sabato 31 ottobre 2009

Le tessere del puzzle


CONCHITA DE GREGORIO
30/10/2009


Proviamo a leggere questa storia da un altro punto di vista, vediamo se qualche lato oscuro si illumina. Non da quello di via Gradoli, la casa dei trans di cui ormai sappiamo ogni dettaglio probabilmente anche quelli inutili, ma da Fondi, per esempio. Fondi, sì. Il comune infiltrato dalla camorra che il governo non si decide a commissariare, incomprensibile colpevole inerzia.
La telefonata in cui due persone (una è forse uno dei carabinieri) parlano del "video del presidente", quella che fa scattare l'indagine sul caso Marrazzo, era una conversazione intercettata nell'ambito dell'indagine sul latitante Iovine, boss dei Casalesi probabilmente nascosto nel litorale laziale dalle parti di Fondi. Dunque gli investigatori cercano Iovine e trovano due che parlano del video di Marrazzo. Cosa c'entra Marrazzo in un'indagine sui casalesi, perché quei tizi parlano di lui?
Vediamo.
A mettere i carabinieri corrotti sulle tracce del Governatore è molto probabilmente Cafasso, il pusher di coca che gestisce il traffico di droga dei casalesi nel Lazio e che rifornisce (anche) i trans di via Gradoli, i quali a loro volta distribuiscono la merce ai clienti. Cafasso è uomo di fiducia del clan e conosce bene Marrazzo, le sue abitudini, le sue esigenze. E' lui che pochi giorni dopo l'irruzione contatta le giornaliste di Libero per vendere il video: lo ha certamente avuto dai carabinieri che lo hanno girato, potrebbe essere lui che ce li ha mandati, sono in società.
Non vogliono ricattare Marrazzo, è evidente.
Altrimenti si terrebbero il video e gli chiederebbero soldi, possibilmente in contanti. Gli assegni lasciano traccia.
Vogliono, piuttosto, che Marrazzo sia ricattabile: che sappia che qualcuno ha quel video e che può usarlo contro di lui. Renderlo malleabile, tenerlo in pugno: agiscono in nome dell'interesse di qualcuno?
Cafasso il pusher dice che ha paura, alle giornaliste. Che teme per la sua vita.
Un paio di mesi dopo muore.
Intanto a Fondi, dove ancora gli investigatori cercano Iovine, succedono cose.
Apparentemente senza importanza rispetto a questa storia, cose come la sostituzione dei vertici del Mercato Ortofrutticolo: via un dirigente, dentro un altro.
La nomina, a lungo attesa, è di competenza della Regione.
Il mercato ortofrutticolo è un centro di commerci strategico. La nomina arriva nei mesi che passano tra l'irruzione e l'esplosione dello scandalo, la malavita non gradisce il cambio.
Dice Storace: «Sarebbe interessante sapere quali atti siano stati compiuti in quel periodo per capire chi facesse pressione su chi». Questo è uno degli atti.
Se questa fosse una storia su cui si allunga l'ombra della camorra - del traffico della droga su cui la camorra campa - si capirebbero meglio certi dettagli. I trans diventerebbero meno rilevanti.
Frammenti incomprensibili - la frequenza delle visite, le quantità di denaro, "si abbassi i pantaloni" prima di girare, il video subito ceduto, gli assegni mai incassati - diventerebbero tessere di un puzzle che parla d'altro.
Un clan, un latitante, un pusher morto, un governatore che decide delle sorti di quella regione, un uomo finalmente sotto ricatto.
E' il momento che anche il governo, non solo gli inquirenti, si chieda cosa succede a Fondi.
E' proprio qui a due passi, poco più lontano di via Gradoli.

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