di LIANA MILELLA
Ecco l'elenco, ecco i nomi. Circolano tra le mani dei cronisti e tra quelle dei parlamentari. Chi potrebbe votare oggi per la bocciatura del lodo, chi invece è orientato ad approvarlo, chi è incerto e non vedrebbe male una bocciatura a metà. Il lodo salvato nell'impianto ma stagliuzzato, ridimensionato, reso monco. Ma comunque ancora applicabile. Un finale di partita che nel centrodestra viene ormai data per sicura, che ha forti sponsor alla Corte, che non spiacerebbe a Napolitano perché eviterebbe un nuovo, grave scontro istituzionale, e non sconfesserebbe la firma messa sotto il lodo il 23 luglio 2008.
La battaglia è tutta appesa agli incerti. Vorrebbero bocciare il lodo il presidente Francesco Amirante, il vice Ugo De Siervo, il relatore Franco Gallo, e poi Sabino Cassese, Alessandro Criscuolo, Giuseppe Tesauro, Gaetano Silvestri. Vogliono salvarlo comunque Luigi Mazzella, Paolo Maria Napolitano, Giuseppe Frigo, Alfio Finocchiaro, Alfonso Quaranta. Sono dubbiosi Paolo Maddalema, Maria Rita Saulle, Paolo Grossi. Elenchi che non s'erano mai visti e testimoniano il grande peso della decisione, ma che valgono come un calcolo ipotetico perché nessuno li ha spuntati intervistando apertamente un giudice dopo l'altro giudice. Ma esistono e se ne dà notizia.
Comunque un riscontro di quanto sia forte la battaglia. Cominciata ieri sera in sordina alle 17 e 20, quando i giudici si sono ritirati in camera di consiglio. Una nuova relazione del relatore Gallo, la necessità di sgombrare il campo dalle cosiddette questioni preliminari, a cominciare dall'ammissibilità dei ricorsi della procura di Milano (Mills e diritti tv) e del gip di Roma (compravendita dei senatori per far cadere Prodi). Quest'ultimo rischierebbe perché il lodo prevede di bloccare processi che sono al dibattimento, mentre quello è ancora in una fase precedente.
Poi ecco i giudici subito divisi, nel primo giro di tavolo, sulla necessità di approvare il lodo con legge costituzionale. È il passaggio più delicato, se nella squadra dei sette passasse qualche incerto, il lodo sarebbe condannato a morte. Ma chi spinge per salvarlo ha già cominciato a battersi per accantonare la necessità del rango costituzionale per sollevare vizi e anomalie soltanto parziali. Qualcosa di troppo che il lodo concede alle alte cariche, i reati tutti inclusi, l'assenza di un filtro che renda l'applicazione del lodo non così automatica com'è oggi.
Era forte ieri alla Corte il partito del rinvio. Non decidere oggi ma la prossima settimana, magari l'altra ancora. C'è chi ha rinviato appuntamenti e ha sostenuto che
(7 ottobre 2009)
Nessun commento:
Posta un commento