Dopo 1 anno e mezzo di crisi, con i primi segnali positivi dall'economia «siamo in un altra fase: quella della ripresa, del rilancio. Bisogna guidare questa seconda fase. Da più parti nel Governo, a partire dal presidente del Consiglio, si è evidenziata questa esigenza di cominciare a fare respirare l'economia. Abbiamo però visto la continuità dei no e non può essere: si rischia di far morire sul nascere la ripresa». Così - dai microfoni di Rtl - il ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta ritorna sui "no" del titolare dell'Economia Giulio Tremonti, al centro della sua intervista concessa ad Aldo Cazzullo sulle colonne del "Corriere della Sera".
BONAIUTI: LINEA TREMONTI ISPIRATA DA BERLUSCONI - Ma «la linea di politica economica fondata sul criterio della disciplina di bilancio e seguita dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti è ispirata dal presidente del Consiglio e condivisa dall'intero governo». È quanto afferma il sottosegretario Paolo Bonaiuti, portavoce del premier, dopo le critiche sollevate dal ministro Renato Brunetta. Quindi in sintesi, Tremonti ha l'appoggio di Berlusconi.
SACCONI E BONDI - Alle parole di Bonaiuti si aggiungono quelle del ministro del Lavoro Maurizio Sacconi: «L'Esecutivo è solidissimo perché all'interno non ci sono politiche diverse e questo conta al di là dei rapporti personali». Sulla stessa lunghezza d'onda anche Sandro Bondi Coordinatore nazionale del Pdl e Ministro della Cultura: «Mai come in questi giorni e in queste ore - afferma - è così lampante e visibile il contrasto tra due concezioni della politica: da un lato, quella rappresentata dal presidente del Consiglio, che prosegue un quotidiano e faticoso impegno per promuovere la diplomazia commerciale a vantaggio delle imprese italiane e dello sviluppo economico dell'Italia, mettendo a frutto l'autorevolezza e la credibilità conquistate dal nostro Paese nel mondo, e, dall'altro lato, quella che emerge dal solito rodeo delle dichiarazioni, una sorta di solipsismo politico che si felicita di disfare ciò che gli altri faticosamente costruiscono».
FASE 2 - Tornando all'intervista di Brunetta, «il tema vero - ha spiegato ancora il ministro Pubblica Amministrazione - è la fase 2. Abbiamo attraversato una tempesta, una burrasca, un anno e mezzo di crisi. La politica economica è stata portata avanti con serietà e determinazione» ed è stata «praticamente basata solo sui no». «No - ha continuato - che volevano dire rigore, no perchè non si poteva spendere, no per blindare la finanza pubblica. Lo abbiamo fatto tutti, consapevolmente. E il merito di tutto questo va al ministro Tremonti». Ora però - ha concluso Brunetta - «il rigore deve essere declinato all'interno dello sviluppo economico: investimenti, riforme, modernizzazione del Paese. Se no il Paese va in declino, perchè non riesce a cogliere il cambiamento».
L'INTERVISTA - Sul Corriere Brunetta ha spiegato che tutti i ministri la pensano come lui. «Tutti soffrono per il potere di veto di Tremonti», afferma. «Il Tesoro - aggiunge - esercita un egemonismo leonino, opaco, autoreferenziale. Una iattura. E lo dico convinto di interpretare lo spirito dell'intero governo». Secondo Brunetta, il titolare dell'Economia «non può sostituirsi al Consiglio e al premier Berlusconi: non è questo che vogliono gli italiani». Il responsabile della Pubblica Amministrazione riconosce tuttavia a Tremonti «il merito di aver tenuto la barra» mentre, da parte sua, respinge l'ipotesi di voler prendere il suo posto. «Non ho ambizioni personali. Io sto bene qui - assicura - dove combatto una battaglia epocale per la modernizzazione dello stato».
22 novembre 2009
BONAIUTI: LINEA TREMONTI ISPIRATA DA BERLUSCONI - Ma «la linea di politica economica fondata sul criterio della disciplina di bilancio e seguita dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti è ispirata dal presidente del Consiglio e condivisa dall'intero governo». È quanto afferma il sottosegretario Paolo Bonaiuti, portavoce del premier, dopo le critiche sollevate dal ministro Renato Brunetta. Quindi in sintesi, Tremonti ha l'appoggio di Berlusconi.
SACCONI E BONDI - Alle parole di Bonaiuti si aggiungono quelle del ministro del Lavoro Maurizio Sacconi: «L'Esecutivo è solidissimo perché all'interno non ci sono politiche diverse e questo conta al di là dei rapporti personali». Sulla stessa lunghezza d'onda anche Sandro Bondi Coordinatore nazionale del Pdl e Ministro della Cultura: «Mai come in questi giorni e in queste ore - afferma - è così lampante e visibile il contrasto tra due concezioni della politica: da un lato, quella rappresentata dal presidente del Consiglio, che prosegue un quotidiano e faticoso impegno per promuovere la diplomazia commerciale a vantaggio delle imprese italiane e dello sviluppo economico dell'Italia, mettendo a frutto l'autorevolezza e la credibilità conquistate dal nostro Paese nel mondo, e, dall'altro lato, quella che emerge dal solito rodeo delle dichiarazioni, una sorta di solipsismo politico che si felicita di disfare ciò che gli altri faticosamente costruiscono».
FASE 2 - Tornando all'intervista di Brunetta, «il tema vero - ha spiegato ancora il ministro Pubblica Amministrazione - è la fase 2. Abbiamo attraversato una tempesta, una burrasca, un anno e mezzo di crisi. La politica economica è stata portata avanti con serietà e determinazione» ed è stata «praticamente basata solo sui no». «No - ha continuato - che volevano dire rigore, no perchè non si poteva spendere, no per blindare la finanza pubblica. Lo abbiamo fatto tutti, consapevolmente. E il merito di tutto questo va al ministro Tremonti». Ora però - ha concluso Brunetta - «il rigore deve essere declinato all'interno dello sviluppo economico: investimenti, riforme, modernizzazione del Paese. Se no il Paese va in declino, perchè non riesce a cogliere il cambiamento».
L'INTERVISTA - Sul Corriere Brunetta ha spiegato che tutti i ministri la pensano come lui. «Tutti soffrono per il potere di veto di Tremonti», afferma. «Il Tesoro - aggiunge - esercita un egemonismo leonino, opaco, autoreferenziale. Una iattura. E lo dico convinto di interpretare lo spirito dell'intero governo». Secondo Brunetta, il titolare dell'Economia «non può sostituirsi al Consiglio e al premier Berlusconi: non è questo che vogliono gli italiani». Il responsabile della Pubblica Amministrazione riconosce tuttavia a Tremonti «il merito di aver tenuto la barra» mentre, da parte sua, respinge l'ipotesi di voler prendere il suo posto. «Non ho ambizioni personali. Io sto bene qui - assicura - dove combatto una battaglia epocale per la modernizzazione dello stato».
22 novembre 2009
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