7/10/2009
AMEDEO
La giornata più lunga di Berlusconi inizia ad Arcore con una telefonata di Confalonieri e Letta. Intanto a Roma i suoi avvocati stanno difendendo il Lodo Alfano di fronte
Il timore di una bocciatura della legge è ancora molto forte. Poi però lo stato d’animo del presidente del Consiglio comincia a girare verso l’ottimismo. La segretaria Marinella gli porta sul tavolo dei nuovi sondaggi che hanno monitorato l’opinione pubblica negli ultimissimi giorni. Li legge. Il 68,7% ha fiducia nelle sue capacità, competenze di governo: è l’unica persona che in questo momento è in grado di portare avanti dei progetti per l’Italia. Il 55% pensa che certe sentenze abbiano un tempismo sospetto e non casuale. Se si andasse a votare oggi il Pdl otterrebbe il 38%.
Nel pomeriggio Berlusconi prende l’aereo e torna a Roma dove incontra l’avvocato Ghedini e sente al telefono Pecorella. Entrambi non si sbilanciano, ma dicono di avere notato grande attenzione da parte dei giudici costituzionali durante le loro arringhe. «Il presidente della Corte Amirante - spiega Pecorella - prendeva appunti ad ogni nostro passaggio e gli altri giudici non ci guardavamo, come accade in certe udienze di tribunale, con la faccia di chi ti dice “ma avvocato, cosa sta dicendo?”».
Detto questo, non vuol dire che
«L’umore del presidente è eccellente, ottimo come sempre», dice Ghedini uscendo dalla residenza romana del premier, che nel pomeriggio ha fatto un breve giro per i suoi amati negozietti e oggi vedrà il cardinale Bertone. Pronostici sulla decisione della Consulta? «Noi non sappiamo niente», risponde l’avvocato. «L’umore del premier è alle stelle, così come i sondaggi», riferisce Bocchino. C’è un po’ di esagerazione. Tuttavia la tensione si è stemperata, anche grazie a una serie di telefonate con Fini e Bossi che rassicurano il premier: nessuno farà scherzi, il governo deve andare avanti. Il leader della Lega e il presidente della Camera chiedono però di non parlare di elezioni: bisogna guardare al futuro, pensare alle cose da fare e non vivere sospesi nell’attesa delle sentenze.
Quanto al ricorso alla piazza, è meglio evitarla, secondo Fini, perchè un governo parla con i fatti. E’ quello che ripete Berlusconi ai suoi interlocutori ai quali mostra i «sondaggi eccezionali». Noi, è stato il suo ragionamento, non dobbiamo rincorrere le emergenze: dobbiamo pensare a una fase di riforme per il Paese e uscire dalla sindrome dell’accerchiamento. Quanto al giudizio della Consulta, spiega che non può essere totalmente negativo. Probabilmente arriveranno richieste di aggiustamento. Con Alfano e Ghedini comincia già a discutere le ipotesi da trovare in Parlamento.
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