CITTA' DEL VATICANO - Vertice segreto tra Benedetto XVI e Gianni Letta. Un giro d'orizzonte di oltre quaranta minuti, durante il quale l'attività del premier Berlusconi è stata attentamente vagliata dal pontefice tedesco, che ha ascoltato le "spiegazioni" del sottosegretario. Dopo un intenso lavorio diplomatico il braccio destro di Berlusconi si è recato mercoledì pomeriggio in via riservatissima dal pontefice per tentare di ricucire lo strappo tra il Cavaliere e la Santa Sede. Sì, c'era già stato il rapidissimo incontro tra Berlusconi e il Papa all'aeroporto di Ciampino il 26 settembre prima della partenza di Benedetto XVI per Praga. E poi Berlusconi e il Segretario di Stato vaticano Bertone il 7 ottobre erano stati a colloquio per quindici minuti all'inaugurazione di una mostra sui santi d'Europa a Palazzo Venezia (ma l'Osservatore Romano aveva pubblicato una foto del solo Bertone).
Però il premier restava e resta inquieto. Benché archiviata dalla Curia, la "decapitazione" del direttore dell'Avvenire ad opera del Giornale berlusconiano ha ferito profondamente l'episcopato italiano e larghi stati del mondo cattolico. E poi gli era giunto alle orecchie che nei corridoi vaticani e ancor più negli ambienti della Cei si parla apertamente di una crescita della disaffezione elettorale dell'elettorale cattolico per il premier. Mentre Berlusconi partiva per Mosca, Letta si è presentato mercoledì alle sei meno un quarto in Vaticano, accolto dal reggente della Casa pontificia mons De Nicolò e dal comandante della Gendarmeria Giani che lo hanno accompagnato nello studio papale. E Letta si è sforzato di perorare l'affidabilità del premier e del suo governo.
Benedetto XVI ha ascoltato attentamente, convinto certo della linea perseguita dal cardinale Bertone e dunque favorevole a buoni rapporti con Palazzo Chigi. Tuttavia, pur rinnovando la sua piena fiducia nell'impegno personale di Letta (considerato dal Vaticano garante essenziale del governo), Benedetto XVI in questi mesi - proprio per la sua origine tedesca - è rimasto colpito dal giudizio fortemente negativo espresso dagli ambienti internazionali nei confronti della figura di Berlusconi. Anche tra i democristiani europei. Di conseguenza Letta si è trovato di fronte un pontefice, certamente desideroso di stabilità per il governo e di una tregua tra le forze politiche. Ma allo stesso tempo il sottosegretario sa che Benedetto XVI e il suo entourage non pensano più che tutte le critiche rivolte a Berlusconi siano una "congiura dei cattivi". In ogni caso il pontefice ha voluto fare sapere che i rilievi che vengono dalla Chiesa esprimono valori evangelici e non posizioni anti-governative.
In Curia si ammette che, accogliendo Letta, papa Ratzinger ha voluto "informarsi di persona" della situazione italiana (senza mediazioni né di Bertone né di Bagnasco), perché inquieto per la piega che prendono gli eventi. Per il resto si è parlato molto dell'aiuto alle famiglie in difficoltà, della posizione governativa sui temi eticamente sensibili come il testamento biologico, la pillola abortiva Ru 486, l'obiezione di coscienza di medici e farmacisti nonché di questioni pratiche come il finanziamento delle scuole cattoliche. Il fatto che il segretario della Cei, Mariano Crociata, alzi il tono incitando i farmacisti a negare la pillola abortiva è sintomo che la Chiesa intende sfruttare sino in fondo il bisogno di Berlusconi di non perdere l'appoggio o almeno la non belligeranza dei vertici ecclesiastici.
(24 ottobre 2009)
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