venerdì 9 ottobre 2009

NYT: "Mercoledì un bel giorno per la democrazia italiana"


di ANGELO AQUARO e ENRICO FRANCESCHINI

LONDRA - Nella marea di articoli sul caso Berlusconi pubblicati oggi dalla stampa internazionale, spiccano gli editoriali non firmati, dunque espressione del pensiero della direzione del giornale, come usa nel mondo anglosassone, di quattro dei più autorevoli quotidiani del mondo: Financial Times, New York Times, Wall Street Journal, Guardian. Quello del più importante quotidiano finanziario d'Europa suggerisce senza mezzi termini agli alleati del presidente del Consiglio di liberarsi di lui per il bene dell'Italia. Una valutazione condivisa dall'altra parte dell'Atlantico dal Nyt, secondo il quale "l'era Berlusconi è durata troppo".

L'editoriale del giornale newyorkese, intitolato "La Legge e Silvio Berlusconi", inizia con un giudizio tranciante: "Mercoledì è stato un brutto giorno per Silvio Berlusconi ma un bel giorno per la democrazia italiana". Il riferimento è alla sentenza della Corte costituzionale su quella che il New York Times definisce "la vergognosa legge approvata dopo le elezioni dello scorso anno che garantiva a Berlusconi l'immunità dai processi per tutto il tempo in cui rimaneva in carica". Il quotidiano osserva poi che "la Corte Costituzionale ha ricordato il principio fondamentale della democrazia che nessuno, neppure il più ricco o il più potente, può ergersi sopra la legge, anche se un Parlamenteo compiacente gli costruisce per legge l'immunità". Dopo aver ricordato i processi che riprenderanno, il Nyt scrive: "Gli avvocati di Berlusconi sostengono che la necessità di difendersi nei processi distrarrano il premier dai suoi doveri. Ma lui già sembra aver speso molta più energia a difendersi dai suoi controversi casi personali che a reagire ai problemi che attanagliano l'Italia... Non è una situazione accettabile per l'Italia e per l'Europa. L'era Berlusconi è durata troppo a lungo, con troppi pochi risultati positivi. E' tempo per entrambe le coalizioni di sviluppare una nuova generazione di leader più costruttivi e competenti da presentare agli elettori".

"La sentenza della Corte Costituzionale (che gli ha tolto l'immunità) è il più serio smacco subito da Berlusconi nel suoi 15 anni in politica", afferma l'editoriale del Financial Times. "Da un anno il premier è coinvolto in uno scandalo di prostitute e veline, ma la decisione della Corte lo colpisce dove fa più male. Il premier dovrà ora affrontare una serie di processi in cui è accusato di corruzione ed evasione fiscale". Il giornale della City ricorda la reazione di Berlusconi secondo cui si tratta di un complotto politico orchestrato contro di lui dalla sinistra, ma obietta: "Il giudizio della Corte è giusto. Il capo di governo, in una democrazia, non può essere al di sopra della legge". Il risultato è che Berlusconi, "chiaramente indebolito", dovrà passare più tempo a occuparsi dei suoi problemi legali e meno a occuparsi degli affari di governo, mentre l'immagine internazionale dell'Italia "soffrirà ulteriormente". Berlusconi entrò in politica dopo la crisi creata da Tangentopoli, "per darsi una piattaforma da cui difendersi dalle accuse di corruzione" che già lo riguardavano, scrive il Ft, "ed è una tragedia, per l'Italia e per l'Europa, che lo abbia fatto". L'Italia, per causa sua, "non è riuscita a maturare politicamente". Molti italiani ancora appoggiano Berlusconi, conclude l'editoriale del Financial Times, "ma i suoi alleati di centrodestra dovrebbero contemplare l'idea di disfarsi di lui. L'Italia starebbe certamente meglio senza Berlusconi".

Anche l'editoriale del Guardian, uno dei più autorevoli quotidiano britannici, rammenta la tesi di Berlusconi di un complotto della sinistra contro di lui che coinvolgerebbe i tre ultimi presidenti della Repubblica, uno dei quali, Scalfaro, era "un fervente cattolico anticomunista", e un altro, Ciampi, "un banchiere e un tecnocrate". E allora, osserva il Guardian, di che cospirazione si tratta? "Non c'è stato alcun complotto. La persona che è pericolosa, nel senso che sta attivamente danneggiando le istituzioni italiane, è Berlusconi". Per questo, afferma il giornale londinese, è necessario che ora, abolita l'immunità, i processi contro di lui riprendano e vadano avanti: "Ogni altro corso di eventi spingerebbe ancora di più l'Italia lontano dal suo presente democratico e indietro verso il suo passato fascista".

Con un titolo che parafrasa il famoso romanzo di Kundera, "L'insostenibile nudità legale di Silvio Berlusconi", l'editoriale del Wall Street Journal riassume quello che è accaduto e fa le ipotesi su quel che accadrà, inclusa la possibilità che i processi avanzino lentamente, che il premier non venga condannato per la scadenza dei termini processuali e che tutto continui più o meno come ora. Ma in tal caso, conclude il quotidiano finanziario americano, "il vero perdente sarebbe il popolo italiano".

Il Financial Times dedica alla vicenda anche un'intera pagina di servizi, con un'ampia infografica sulla galassia del potere economico di Berlusconi, notando la ridda di supposizioni sui mercati all'indomani della sentenza che ha condannato la Finivest a pagare 750 milioni di euro di risarcimento alla Cir di Carlo De Benedetti come conseguenza della corruzione con cui Berlusconi ottenne il possesso della Mondadori. Una possibilità, scrive il Ft citando un "senior Milan banker", un importante banchiere milanese, che chiede di restare anonimo, è che "le ambizioni di espansione all'estero" del Cavaliere saranno ridotte, per esempio per quanto riguarda il tentato acquisto di TeleCinco in Spagna. Un'altra è che Berlusconi decida di vendere il Milan, come lo spingerebbe a fare, secondo il Ft, "sua figlia Marina".

In un altro articolo, il giornale nota che, nonostante le affermazioni ufficiali di solidarietà al premier da parte dei suoi alleati, la sentenza della Corte "ha esposto divisioni nella coalizione di maggioranza". Il Ft nota che Gianfranco Fini ha preso seccamente le distanze dalle critiche di Berlusconi al presidente della repubblica Napolitano. E nota che anche il ministro del Tesoro Giulio Tremonti, "come Fini un possibile contendente per la successione a Berlusconi", ha evitato di criticare il capo dello Stato. Quale che sia l'esito dei processi contro il premier, osserva l'articolo, "un governo indebolito, in conflitto con il potere giudiziario e con il Quirinale, esaspererebbe una lotta intestina per il potere, rischiando di trasformare Berlusconi in un'anatra zoppa".

E' la medesima previsione di una news analyses del corrispondente da Roma del Times di Londra, Richard Owen: "L'Houdini della politica italiana potrebbe finire per diventare un'anatra zoppa". Anche il quotidiano londinese dedica una pagina intera alle conseguenze della sentenza della Consulta, condividendo l'impressione di "divisioni" crescenti all'interno della maggioranza.

Un analogo corsivo sul Daily Telegraph, uno dei principali quotidiani conservatori britannici, rammenta che "in Occidente il concetto di uguaglianza di tutti davanti alla legge è uno dei capisaldi della democrazia" e l'idea che un leader voglia mettersi al di sopra della legge "crea paralleli con dittatori di mezzo mondo". E in ogni caso la linea di difesa del premier italiano, secondo cui i processi toglierebbero tempo prezioso alla sua attività di governo, non regge, ironizza Adrian Michels, il caporedattore esteri del Telegraph, considerato che Berlusconi "sembra avere trovato un sacco di tempo per le attività extra-governative che hanno spinto sua moglie a chiedere il divorzio".

Il Guardian di Londra scrive che, dopo la sentenza, nel breve spazio di 24 ore, Berlusconi ha "insultato la Corte Costituzionale, messo in dubbio l'imparzialità del presidente della Repubblica e dei suoi predecessori, e ridicolizzato una parlamentare in diretta tivù". Lo spagnolo El Pais afferma che Berlusconi ha risposto alla decisione della Corte "attaccando i poteri istituzionali con isteria, brutalità e insulti"; e in un altro articolo ricorda che il parlamento europeo ha criticato la concentrazione dei media in Italia.

Ci sono moltissimi altri articoli e commenti sulla Berlusconi-story, dal tedesco Die Welt al francese Le Monde, dall'Irish Times alla svizzera Tribune de Geneve, dal Figaro all'Australian. Una segnalazione la merita un editoriale sul quotidiano parigino Liberation, che partendo dalle frasi pronunciate dal premier subito dopo la sentenza, "Viva l'Italia, Viva Berlusconi", commenta parafrasando il celebre motto del Re Sole: "Berlusconi dice, l'Italia sono io. Poveri italiani".

(9 ottobre 2009)

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