ROMA (21 novembre) - Inquirenti al lavoro per cercare di chiarire il mistero della morte di Brenda, il transessuale trovato ucciso venerdì coinvolto nello scandalo che ha portato alle dimissioni del governatore del Lazio Piero Marrazzo.
L'autopsia compiuta oggi sul cadavere di Brenda ha confermato che il decesso è avvenuto per asfissia da ossido di carbonio sprigionatosi nell'incendio divampato nella sua abitazione. La tac ha anche evidenziato che sul corpo del trans non sono presenti lesioni.
Gli inquirenti oggi hanno effettuato un altro sopralluogo nel mini appartamento ricavato in uno scantinato, dove è stato trovato morto il brasiliano. Per la procura di Roma le indagini si indirizzano verso l'omicidio, anche se il mistero sulla morte di Brenda resta fitto. Importantissima, se non decisiva, sarà l'analisi del computer del trans, trovato in lavandino e bagnato. Forse nei file verranno trovate le tracce che potrebbero portare all'assassino.
Il sopralluogo. La polizia scientifica e gli uomini della Squadra mobile della Questura di Roma sono stati di nuovo nell'abitazione di Brenda anche per prelevare le impronte digitali riscontrabili e da analizzare. Gli inquirenti, che già ieri avevano portato via dall' abitazione molto materiale compreso il personal computer di Brenda, hanno effettuato ulteriori verifiche, anche per capire se nella casa c'erano psicofarmaci. Nell'appartamento di via Due Ponti sono stati inoltre prelevati dei sonniferi di cui Brenda risulta facesse uso. Confezioni sia vuote che parzialmente integre.
Gli inquirenti sono alla ricerca di un secondo cellulare che sarebbe stato nella disponibilità di Brenda. Brenda subì un'aggressione la sera dell'8 novembre scorso e in quell'occasione le fu rubato un cellulare. Secondo chi indaga il transessuale avrebbe comunque detenuto un'altro telefono che non è stato trovato nel monolocale. A parlare di un secondo telefonino sono stati altri trans.
Per trovare il cellulare e magari altri elementi utili per far luce sulla vicenda, gli investigatori hanno esaminato anche il contenuto dei cassonetti limitrofi alla casa. Questo, oltre all'esame autoptico, istologico, tossicologico e all'analisi del contenuto del computer potrebbero dare una svolta all'inchiesta. Dalle audizioni svolte dagli inquirenti intanto risulta inoltre che Brenda sia tornata a casa da sola intorno alle 2-2.30 di notte.
L'amica di Brenda: aveva delle foto ma le ha buttate. «Povero Marrazzo, non aveva nessuna colpa. Povere anche noi, dopo che la storia aveva preso una certa direzione stavamo ricominciando tranquille. Ma ora, dopo tutto quello che è successo, maledetto quel giorno». Così China, una delle amiche trans di Brenda, con voce commossa ha risposto ai giornalisti. «Non credo che l'abbiano ammazzata - ha aggiunto - infatti non ho paura per niente. Credo più in un incidente o nel suicidio, ma spero che non si sia ammazzata da sola perché sarebbe una cosa tropo brutta». «Non so nulla di video, al massimo Brenda poteva a vere delle foto che però ha buttato». Aggiunge China. «Brenda beveva molto - ha aggiunto - e prendeva medicine per dormire. Per questo penso che si sia trattato di un incidente».
Barbara: ho paura, non voglio morire come lei. «Non voglio morire come lei qui». Lo ha detto Barbara, un'amica transessuale di Brenda. «Chiedo un po' di giustizia e sicurezza per noi - ha aggiunto Barbara, visibilmente scossa - ho paura, non posso dormire, non posso più andare al mercato. Ieri un uomo su un motorino mi stava aspettando e mi ha seguita. Io ho iniziato a correre e sono salita su un autobus. È più di un mese che non lavoro, Brenda non lavorava più, era depressa». Barbara ha poi proseguito: «Veniamo trattati come dei veri mostri. Voglio una protezione visto che vengo ascoltata come testimone». «Tutti conoscevamo Cafasso» - conclude Barbara.
Marrazzo nell'abbazia di Montecassino. Ieri Marrazzo, dopo aver appreso la notizia della morte di Brenda, si è sfogato dall'abbazia di Montecassino dove si trova da quando è scoppiato lo scandalo. «È colpa mia - dice secondo quanto riferisce il Corriere della Sera -. Dopo aver distrutto me, hanno fatto morire anche lei. Non è possibile, non è giusto, non doveva andare così. Perdonatemi per il male che ho fatto a tutti quanti. Non volevo. Ho sbagliato, ho commesso tanti errori, ma non doveva finire così». «Se non ci fosse stato tutto questo clamore intorno a me, se non fosse venuta fuori questa vicenda, se non avessi coinvolto tutte queste persone in questa storia, forse Brenda sarebbe ancora viva - aggiunge secondo quanto riferisce il Corriere della Sera l'ex governatore -. Allora è vero che c'è un complotto, è vero che dietro c'è qualcosa di grosso. Dio mio che ho combinato, perdonatemi vi prego».
Il legale di Marrazzo: false le dichiarazioni. Le dichiarazioni attribuite a Marrazzo sono state però smentite dall'avvocato dell'ex governatore, Luca Petrucci. «Marrazzo pur informato della moglie su quanto accaduto, non ha mai incontrato o parlato con nessuno di questa tragica vicenda».
Imma Battaglia: più protezione per le trans. «Chiediamo più protezione, sicurezza e giustizia per le trans e verità. Perché se c'è una lista di politici deve venir fuori», ha detto Imma Battaglia, presidente "Dì Gay Projet". «Queste ragazze sono allo scoperto - ha aggiunto Battaglia - dietro ad una storia drammatica». La Battaglia ha poi annunciato un incontro con il dirigente della squadra mobile della questura di Roma Vittorio Rizzi. «Vogliamo sapere - ha aggiunto Battaglia - che fine faranno poi le trans che hanno ricevuto il decreto di espulsione».
Di Pietro: omicidio? E' prematuro. «Da ex pm e investigatore mi permetto di dissentire da chi, in queste ore, con molta superficialità e tempestività, ha già dato per certo che il transessuale Brenda sia stata uccisa», ha affermato il leader dell'Italia dei valori, Antonio Di Pietro. «Già si sta scatenando la rincorsa per individuare il presunto omicida ed il movente. Ma siamo certi che si tratti di omicidio e non di una tragicissima e personalissima storia di alcol, farmaci e droga che aveva inzuppato il trasnessuale Brenda, fino a portarla ad una morte provocata da essa stessa? - aggiunge Di Pietro - Faccio questo appello alla cautela perchè non vorrei che, ancora una volta, ricerchiamo colpevoli anche quando questi non ci sono. In questo senso anche l'affermazione di quel Pm che si sarebbe lasciato sfuggire che si tratterebbe di un omicidio, o non è mai stata resa effettivamente, o è stata anch'essa intempestiva».
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