domenica 4 ottobre 2009

“IL PD? CAVALIERI INESISTENTI”


di Stefano Ferrante

I personaggi del centrosinistra? Visconti dimezzati quando hanno assunto la leadership, cavalieri inesistenti quando sono riusciti a raggiungere il potere”.

Non può stupire che parlando di politica Andrea Camilleri torni sempre e comunque ai libri. Così ricorre a Italo Calvino per tracciare il suo ritratto dei capi mancati dell’attuale opposizione.

Ma a quali personaggi possono essere paragonati, Prodi, D’Alema, Veltroni, Rutelli, Fassino, Cofferati?

“Come soggetti letterari sarebbero impresentabili. E poi il destino dei protagonisti dei romanzi è tutto nelle mani dell’autore, il destino dei politici dipende dall’elettorato e soprattutto da loro stessi. Però mi sembra giusto il riferimento al protagonista de Il rosso e il nero, Julien Sorel (all’interno del libro “Il fantasma del leader” di Alessandra Sardoni, ndr) perduto nel suo sogno bonapartista di scalare il potere, un sogno continuamente contraddetto e disdetto. Sono tutte sfaccettature di Julien, perché prima ancora di dover combattere contro gli avversari politici o i concorrenti nel partito sembrano dover combattere a priori contro se stessi, contro le loro contraddizioni. E’ una specie di peccato originale”.

Insomma non ce la fanno perché non sanno chi sono?

“ Per quelli che vengono dal partito che aveva un pater familias duro e severo in cui tutti si riconoscevano, la perdita del padre e la sua damnatio memoriae hanno prodotto una repellenza viscerale per quel modello. Hanno insomma rinnegato i padri. E così sono leader dimezzati sin dall’inizio”.

Un problema di crisi d’identità…

“Guardi, mi viene in mente una vignetta del New Yorker che mostra un paziente disteso sul lettino e lo psicoanalista che con un’espressione di contentezza sul volto gli dice: ‘Ho da darle una buona notizia. Lei non ha nessun complesso d’inferiorità lei è realmente inferiore’. Difficile essere in crisi d’identità quando non si ha un’identità”.

Ma se non sanno più da dove vengono sapranno almeno dove vanno…

“E invece no. E questo vale sia per quelli che vengono dal centro che per quelli che vengono dalla sinistra. Sono in mezzo al guado. Hanno lasciato una sponda che aveva tratti precisi e tentano di raggiungere la sponda opposta che nella realtà non esiste perché essi stessi ne devono definire l’aspetto, devono crearselo, via via che si avvicinano”.

Un po’ frustrante…

“Sì perché il procedere dei guadanti non è mai stato omogeneo. Quelli che sono stati di volta in volta i capofila hanno avuto idee diverse sul percorso. E il risultato è stato ritardare il viaggio con continue deviazioni, ritorni indietro, ripensamenti, soste. E poi c’è un’altra questione…”

Cioè?

“Una volta i capi carismatici nei grandi comizi riuscivano a sintonizzarsi perfettamente col respiro di milioni di seguaci. Seducevano più che per l’ideologia per una granitica autoconvinzione, che era cieca passione. Oggi invece si è sostituita la passione politica con la ragione politica, ma la ragione non corroborata dalla passione non è altro che l’esercizio del dubbio. E il dubbio si riflette nella capacità di comunicare, diminuita, in un era in cui i media si moltiplicano. E hanno capito troppo tardi l’importanza della Tv…

Del congresso del Pd che idea si è fatto? Uscirà fuori un vero leader?

“Alla fine la polemica interna finirà col danneggiare tutti e tre. Rivolgersi al concorrente dello stesso partito come se si fosse in campagna elettorale è uno sbaglio, che indebolisce la leadership”.

Ma il centrosinistra ha bisogno di un leader carismatico per battere Berlusconi…

“Certe notti sogno il capo carismatico, certe altre ne ho una paura fottuta. Ma c’è un’altra domanda che mi frulla in testa in questi giorni visto quello che è successo in parlamento sullo scudo fiscale”.

Quale?

“Ma c’è davvero la volontà politica di far cadere Berlusconi oppure no, magari perché non si sa cosa viene dopo? Credo che più che l’opposizione Berlusconi debba temere l’elettorato. E se stesso”.

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