mercoledì 28 ottobre 2009

La prima uscita della moglie «Amo Piero, ce la faremo»


Eccola lì, Roberta Serdoz, nel suo tailleur scuro, i suo capelli perfetti, il sorriso disponibile, in mano un micro­fono e nel cuore chissà cosa. Nel palazzo della Provincia c’è un convegno sulle donne e lei modera con stile e ironia, pro­fessionale, sorridente fino alla fine, anche quando spiega che «così abbiamo capito come an­dare avanti nei momenti diffi­cili e non buttarci giù». Pausa breve, applauso della platea. Alla fine, l’impressione di mol­ti è che la moglie di Piero Mar­razzo — al quinto giorno di scandalo — oltre che modera­re un dibattito, sia venuta a da­re una lezione. Di dignità. Del resto, in questa mattinata, non ha fatto altro che dimo­strare una sua vecchia teoria, una di quelle dette più volte al­le amiche, in momenti nei qua­li nessuno le chiedeva di pro­varlo con i fatti: «Le donne nei frangenti difficili non crolla­no, resistono».

Lei sta dimostrando giorno dopo giorno la sua capacità di resistere alla bufera, alle battu­te di dubbio gusto, alla solida­rietà formale che arriva dalla politica: prima è tornata in vi­deo, lunedì a Linea Notte, poi, in questa mattinata, s’è mo­strata in pubblico. Arriva col suo pantalone scuro, il top chiaro sotto la giacca, i capelli con la frangetta, il sorriso qua­si costante: «Cominciamo?». Si vede che ha voglia di non ri­manere ferma, di «ricomincia­re, di riprendermi la mia vita — come racconta alle amiche — e per questo sono tornata a lavorare dopo così pochi giorni ». A chi le chiede cosa accadrà adesso, dice poche parole: «Io so che amo Piero, che abbiamo una figlia assieme, che il mondo c’è crollato addosso. Ma so anche che in qualche modo, tutti assieme, ne verremo fuori». Alcune donne, nei momenti difficili, non si spostano di un millimetro.

Gli ultimi giorni sono stati terribili, per lei: anche la sua pagina Facebook, lo dimostra. Alle sette della sera di giovedì — poche ore prima di scopri­re dai giornali del ricatto, del video — lei posta una frase di Barack Obama: «Michelle fa molti più sacrifici di me». Alla citazione, fa seguire un com­mento: «Ma ne esiste uno so­lo di uomo così?». Poche ore dopo, per lei e per la sua fami­glia, comincia l’incubo. Torna a scrivere sul social network la notte tra sabato e domeni­ca, all’apice dello scandalo: «Grazie a tutti». Perché per giorni i suoi amici hanno po­stato un elenco infinito di «Co­raggio », di «Ti penso molto», di «Tieni duro». Sembra nien­te, in periodi così sfortunati, invece «grazie a tutti». Ed ec­cola lì, di buon mattino, soli­da e professionale, oppure di­sponibile e gentile quando sa­luta alcuni collaboratori del presidente della Provincia, vecchi amici, facce conosciute in giorni migliori. E, con alcu­ni, un poco racconta: «Il gior­no più difficile è stato vener­dì, il giorno e la notte». Lei, al­l’inizio, ha pensato che fosse tutto il frutto marcito della campagna elettorale. Poi, ve­nerdì, la verità. E lei che man­da un messaggio alle amiche: «So che è appena comincia­ta». Tre giorni dopo, la sua pri­ma uscita pubblica. «Quando decide di non far trasparire nulla è perfetta», spiega una persona che le è molto vicina. Non è così, non esattamente, non oggi almeno: quando Ni­cola Zingaretti la saluta, prima del convegno, lei un poco si commuove. Qualche secondo, non di più. Poi si passa rapida una mano sulle gote, sorride, come se niente fosse. Impossi­bile capire cos’abbia dentro, cosa le attraversi il cuore men­tre sorride e presenta, modera il dibattito, spiega alla platea. Quando si confida con chi le è caro, ripete che rimarrà «vici­no a Piero, ad ogni costo». Poi, certo, non deve essere facile. C’è una frase che nelle ultime ore ripete spesso, Roberta Ser­doz, a chi le chiede cosa abbia intenzione di fare: «Tutto quel­lo che è possibile, perché tutto deve andare avanti». Ha que­sto modo di reagire — questa dignità — che le permette di mostrare una normalità ecce­zionale, in questi giorni crude­li. Alla fine del convegno, la ho­stess le porge un bouquet bel­lissimo, qualche rosa rossa ma soprattutto bianche. Lei le ac­cetta e va via, veloce per evita­re i giornalisti. E per quanto corra si vede, che non si spo­sta di un millimetro.

Alessandro Capponi
28 ottobre 2009

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