"Nessuno dispone di 'armi di ricatto' nei miei confronti". Silvio Berlusconi ha risposto implicitamente nel libro di Bruno Vespa 'Donne di cuori' (in uscita venerdì) a una delle domande che gli sono state poste più frequentemente negli ultimi mesi e che fa parte delle 10 domande di Repubblica. E, frammista all'ennesima serie di anticipazioni del libro di Vespa, arriva la notizia che il premier ha chiesto il rinvio per la prima udienza del processo sui fondi neri Mediaset che lo vede imputato a Milano.
Nessun ricatto. "La risposta - dice il presidente del Consiglio - vale per oggi come per il passato, in quanto io non mi sono mai lasciato ricattare da nessuno, né mi sono mai comportato in modo per cui un simile evento si potesse verificare. Quando nei miei confronti sono state avanzate richieste che secondo il giudizio mio e dei miei legali si configuravano come ricattatorie (vedi il caso Zappadu, nda), mi sono immediatamente rivolto all'autorità giudiziaria".
Evidente il riferimento, nelle parole del premier, alla vicenda giudiziaria e politica che ha travolto Piero Marrazzo, vicenda che ha condotto in carcere quattro carabinieri accusati di aver tentato un ricatto nei confronti dell'ex Governatore del Lazio.
Berlusconi ha anche voluto, indirettamente, rispondere a una delle 'dieci domande' che Repubblica gli rivolge da mesi, in particolare da quando sono emersi i dettagli delle sue frequentazioni: escort e veline accolte nelle sue residenze, feste di compleanno di ragazze diciottenni e imprenditori dal discutibile stile di vita.
Processi. Intanto i legali del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, hanno presentato nella Cancelleria della prima sezione penale del Tribunale di Milano un'istanza in cui affermano che il loro assistito non potrà partecipare all'udienza del processo fissata per il 16 novembre a causa di un legittimo impedimento. Nell'istanza, gli avvocati del premier scrivono che Berlusconi sarà impegnato in quella data, che segna la ripresa del processo sui presunti fondi neri creati da Mediaset, in un convegno internazionale sulla sicurezza alimentare che si svolgerà a Roma, al quale parteciperanno diversi Capi di Stato. Gli avvocati del premier Longo e Ghedini spiegano che il presidente del Consiglio "intende partecipare a ogni udienza dibattimentale".
Riforma della giustizia. Nel corso dell'intervista a Vespa il premier ha parlato anche della riforma della giustizia: "Si tratta di istituire due ordini distinti tra loro per gli avvocati dell'accusa e per i magistrati giudicanti, con due distinti Consigli Superiori, ovviamente mantenendo l'indipendenza della magistratura". Il giornalista ha chiesto anche se sia prevista anche una modifica del sistema elettorale del Csm che depotenzi le correnti.
"E' del tutto evidente - ha risposto il presidente - che in un sistema basato sulla separazione degli ordini tra giudici e avvocati dell'accusa non avrebbe alcun senso un Csm come quello che esiste oggi". Berlusconi si è anche augurato che la riforma del sistema elettorale del Consiglio Superiore della Magistratura avvenga prima delle elezioni dell'anno prossimo per il rinnovo dello stesso organismo.
"Ogni capitolo del nostro programma di legislatura - ha aggiunto il premier, rispondendo implicitamente ad alcune critiche di Gianfranco Fini - è stato liberamente sottoscritto da tutti coloro che lo sostengono. Questo vale per la giustizia come, ad esempio, per il federalismo. Sono due materie caratterizzanti, due priorità del nostro progetto politico di trasformazione profonda dell'Italia. Sulle quali ogni parlamentare della maggioranza è impegnato a pieno titolo".
Lodo Alfano. Vespa ha anche rivolto a Berlusconi una domanda su quale elemento l'abbia colpito di più nella bocciatura del Lodo Alfano: "Bocciando il lodo Alfano la Consulta ha smentito se stessa e la propria giurisprudenza", ha ribadito il premier. "Quando la corte bocciò il lodo Schifani - è la spiegazione del presidente del Consiglio - non accennò alla necessità di sostituirlo con una legge di rango costituzionale".
Lodo Mondadori. "Gli uomini della Cir si alzarono dal tavolo facendo salti di gioia. Io faticai ad alzarmi perché ero sconfortato, deluso, abbattuto. Mi sentivo come uno che aveva subito una intollerabile estorsione". Il presidente del Consiglio è tornato anche sul lodo Mondadori. "La verità è che con il lodo di Ciarrapico io dovetti subire una imposizione politica da parte dei due più importanti leader del tempo (Craxi e Andreotti, nda). Mi dissero: hai tre reti televisive, non puoi mantenere anche la proprietà di Repubblica, dell'Espresso e dei 18 giornali locali. Devi scegliere. Fui costretto ad adeguarmi e scelsi naturalmente le televisioni. Quindi 'obtorto', anzi 'obtortissimo collo', fui costretto a subire quella transazione nella quale de benedetti si prese tutto ciò che era politicamente influente ed economicamente più redditizio. A noi restarono i libri e le riviste della Mondadori del tutto ininfluenti sul piano politico".
Quanto alle eventuali conseguenze per le aziende Fininvest, in caso di conferma del risarcimento da 750 milioni, Berlusconi osserva: "E' un'ipotesi così assurda che non riesco a prenderla in considerazione. Lei pensi che ai prezzi di borsa del 21 ottobre 2009, tutta la partecipazione Fininvest in Mondadori vale 432,8 milioni".
Il Milan. "Farei il sacrificio di cedere il Milan soltanto a chi potesse giovargli più di me. Finora non si è fatto avanti nessuno che abbia questo requisito", ha detto il presidente del Consiglio e patron del club rossonero. Il giornalista ha chiesto a Berlusconi se con Abramovich ha mai parlato dell'ipotesi di cedergli il Milan e se pensa che il proprietario del Chelsea voglia entrare nel mercato calcistico italiano: "No, credo davvero che il Chelsea gli basti ed avanzi", ha risposto Berlusconi. Vespa ha anche domandato quanto può valere oggi una squadra come il Milan: "Per un innamorato nessuna cifra vale il sacrificio - ha concluso Berlusconi - Solo il bene dell'amato può prevalere".
(3 novembre 2009)
Nessun ricatto. "La risposta - dice il presidente del Consiglio - vale per oggi come per il passato, in quanto io non mi sono mai lasciato ricattare da nessuno, né mi sono mai comportato in modo per cui un simile evento si potesse verificare. Quando nei miei confronti sono state avanzate richieste che secondo il giudizio mio e dei miei legali si configuravano come ricattatorie (vedi il caso Zappadu, nda), mi sono immediatamente rivolto all'autorità giudiziaria".
Evidente il riferimento, nelle parole del premier, alla vicenda giudiziaria e politica che ha travolto Piero Marrazzo, vicenda che ha condotto in carcere quattro carabinieri accusati di aver tentato un ricatto nei confronti dell'ex Governatore del Lazio.
Berlusconi ha anche voluto, indirettamente, rispondere a una delle 'dieci domande' che Repubblica gli rivolge da mesi, in particolare da quando sono emersi i dettagli delle sue frequentazioni: escort e veline accolte nelle sue residenze, feste di compleanno di ragazze diciottenni e imprenditori dal discutibile stile di vita.
Processi. Intanto i legali del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, hanno presentato nella Cancelleria della prima sezione penale del Tribunale di Milano un'istanza in cui affermano che il loro assistito non potrà partecipare all'udienza del processo fissata per il 16 novembre a causa di un legittimo impedimento. Nell'istanza, gli avvocati del premier scrivono che Berlusconi sarà impegnato in quella data, che segna la ripresa del processo sui presunti fondi neri creati da Mediaset, in un convegno internazionale sulla sicurezza alimentare che si svolgerà a Roma, al quale parteciperanno diversi Capi di Stato. Gli avvocati del premier Longo e Ghedini spiegano che il presidente del Consiglio "intende partecipare a ogni udienza dibattimentale".
Riforma della giustizia. Nel corso dell'intervista a Vespa il premier ha parlato anche della riforma della giustizia: "Si tratta di istituire due ordini distinti tra loro per gli avvocati dell'accusa e per i magistrati giudicanti, con due distinti Consigli Superiori, ovviamente mantenendo l'indipendenza della magistratura". Il giornalista ha chiesto anche se sia prevista anche una modifica del sistema elettorale del Csm che depotenzi le correnti.
"E' del tutto evidente - ha risposto il presidente - che in un sistema basato sulla separazione degli ordini tra giudici e avvocati dell'accusa non avrebbe alcun senso un Csm come quello che esiste oggi". Berlusconi si è anche augurato che la riforma del sistema elettorale del Consiglio Superiore della Magistratura avvenga prima delle elezioni dell'anno prossimo per il rinnovo dello stesso organismo.
"Ogni capitolo del nostro programma di legislatura - ha aggiunto il premier, rispondendo implicitamente ad alcune critiche di Gianfranco Fini - è stato liberamente sottoscritto da tutti coloro che lo sostengono. Questo vale per la giustizia come, ad esempio, per il federalismo. Sono due materie caratterizzanti, due priorità del nostro progetto politico di trasformazione profonda dell'Italia. Sulle quali ogni parlamentare della maggioranza è impegnato a pieno titolo".
Lodo Alfano. Vespa ha anche rivolto a Berlusconi una domanda su quale elemento l'abbia colpito di più nella bocciatura del Lodo Alfano: "Bocciando il lodo Alfano la Consulta ha smentito se stessa e la propria giurisprudenza", ha ribadito il premier. "Quando la corte bocciò il lodo Schifani - è la spiegazione del presidente del Consiglio - non accennò alla necessità di sostituirlo con una legge di rango costituzionale".
Lodo Mondadori. "Gli uomini della Cir si alzarono dal tavolo facendo salti di gioia. Io faticai ad alzarmi perché ero sconfortato, deluso, abbattuto. Mi sentivo come uno che aveva subito una intollerabile estorsione". Il presidente del Consiglio è tornato anche sul lodo Mondadori. "La verità è che con il lodo di Ciarrapico io dovetti subire una imposizione politica da parte dei due più importanti leader del tempo (Craxi e Andreotti, nda). Mi dissero: hai tre reti televisive, non puoi mantenere anche la proprietà di Repubblica, dell'Espresso e dei 18 giornali locali. Devi scegliere. Fui costretto ad adeguarmi e scelsi naturalmente le televisioni. Quindi 'obtorto', anzi 'obtortissimo collo', fui costretto a subire quella transazione nella quale de benedetti si prese tutto ciò che era politicamente influente ed economicamente più redditizio. A noi restarono i libri e le riviste della Mondadori del tutto ininfluenti sul piano politico".
Quanto alle eventuali conseguenze per le aziende Fininvest, in caso di conferma del risarcimento da 750 milioni, Berlusconi osserva: "E' un'ipotesi così assurda che non riesco a prenderla in considerazione. Lei pensi che ai prezzi di borsa del 21 ottobre 2009, tutta la partecipazione Fininvest in Mondadori vale 432,8 milioni".
Il Milan. "Farei il sacrificio di cedere il Milan soltanto a chi potesse giovargli più di me. Finora non si è fatto avanti nessuno che abbia questo requisito", ha detto il presidente del Consiglio e patron del club rossonero. Il giornalista ha chiesto a Berlusconi se con Abramovich ha mai parlato dell'ipotesi di cedergli il Milan e se pensa che il proprietario del Chelsea voglia entrare nel mercato calcistico italiano: "No, credo davvero che il Chelsea gli basti ed avanzi", ha risposto Berlusconi. Vespa ha anche domandato quanto può valere oggi una squadra come il Milan: "Per un innamorato nessuna cifra vale il sacrificio - ha concluso Berlusconi - Solo il bene dell'amato può prevalere".
(3 novembre 2009)
Nessun commento:
Posta un commento