Finisce davanti al cda della Rai la cosiddetta "guerra delle testate". Il servizio del Tg1 di ieri sera dedicato alla querelle tra Corriere della Sera e Repubblica e criticato da Eugenio Scalfari che non ha avuto possibilità di replica sarà uno degli spunti dell'audizione del direttore del Tg1 Augusto Minzolini. L'annuncio del presidente della Rai, Paolo Garimberti, arriva nel corso del convegno di Eurovisioni, il festival internazionale di cinema e tv in corso a Roma. E accende i riflettori su una vicenda che ha generato dure polemiche.
Ieri il servizio andato in onda sul Tg1 ha ospitato il punto di vista dei direttori del Corsera Ferruccio De Bortoli, del Riformista Antonio Polito e di Libero Maurizio Belpietro (in linea con la linea tenuta da via Solferino), ma non quello del quotidiano diretto da Ezio Mauro. Scalfari, invece, ha potuto far sentire la sua voce nel corso dell'Infedele, condotto da Gad Lerner su La7.
Una situazione su cui Garimberti vuol vedere chiaro. "Minzolini sarà in Cda giovedì per un'audizione già prevista da tempo, che faremo anche con gli altri direttori dei tg, e parleremo in consiglio anche di questa vicenda" spiega il presidente.
"Si tratta di un'audizione già prevista da tempo, come per le altre" aggiunge il presidente, replicando così indirettamente a chi nella maggioranza di centrodestra del Cda aveva invece parlato di provocazione da parte sua con quella richiesta di audizione. E che nessuno parli di provocazione: "Ognuno pensi quello che vuole. E se queste sono provocazioni, ne avremo delle altre perchè faremo altre audizioni".
La vicenda prende il via dopo gli attacchi del presidente del Consiglio al Corsera, definito "un foglio della sinistra". Il giorno dopo il direttore De Bortoli affida ad un fondo la sua replica. Un articolo che Scalfari giudica troppo indulgente con il capo del governo. Ieri la replica del direttore del Corriere a Marco Travaglio (che lo aveva attaccato su Il Fatto) e a Scalfari definendo il suo editoriale di domenica "ingiusto e insultante". Oggi, infine, con un nuovo articolo, Scalfari torna a dire la sua su Repubblica.
Ricordando come "tutta la stampa internazionale, quella progressista e anche quella conservatrice", consideri Berlusconi "come un personaggio che ha ormai sorpassato ogni limite accettabile". Per poi concludere: "Io vorrei, noi vorremmo, che la stampa italiana non fosse meno lucida e meno coraggiosa di quella internazionale. Mi sembra purtroppo un vano desiderio".
(13 ottobre 2009)
Ieri il servizio andato in onda sul Tg1 ha ospitato il punto di vista dei direttori del Corsera Ferruccio De Bortoli, del Riformista Antonio Polito e di Libero Maurizio Belpietro (in linea con la linea tenuta da via Solferino), ma non quello del quotidiano diretto da Ezio Mauro. Scalfari, invece, ha potuto far sentire la sua voce nel corso dell'Infedele, condotto da Gad Lerner su La7.
Una situazione su cui Garimberti vuol vedere chiaro. "Minzolini sarà in Cda giovedì per un'audizione già prevista da tempo, che faremo anche con gli altri direttori dei tg, e parleremo in consiglio anche di questa vicenda" spiega il presidente.
"Si tratta di un'audizione già prevista da tempo, come per le altre" aggiunge il presidente, replicando così indirettamente a chi nella maggioranza di centrodestra del Cda aveva invece parlato di provocazione da parte sua con quella richiesta di audizione. E che nessuno parli di provocazione: "Ognuno pensi quello che vuole. E se queste sono provocazioni, ne avremo delle altre perchè faremo altre audizioni".
La vicenda prende il via dopo gli attacchi del presidente del Consiglio al Corsera, definito "un foglio della sinistra". Il giorno dopo il direttore De Bortoli affida ad un fondo la sua replica. Un articolo che Scalfari giudica troppo indulgente con il capo del governo. Ieri la replica del direttore del Corriere a Marco Travaglio (che lo aveva attaccato su Il Fatto) e a Scalfari definendo il suo editoriale di domenica "ingiusto e insultante". Oggi, infine, con un nuovo articolo, Scalfari torna a dire la sua su Repubblica.
Ricordando come "tutta la stampa internazionale, quella progressista e anche quella conservatrice", consideri Berlusconi "come un personaggio che ha ormai sorpassato ogni limite accettabile". Per poi concludere: "Io vorrei, noi vorremmo, che la stampa italiana non fosse meno lucida e meno coraggiosa di quella internazionale. Mi sembra purtroppo un vano desiderio".
(13 ottobre 2009)
Nessun commento:
Posta un commento