Nessun complotto. Nessuna trama della sinistra. Bocciando il lodo Alfano la Corte Costituzionale ha preso soltanto una decisione tecnica. E nemmeno le accuse lanciate da Silvio Berlusconi al capo dello Stato trovano sponda. Neanche tra gli elettori del centrodestra. Così, almeno a leggere il sondaggio realizzato da Ipr Marketing per Repubblica.it, quel "popolo" che Berlusconi continuamente evoca a sostegno, sembra smentire la tesi del premier.
Questi i dati. Il 59% degli intervistati si dice convinto della bontà della decisione della Consulta. A fronte di un 40% che, invece, esprime contrarietà. Cifre da cui discende un 69% di intervistati che dice di avere fiducia nella Corte (69%). Per contro il 29% non nasconde la sua sfiducia. E' interessante notare come il 47% di coloro che si dicono di centrodestra dice di aver fiducia nel supremo organismo. Una vasta platea sulla quale gli anatemi del Cavaliere non sembrano aver avuto presa.
La fiducia nella Consulta è rafforzata anche da altri dati. A partire da quello che nega che la sentenza sia stata emessa per colpire Berlusconi ma che sia legata, unicamente, all'incostituzionalità del lodo Alfano. Il 66% degli intervistati la pensa così (contro il 32%). Ma anche in questo caso colpisce quel 43% di elettori del centrodestra che trovi alcun nesso politico tra sentenza e Berlusconi.
Altra questione è il ruolo del capo dello Stato. Berlusconi lo ha prima attaccato frontalmente ("è di sinistra"), per poi siglare una tregua istituzionale che si regge su equilibri delicati. Bene, la stragrande maggioranza degli intervistati, promuove il comportamento Napolitano. Lodandone l'imparzialità (72%) e negando che avrebbe dovuto fare pressioni sulla Corte (78%). Anche in questo caso se il plebiscito degli elettori di centrosinistra era atteso, colpisce l'alta percentuale di quelli di centrodestra che plaude al comportamento di Napolitano. Il capo dello Stato si è mosso secondo le regole. E l'accusa di "inerzia" nei confronti della Corte. Lanciata da Berlusconi, cade nel vuoto.
Eccessiva, infine, la reazione del premier. Per il 61% un presidente del Consiglio non si comporta così. Solo per il 37% va tenuto conto del momento "particolare" vissuto dal Cavaliere.
(11 ottobre 2009)
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