Avrebbero ricattato il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo. Volevano soldi in cambio del silenzio su un video girato in un'appartamento di Roma a luglio. Quattro carabinieri della capitale sono stati arrestati per estorsione e altri reati dai loro colleghi del Ros al termine di un'indagine condotta dall'Arma.
Ferma la reazione di Marrazzo a questa vicenda oscura e allarmante: «Se un video esiste è falso, non ho mai pagato alcuna somma di denaro». Il governatore ha chiarito inoltre di voler «continuare con serietà e determinazione» il proprio lavoro «fino alla fine della legislatura». Marrazzo ha nominato come suo legale di fiducia l'avvocato Luca Petrucci del foro di Roma: «Denunceremo diffamazioni e violazioni della privacy». Da quanto trapela da piazzale Clodio Marrazzo non sarebbe stato solo ricattato, ma anche rapinato dai carabinieri dei soldi che aveva nel portafogli durante il blitz. Lo avrebbe detto lo stesso politico ai pm quando è stato interrogato come parte offesa.
Per questo motivo i militari fermati devono rispondere di rapina, violazione della privacy, violazione di domicilio ed estorsione. Stando all'informativa che i carabinieri hanno trasmesso in procura, quattro assegni, per un importo complessivo di circa 50mila euro, sarebbero stati staccati dal carnet di Marrazzo per mettere a tacere il tentativo di ricatto. Assegni mai incassati e forse spariti dalla circolazione.
Secondo quanto accertato dagli investigatori, il giorno del blitz due carabinieri avrebbero sorpreso Marrazzo nell'appartamento privato in compagnia di un transessuale, mentre altri due militari sarebbero rimasti fuori in attesa. Accertamenti sono ancora in corso per capire chi abbia girato il video (che sarebbe stato acquisito dai magistrati e della durata di alcuni minuti) e che destinazione avesse. Chi indaga ritiene che il documento era già stato proposto ad alcune testate giornalistiche e società di produzione. Forse era destinato a Milano e sarebbe finito nelle mani di un mediatore. Altre indagini verranno sviluppate per capire di chi fosse la droga (pare cocaina) trovata nella casa dove i carabinieri del ricatto hanno trovato Marrazzo. La vicenda però, è tutt'altro che chiara.
La procura di Roma tiene a sottolineare «la massima collaborazione avuta dall'Arma dei Carabinieri, la cui investigazione è stata rapidissima e precisa». In procura si precisa che «in questa vicenda non esistono mandanti nè complotti di alcun tipo. Il caso va inquadrato in un ambito di criminalità comune».
I quattro arrestati sarebbero sottufficiali di una compagnia dell'arma di Roma e sono stati bloccati dai carabinieri del Ros. Gli investigatori sono arrivati a loro tramite alcune intercettazioni che riguardavano un'altra inchiesta di competenza della Dda. Nel corso delle quali è saltata fuori la storia del ricatto a Marrazzo. I militari, inizialmente, avrebbero tentato di vendere il filmato a diverse agenzie in tutta Italia. Un tentativo che avrebbe permesso di smascherare il piano contro il presidente della Regione.
"I quattro carabinieri arrestati sono quattro mele marce che abbiamo immediatamente scoperto e isolato dalla istituzione alla quale non sono degni di appartenere" spiega il comandante provinciale dei Carabinieri di Roma, il generale Vittorio Tomasone - Si tratta di un fatto circoscritto. L'indagine è partita da noi e ora dobbiamo chiarire le responsabilità di ciascuno degli indagati".
23 ottobre 2009
Ferma la reazione di Marrazzo a questa vicenda oscura e allarmante: «Se un video esiste è falso, non ho mai pagato alcuna somma di denaro». Il governatore ha chiarito inoltre di voler «continuare con serietà e determinazione» il proprio lavoro «fino alla fine della legislatura». Marrazzo ha nominato come suo legale di fiducia l'avvocato Luca Petrucci del foro di Roma: «Denunceremo diffamazioni e violazioni della privacy». Da quanto trapela da piazzale Clodio Marrazzo non sarebbe stato solo ricattato, ma anche rapinato dai carabinieri dei soldi che aveva nel portafogli durante il blitz. Lo avrebbe detto lo stesso politico ai pm quando è stato interrogato come parte offesa.
Per questo motivo i militari fermati devono rispondere di rapina, violazione della privacy, violazione di domicilio ed estorsione. Stando all'informativa che i carabinieri hanno trasmesso in procura, quattro assegni, per un importo complessivo di circa 50mila euro, sarebbero stati staccati dal carnet di Marrazzo per mettere a tacere il tentativo di ricatto. Assegni mai incassati e forse spariti dalla circolazione.
Secondo quanto accertato dagli investigatori, il giorno del blitz due carabinieri avrebbero sorpreso Marrazzo nell'appartamento privato in compagnia di un transessuale, mentre altri due militari sarebbero rimasti fuori in attesa. Accertamenti sono ancora in corso per capire chi abbia girato il video (che sarebbe stato acquisito dai magistrati e della durata di alcuni minuti) e che destinazione avesse. Chi indaga ritiene che il documento era già stato proposto ad alcune testate giornalistiche e società di produzione. Forse era destinato a Milano e sarebbe finito nelle mani di un mediatore. Altre indagini verranno sviluppate per capire di chi fosse la droga (pare cocaina) trovata nella casa dove i carabinieri del ricatto hanno trovato Marrazzo. La vicenda però, è tutt'altro che chiara.
La procura di Roma tiene a sottolineare «la massima collaborazione avuta dall'Arma dei Carabinieri, la cui investigazione è stata rapidissima e precisa». In procura si precisa che «in questa vicenda non esistono mandanti nè complotti di alcun tipo. Il caso va inquadrato in un ambito di criminalità comune».
I quattro arrestati sarebbero sottufficiali di una compagnia dell'arma di Roma e sono stati bloccati dai carabinieri del Ros. Gli investigatori sono arrivati a loro tramite alcune intercettazioni che riguardavano un'altra inchiesta di competenza della Dda. Nel corso delle quali è saltata fuori la storia del ricatto a Marrazzo. I militari, inizialmente, avrebbero tentato di vendere il filmato a diverse agenzie in tutta Italia. Un tentativo che avrebbe permesso di smascherare il piano contro il presidente della Regione.
"I quattro carabinieri arrestati sono quattro mele marce che abbiamo immediatamente scoperto e isolato dalla istituzione alla quale non sono degni di appartenere" spiega il comandante provinciale dei Carabinieri di Roma, il generale Vittorio Tomasone - Si tratta di un fatto circoscritto. L'indagine è partita da noi e ora dobbiamo chiarire le responsabilità di ciascuno degli indagati".
23 ottobre 2009
2 commenti:
Marrazzo si è autosospeso il Papi dovrebbe seguirne l'esempio
Il ricatto a Marrazzo : l'importanza dell'integrità di un uomo politico e la tentazione dell'inciucio per un colpo di spugna generale
Temo che non accadrà mai.
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