrogatorio. Tra questi Libero - rivela l'intermediario Max Scarfone - che in realtà fu il primo: raggiunto in agosto dal "pappone" Gianguarino Cafasso, che mostrò la registrazione a due croniste del quotidiano. Una ricostruzione confermata dalla titolare dell'agenzia fotografica, Carmen Masi. La quale tra l'altro racconta che il 14 ottobre "l'editore Angelucci è venuto alla Photomasi e ha visionato il filmato, dimostrandosi interessato". Trattativa poi interrotta dall'intervento del direttore di Chi, Alfonso Signorini, che chiese alla Masi di bloccare tutto perché, oltre a Panorama, anche Marrazzo avrebbe chiamato per ritirare la merce dal mercato.
Ed è qui che scatta la coincidenza, tutta da verificare.
Perché l'editore di Libero voleva comprare il video, se il suo direttore lo aveva rifiutato? Una questione che tuttavia Giampaolo Angelucci smentisce alla radice. In una nota diffusa ieri, infatti, afferma di "non essersi mai recato nell'Agenzia PhotoMasi, non aver mai conosciuto, incontrato o parlato con la signora Masi e non aver mai visionato il filmato relativo alla vicenda".
Eppure, qualche interesse gli Angelucci potevano pure averlo. Da tempo i rapporti col governatore s'erano deteriorati. Colpa dei tagli alla sanità privata che avevano centrato le cliniche dell'editore. Un impero - la Tosinvest, 12 strutture per oltre 1.500 letti in convenzione - che ogni anno riceve dalla regione Lazio 85 milioni di finanziamento per la sola riabilitazione.
È il gip Roberto Nespeca, colui che a inizio 2009 spedì agli arresti Angelucci padre e figlio insieme ad altre undici persone per associazione a delinquere e truffa ai danni del Servizio sanitario nazionale, a descrivere l'intreccio tra media e sanità. "Traspare chiaramente quale sia l'influenza e l'ascendete esercitato, anche in considerazione dei mezzi di comunicazione a disposizione; ed invero, i "proprietari" della Tosinvest, Angelucci Antonio e Angelucci Giampaolo, sono editori di quotidiani e, come le indagini hanno dimostrato, i mezzi di informazione sono stati strumentalizzati per poter perseguire i propri obbiettivi. I vertici del sodalizio dimostrano di essere consapevoli di poter superare qualunque ostacolo (...) potendo orientare l'informazione per i propri fini".
Sono le intercettazioni a fornire la prova. In particolare quella del settembre 2007 in cui Angelucci senior, oggi deputato Pdl, dice alla moglie: "E' venuto il presidente (verosimilmente Marrazzo), ho fatto quello che volevo io... Levano la delega a quel deficiente dell'assessore... mercoledì ci convoca lui e ci fa un accordo fino al 2010". Un provvedimento poi varato per consentire a Tosinvest di rientrare almeno in parte dei tagli subìti dal 2006. Come a buon fine è andata la defenestrazione del "deficiente": ovvero l'ex assessore alla Sanità Augusto Battaglia, dimessosi nel giugno 2008.
Tuttavia è a partire da questa inchiesta che Marrazzo cambia atteggiamento. Prima istituisce una commissione di indagine e manda gli ispettori al San Raffaele di Velletri cui, all'inizio di luglio, vengono bloccati i pagamenti. E poi firma due decreti: per fissare un tetto alla riabilitazione - scelta a causa della quale Tosinvest perde 30 milioni - e abbattere i costi delle prestazioni.
(31 ottobre 2009)
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