La stampa internazionale torna ad occuparsi oggi di Silvio Berlusconi, riportando le iniziative del primo ministro italiano per avviare una rapida riforma della giustizia che, dopo l'annullamento della legge sull'immunità deciso dalla Corte Costituzionale il mese scorso, potrebbe mettere fine ai due processi contro di lui che si profilano come una minaccia all'orizzonte.
"Berlusconi apre la strada alla riforma giudiziaria", titola il Financial Times, in una corrispondenza da Roma di Guy Dinmore che riferisce dell'"accordo" raggiunto martedì dal capo del governo con un "alleato chiave", il presidente della Camera e numero due del Pdl Gianfranco Fini, per una riforma del sistema giudiziario che "i leader dell'opposizioni temono sia diretta principalmente a concludere due processi contro il magnate dei media miliardario". L'articolo afferma che Fini, "un possibile erede del 73enne premier", ha accettato di mandare avanti al più presto una legislazione che limiti alcuni processi a un totale di sei anni.
"Nell'assenza di dettagli sulla legislazione proposta, non è immediatamente chiaro se il limite di sei anni salverebbe Berlusconi dai tribunali", scrive il quotidiano finanziario britannico, a cui un collaboratore del premier, la cui identità non viene precisata, ha indicato che il presidente del Consiglio "si sta preparando a difendersi nelle aule di giustizia, come ha pubblicamente promesso". Ma la medesima fonte precisa al giornale britannico che "impegni di governo impediranno" a Berlusconi "di essere presente ad alcune sedute giudiziarie", e il Ft sottolinea che gli avvocati del premier hanno già comunicato al tribunale di Milano che egli non potrà partecipare all'udienza del 16 novembre a causa di un summit dell'Onu sull'alimentazione a Roma. Una fonte legale indica al quotidiano della City che se il limite di sei anni fosse diviso in tre periodi di due anni, per il processo iniziale e per i due appelli successivi, "allora il processo contro Mediaset", uno dei due in cui Berlusconi è imputato, "scadrebbe entro questo mese". Per l'altro processo, ricorda il Ft, quello per corruzione per il quale è già stato condannato l'avvocato inglese David Mills, accusato di avere ricevuto da Berlusconi una bustarella da 600 mila dollari per mentire in due processi contro il proprietario di Mediaset, i giudici fisseranno una data il 27 novembre, "facendo ricominciare il processo dall'inizio, con nuovi magistrati, anziché riprenderlo dal punto in cui venne interrotto quando a Berlusconi fu data l'immunità" in virtù del Lodo Alfano, cioè della legge, fatta approvare dal suo governo, per sospendere procedimenti giudiziari contro le prime quattro maggiori cariche dello Stato.
Anche un altro quotidiano britannico, il Daily Telegraph, dedica un articolo agli sviluppi della vicenda, con un malizioso titolo: "Berlusconi cerca di limitare i (suoi) processi". Scrive il corrispondente da Roma: "Silvio Berlusconi è stato attaccato ieri per avere proposto di ridurre la durata dei processi italiani. I suoi critici vedono la riforma come un modo per eliminare in un colpo i suoi problemi legali". L'articolo riconosce che il sistema giudiziario italiano ha "disperato bisogno" di riforme, con processi che possono durare più di dieci anni e un arretrato di 3 milioni e 600 mila casi penali e 5 milioni e 400 mila casi civili. "Tuttavia, ci sono pochi dubbi che le proposte (di riforma, ndr.) andrebbero a beneficio anche di Berlusconi, che deve affrontare due processi che dovrebbero cominciare questo mese", aggiunge il corrispondente Nick Squires.
Anche il quotidiano spagnolo El Pais segue la questione, con un articolo intitolato: "Berlusconi concorda una riforma giudiziaria per liberarsi di due processi". Il corrispondente da Roma Miguel Mora scrive che l'accordo maturato martedì tra il premier e Fini per "una riforma parziale e rapida della giustizia, con tutta probabilità permetterà al primo ministro di scappre indenne dai due processi riaperti" contro di lui dopo che la Corte Costituzionale gli ha tolto l'immunità. Il giornale spagnolo afferma che, dopo appunto quella sentenza dell'Alta Corte, Berlusconi cercava "la formula magica per liberarsi dei suoi processi e di condanne che apparivano molto probabili". Sul progetto scrive anche il New York Times, riportando che Berlusconi raccoglie sostegno per limitare la durata dei processi, "inclusi i propri" in cui è imputato "per corruzione e frode fiscale".
Sul caso Berlusconi interviene oggi pure il quotidiano francese Le Monde, con un editoriale sulle "dieci domande" poste da Repubblica a Berlusconi. Le domande, pubblicate da Repubblica tutti i giorni a partire dal 14 maggio, poco dopo la scoperta della presenza di Berlusconi alla festa di compleanno per i 18 anni di Noemi Letizia, afferma l'editoriale, "sono scomparse, non vengono più pubblicate dal 6 novembre", cioè dopo la diffusione delle risposte date da Berlusconi a Bruno Vespa per un libro di cui è autore il giornalista televisivo. Le Monde rileva che il direttore di Repubblica, Ezio Mauro, pur giudicandole "oblique e incomplete", ritiene che possano passare per delle risposte: "Esse sono lontane dall'essere soddisfacenti e lasciano molti punti in sospeso - scrive Mauro, citato da Le Monde - e in ogni caso il ritardo con cui Berlusconi si è deciso a rispondere è politicamente significativo, tutto mostra quale è il suo vero limite, la sua incapacità di dire la verità". Conclude Le Monde: "In apparenza, Berlusconi ce l'ha fatta, le domande non vengono più pubblicate, il suo imbarazzo personale non è più in pagina. Provvisoriamente salvo, il premier, non più protetto dalla legge sull'immunità, deve ora affrontare i tribunali. Ma la redazione di Repubblica intende adesso consacrare il proprio lavoro a un'inchiesta su un'undicesima domanda: 'Signor Presidente del Consiglio, quale ragione le impedisce di dire la verità ai suoi concittadini?'".
(11 novembre 2009)
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