sabato 24 ottobre 2009

"Risposte del premier, un diritto dei cittadini". A Cambridge premiato Ezio Mauro


FEDERICO RAMPINI


CAMBRIDGE - "Questa è una serata in cui onoriamo la libertà di stampa, e riflettiamo sulle sfide che deve affrontare. Esiste una minaccia alla libertà di stampa dall'altra parte dell'Atlantico: in Italia, nella settima potenza industriale". Alex Jones, direttore del Center on the Press, Politics and Public Policy alla Harvard Kennedy School, ha aperto così giovedì sera la conferenza sulla libertà d'informazione nel più importante centro universitario degli Stati Uniti. La Kennedy School - prestigioso centro di formazione del personale di governo - e la Nieman Foundation for Journalism at Harvard si sono unite per assegnare un encomio a Ezio Mauro, in riconoscimento del ruolo svolto da Repubblica "in un momento di grave pericolo per la libertà di stampa in Italia".

Nel ringraziare le autorità accademiche di Harvard Ezio Mauro ha definito l'encomio "il riconoscimento di un lavoro collettivo". Il direttore di Repubblica ha aggiunto: "Il rapporto tra Stato e informazione è alquanto complesso. Tutto questo dimostra che ci sono sufficienti elementi per fare un lungo lavoro d'inchiesta giornalistica. È quello che noi stiamo facendo in Italia".

La motivazione dell'encomio cita "il coraggio con cui ha insistito nelle sue pagine perché il governo debba rendere conto ai cittadini, e perché il ruolo della stampa sia quello di esigere questa accountability". Il testo ricorda "le minacce, la pressione economica, le cause giudiziarie con la richiesta di milioni di danni" contro La Repubblica. Afferma che la battaglia di questo giornale "ha ispirato centinaia di migliaia di italiani a mobilitarsi". Conclude con "la speranza e la fiducia che la lotta per la libertà d'informazione in Italia prevarrà".

Nell'assegnare il riconoscimento a Mauro, davanti a un pubblico di docenti e di studenti nel campus universitario di Cambridge, Alex Jones ha indicato nel caso italiano un pericoloso precedente. "Ogni giorno - ha detto - La Repubblica rivolge al primo ministro dieci domande sul suo comportamento e la sua etica. Il presidente del Consiglio ignora quelle domande, reagisce con le minacce, e le televisioni nazionali non informano sui suoi scandali. Questo accade se chi ha il potere politico ha anche il potere dell'informazione". Nel cuore del New England, dove si è formata la cultura repubblicana degli Stati Uniti, dove hanno radici profonde il dettato costituzionale e il Primo Emendamento, il decano della Kennedy School ha voluto marcare una preoccupazione che supera i confini di un solo paese: "Molti di voi avranno letto notizie sugli scandali italiani. Non c'è nulla di divertente. Fa paura pensare che quel modello possa essere replicato altrove".

(24 ottobre 2009)

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