Bisogna aggiornare la Costituzione stabilendo che il capo del potere esecutivo sia eletto direttamente dal popolo. Lo sostiene il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nell’ultimo libro di Bruno Vespa che gli chiede se proporrà l’elezione diretta del presidente del Consiglio o l’elezione diretta del presidente della Repubblica secondo il sistema francese. «Sarà il Parlamento nei prossimi mesi - spiega il premier - a definire quale sia il modello più adatto alla realtà italiana. Ciò che conta è che il titolare del potere esecutivo venga scelto direttamente dal popolo. E con lui la forma di governo. Di fatto, è quello che già succede nella costituzione materiale. È ora che la Costituzione formale sia aggiornata e messa al passo con la realtà del Paese».
Il premier parla poi di politica estera. «Fantapolitica». Così Silvio Berlusconi liquida le voci di una irritazione da parte statunitense per i rapporti stretti che il premier ha allacciato con Libia e Russia«. Il nostro governo - dice il premier a Vespa per il suo ultimo libro - è considerato dall’amministrazione americana un alleato sicuro, leale e forte. Il Presidente Obama ha ripetutamente elogiato la mia ’strong leadership’. Quanto ai leader dei maggiori Paesi europei, ho con tutti rapporti di amicizia. Per criticarmi, la sinistra dice che pratico la ’politica del cucù, riferendosi a quando ho scherzato amichevolmente con il Cancelliere Merkel. È una definizione di cui vado fiero: sì, faccio una politica estera che tiene in grande conto i rapporti personali con gli altri leader, perchè - osserva Berlusconi - questo consente di avere interlocuzioni dirette, non mediate dalla diplomazia, sulle questioni più delicate, rendendo più facili le intese».
Berlusconi ribadisce il concetto: «Se l’Italia ha ritrovato prestigio e autorevolezza in campo internazionale, lo deve proprio al nostro governo e a questo mio modo di coltivare le relazioni internazionali. Il che non significa rinunciare alla competizione: i capi di Stato e di governo più validi si fanno un vanto di difendere all’estero le imprese del loro Paese e di concludere accordi vantaggiosi per le loro economie nazionali. L’Italia, prima di noi, non l’aveva mai fatto. Ora - conclude Berlusconi - lo facciamo anche noi, e molto bene».
Dagli attacchi personali della stampa estera il premier dice di non sentirsi indebolito «No. Al contrario, se debbo dirla tutta, gli altri leader internazionali che incontro mi fanno i complimenti. Nessuno di noi, mi dicono, avrebbe potuto resistere a un terzo degli attacchi che hanno rivolto a te».
Il premier parla poi di politica estera. «Fantapolitica». Così Silvio Berlusconi liquida le voci di una irritazione da parte statunitense per i rapporti stretti che il premier ha allacciato con Libia e Russia«. Il nostro governo - dice il premier a Vespa per il suo ultimo libro - è considerato dall’amministrazione americana un alleato sicuro, leale e forte. Il Presidente Obama ha ripetutamente elogiato la mia ’strong leadership’. Quanto ai leader dei maggiori Paesi europei, ho con tutti rapporti di amicizia. Per criticarmi, la sinistra dice che pratico la ’politica del cucù, riferendosi a quando ho scherzato amichevolmente con il Cancelliere Merkel. È una definizione di cui vado fiero: sì, faccio una politica estera che tiene in grande conto i rapporti personali con gli altri leader, perchè - osserva Berlusconi - questo consente di avere interlocuzioni dirette, non mediate dalla diplomazia, sulle questioni più delicate, rendendo più facili le intese».
Berlusconi ribadisce il concetto: «Se l’Italia ha ritrovato prestigio e autorevolezza in campo internazionale, lo deve proprio al nostro governo e a questo mio modo di coltivare le relazioni internazionali. Il che non significa rinunciare alla competizione: i capi di Stato e di governo più validi si fanno un vanto di difendere all’estero le imprese del loro Paese e di concludere accordi vantaggiosi per le loro economie nazionali. L’Italia, prima di noi, non l’aveva mai fatto. Ora - conclude Berlusconi - lo facciamo anche noi, e molto bene».
Dagli attacchi personali della stampa estera il premier dice di non sentirsi indebolito «No. Al contrario, se debbo dirla tutta, gli altri leader internazionali che incontro mi fanno i complimenti. Nessuno di noi, mi dicono, avrebbe potuto resistere a un terzo degli attacchi che hanno rivolto a te».
1 commento:
DIO NE SCANSI E LIBERI!
GIA' OGGI L'ORDINAMENTO FA FATICA A CONTENERE UN EVERSORE DI QUESTO CALIBRO.
FIGUARIAMOCI COSA ACCADREBBE DOMANI, CHE I NOMINATI DAI VARI BERLUSCONI, FINI, BOSSI MANDASSERO A PUTTANE LA COSTITUZIONE FORMALE, MA SOPRATTUTTO LA REPUBBLICA PARLAMENTARE!
UNA CATASTROFE.
GIA' I FRANCESI DI REPUBBLICHE NE HANNO CAMBIATO CINQUE O SEI E NON MI PARE LE LIBERTA' DEMOCRATICHE STIANO MESSE TROPPO BENE.
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