sabato 24 ottobre 2009

La casa romana, il trans, il video. Oggi gli interrogatori


di Angela Camuso


Marrazzo e un trans, in una stanza di una casa privata. E su un tavolo, dentro un piatto, della polvere bianca, “con ogni evidenza cocaina”, (”un’intenzionale messa in scena” secondo i magistrati”) con accanto un tesserino “sul quale si legge il nome di Marrazzo”. Ecco, a quanto è scritto sui documenti giudiziari, il video arrivato nei giorni scorsi alla procura di Roma: video girato con un telefonino, in possesso di quattro carabinieri della capitale che ricattavano da tempo il presidente della Regione Lazio, forse da luglio.

Il filmato, difficilmente databile con certezza, è il resoconto di un’irruzione abusiva ad opera dei ricattatori, che in quell’occasione, dopo aver chiesto al politico un documento, lo avrebbero anche rapinato dei soldi, di valore ingente, che aveva con sé.

Quanto al ricatto, si sarebbe consumato nei mesi successivi, con richieste di denaro ripetute ed è certo che agli atti dell’inchiesta condotta dalla Dda ci sono 4 assegni, per un totale di 50.000 euro, appartenenti al carnet dei titoli di credito di Marrazzo. Lui, in qualità di vittima e persona informata sui fatti, è stato ascoltato mercoledì scorso dagli investigatori. “Nulla a che fare con la droga” avrebbe affermato.

A sospettare che la presunta cocaina sia stata inserita ad arte nel filmato sono gli stessi magistrati, così come si legge nel decreto di fermo che ha fatto finire i quattro carabinieri in prigione: “intenzionale messa in scena”, hanno scritto i pm Sabelli e Capaldo, che il giorno dopo l’interrogatorio di Marrazzo, giovedì, hanno chiuso in un lampo la delicata indagine: Luciano Simeone, 30 anni, Carlo Tagliente, 29, Antonio Tamburrino, 38 e Nicola Testini, 37nne, sono stati arrestati per estorsione, violazione di domicilio e della privacy, rapina e spaccio di droga.

Introvabile il trans, straniero, mentre si esclude dagli inquirenti l’esistenza di una regia superiore: i quattro militari, ne sono convinti i Ros, avrebbero agito per proprio conto, sfruttando la loro conoscenza del quartiere dove ha sede la casa dell’incontro a luci rosse.

Giovedì, la procura ha fermato i quattro carabinieri con un provvedimento di urgenza, per la loro pericolosità: i quattro avevano inviato il video, con l’intenzione di venderlo ad alcune agenzie di Milano, affinché lo diffondessero ed è probabile che sia stata proprio una di loro a far partire la segnalazione ai Cc. Quel che certo è che questa non è partita da Marrazzo, che ha anche smentito di essere mai stato oggetto di ricatto.

Questa mattina, a Regina Coeli, si svolgeranno gli interrogatori di convalida per i quattro arrestati.

24 ottobre 2009

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