Non ci fu nessuna trattativa tra la mafia e lo Stato. Lo ha detto il prefetto Mario Mori, ex comandante del Ros dei carabinieri, che ha reso dichiarazioni spontanee davanti al Tribunale di Palermo nel processo in cui è imputato di favoreggiamento aggravato di Cosa Nostra, assieme al colonnello Mauro Obinu, per la mancata cattura del boss Bernardo Provenzano nel 1995. Mori ha spiegato di aver incontrato più volte l'ex sindaco mafioso di Palermo, Vito Ciancimino, ma ha negato che vi sia stata una trattativa sul così detto "papello", le richieste dei boss allo Stato, messe nero su bianco da Totò Riina.
"Incontrai più volte Vito Ciancimino - ha detto Mori - e cercai più volte contatti con la commissione Antimafia senza che avessi obbligo di farlo. Proprio gli incontri con Ciancimino furono la prova che una trattativa con Cosa Nostra non ci fu". E poi: "Ogni trattativa del genere e questa in particolare che implicava una resa vergognosa dello stato a una banda di criminali assassini - ha aggiunto - sarebbe stata impensabile".
L'ex comandante del Ros ed ex capo del Sisde ha parlato a lungo davanti al Tribunale, per rivendicare la correttezza del suo operato. Mori ha preso la parola dopo la deposizione dell'ex presidente della Camera ed ex presidente della commissione parlamentare Antimafia, Luciano Violante, sentito dai giudici proprio sui contatti che ebbe all'epoca con Mori.
L'allora alto ufficiale dei carabinieri aveva informato Violante dell'intenzione di Vito Ciancimino di avere un incontro con la commissione Antimafia. Circostanze che Violante ha sostanzialmente confermato. "Violante ricorda seppur lacunosamente, ma conferma quanto ho detto io. Il mio comportamento fu improntato alla massima trasparenza", ha affermato Mori.
(20 ottobre 2009)
"Incontrai più volte Vito Ciancimino - ha detto Mori - e cercai più volte contatti con la commissione Antimafia senza che avessi obbligo di farlo. Proprio gli incontri con Ciancimino furono la prova che una trattativa con Cosa Nostra non ci fu". E poi: "Ogni trattativa del genere e questa in particolare che implicava una resa vergognosa dello stato a una banda di criminali assassini - ha aggiunto - sarebbe stata impensabile".
L'ex comandante del Ros ed ex capo del Sisde ha parlato a lungo davanti al Tribunale, per rivendicare la correttezza del suo operato. Mori ha preso la parola dopo la deposizione dell'ex presidente della Camera ed ex presidente della commissione parlamentare Antimafia, Luciano Violante, sentito dai giudici proprio sui contatti che ebbe all'epoca con Mori.
L'allora alto ufficiale dei carabinieri aveva informato Violante dell'intenzione di Vito Ciancimino di avere un incontro con la commissione Antimafia. Circostanze che Violante ha sostanzialmente confermato. "Violante ricorda seppur lacunosamente, ma conferma quanto ho detto io. Il mio comportamento fu improntato alla massima trasparenza", ha affermato Mori.
(20 ottobre 2009)
2 commenti:
DEFINIRE UNA BANDA DI CRIMINALI ASSASSINI "COSA NOSTRA" MI SEMBREREBBE RIDUTTIVO E AL TEMPO STESSO INDICATIVO DI UNA QUALCHE RETICENZA DELL'IMPUTATO MORI, CHE IN QUANTO TALE NON E' OBBLIGATO A DIRE LA VERITA'
Balle, ci fu eccome!
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