Si riaccende la guerra delle tv. Da una parte Corrado Calabrò, presidente dell'Agcom, chiarisce che la Rai deve stare anche su Sky "se indispensabile", per consentire a tutti gli utenti di vedere i programmi. Dall'altra Mediaset ricorre all'Antitrust contro la chiavetta di Sky per il digitale terrestre. La replica dell'emittente di Murdoch è immediata: "E' solo un modo per garantire a milioni di famiglie la possibilità di fruire dell'offerta digitale in chiaro sul digitale terrestre".
A margine dell'audizione in commissione di Vigilanza, dove ha presentato le linee guida del nuovo Contratto di servizio, Calabrò ha affermato che la Rai "potrà stare su tutte le piattaforme commerciali" e invece "dovrà stare su tutte le piattaforme tecnologiche, quindi anche sul satellite", così da consentire a tutti gli utenti di vedere le trasmissioni. E quindi "se Sky in una zona è indispensabile, la Rai deve starci nel periodo transitorio", limitandosi a criptare "proprio il minimo" delle sue trasmissioni. Il tutto in questa fase di transizione che secondo quanto stabilito a livello europeo dovrà portare al digitale in tutta Italia entro il 2012.
In questo lasso di tempo le cose potranno cambiare, ha spiegato ancora Calabrò, rispondendo a una domanda dei giornalisti, in relazione alla diffusione di TivùSat (la nuova piattaforma satellitare creata da Rai, Mediaset e Telecom Italia Media, ndr): "Vedremo che copertura sarà stata assicurata da TivùSat", ha concluso. In buona sostanza, qualora la Rai decidesse di oscurare Rai1, Rai2 e Rai3 su Sky prima del 2012, l'Agcom valuterà "la copertura altrimenti assicurata sul satellite" del servizio pubblico.
L'ordine dei canali. L'Agcom si occuperà dell'ordine dei canali sul telecomando del televisore nella prossima seduta di giovedì 19 novembre. ''Ne avremmo fatto volentieri a meno ma - ha detto Calabrò - la questione non si è risolta. Ce ne occuperemo quindi nella prossima seduta''. Allo studio, tra le altre, l'ipotesi di obbligare chi fabbrica televisori a produrre un telecomando dotato di guida elettronica ai programmi, tecnicamente 'Epg'.
Il ricorso di Mediaset all'Antitrust. Il ricorso di Mediaset, si legge su un comunicato della società, è motivato dal fatto che "la distribuzione da parte di Sky di questa chiavetta è contraria alla normativa comunitaria e nazionale in materia di concorrenza e costituisce una violazione degli impegni assunti nel 2003 da Newscorp in occasione della concentrazione delle attività di Telepiù e Stream".
"Le norme Antitrust, infatti - prosegue Mediaset - non consentono a un'impresa dominante di ostacolare l'ingresso sul mercato di concorrenti mediante vendite abbinate o aggregate dei propri prodotti". Inoltre per Mediaset, il fine della digital key, che non consente l'accesso né ai servizi interattivi né ai contenuti a pagamento, "è quello di frenare la diffusione sul mercato di decoder che consentano di ricevere i programmi a pagamento e i servizi interattivi di altri operatori. Il tutto evidentemente a danno dei consumatori che vedranno così limitata la loro possibilità di scelta a livello di offerta e di contenuti".
A stretto giro la replica di Tom Mockridge, amministratore delegato Sky: "La Digital Key è una semplice iniziativa di Sky che garantirà a milioni di famiglie la possibilità di fruire dell'offerta in chiaro sul digitale terrestre in modo facile ed efficace".
E Mockridge passa al contrattacco sulla tendenza oligopolistica di Mediaset: "Si tratta di uno strumento che aiuta il processo di digitalizzazione del paese offrendo un servizio per i consumatori in un mercato in veloce sviluppo. Uno sviluppo che, evidentemente, non è facile da accettare per un gruppo come Mediaset che per molti anni è stato, ed è ancora oggi, il principale soggetto privato operante in Italia nella televisione commerciale e dominante nel mercato della pubblicità".
(17 novembre 2009)
A margine dell'audizione in commissione di Vigilanza, dove ha presentato le linee guida del nuovo Contratto di servizio, Calabrò ha affermato che la Rai "potrà stare su tutte le piattaforme commerciali" e invece "dovrà stare su tutte le piattaforme tecnologiche, quindi anche sul satellite", così da consentire a tutti gli utenti di vedere le trasmissioni. E quindi "se Sky in una zona è indispensabile, la Rai deve starci nel periodo transitorio", limitandosi a criptare "proprio il minimo" delle sue trasmissioni. Il tutto in questa fase di transizione che secondo quanto stabilito a livello europeo dovrà portare al digitale in tutta Italia entro il 2012.
In questo lasso di tempo le cose potranno cambiare, ha spiegato ancora Calabrò, rispondendo a una domanda dei giornalisti, in relazione alla diffusione di TivùSat (la nuova piattaforma satellitare creata da Rai, Mediaset e Telecom Italia Media, ndr): "Vedremo che copertura sarà stata assicurata da TivùSat", ha concluso. In buona sostanza, qualora la Rai decidesse di oscurare Rai1, Rai2 e Rai3 su Sky prima del 2012, l'Agcom valuterà "la copertura altrimenti assicurata sul satellite" del servizio pubblico.
L'ordine dei canali. L'Agcom si occuperà dell'ordine dei canali sul telecomando del televisore nella prossima seduta di giovedì 19 novembre. ''Ne avremmo fatto volentieri a meno ma - ha detto Calabrò - la questione non si è risolta. Ce ne occuperemo quindi nella prossima seduta''. Allo studio, tra le altre, l'ipotesi di obbligare chi fabbrica televisori a produrre un telecomando dotato di guida elettronica ai programmi, tecnicamente 'Epg'.
Il ricorso di Mediaset all'Antitrust. Il ricorso di Mediaset, si legge su un comunicato della società, è motivato dal fatto che "la distribuzione da parte di Sky di questa chiavetta è contraria alla normativa comunitaria e nazionale in materia di concorrenza e costituisce una violazione degli impegni assunti nel 2003 da Newscorp in occasione della concentrazione delle attività di Telepiù e Stream".
"Le norme Antitrust, infatti - prosegue Mediaset - non consentono a un'impresa dominante di ostacolare l'ingresso sul mercato di concorrenti mediante vendite abbinate o aggregate dei propri prodotti". Inoltre per Mediaset, il fine della digital key, che non consente l'accesso né ai servizi interattivi né ai contenuti a pagamento, "è quello di frenare la diffusione sul mercato di decoder che consentano di ricevere i programmi a pagamento e i servizi interattivi di altri operatori. Il tutto evidentemente a danno dei consumatori che vedranno così limitata la loro possibilità di scelta a livello di offerta e di contenuti".
A stretto giro la replica di Tom Mockridge, amministratore delegato Sky: "La Digital Key è una semplice iniziativa di Sky che garantirà a milioni di famiglie la possibilità di fruire dell'offerta in chiaro sul digitale terrestre in modo facile ed efficace".
E Mockridge passa al contrattacco sulla tendenza oligopolistica di Mediaset: "Si tratta di uno strumento che aiuta il processo di digitalizzazione del paese offrendo un servizio per i consumatori in un mercato in veloce sviluppo. Uno sviluppo che, evidentemente, non è facile da accettare per un gruppo come Mediaset che per molti anni è stato, ed è ancora oggi, il principale soggetto privato operante in Italia nella televisione commerciale e dominante nel mercato della pubblicità".
(17 novembre 2009)
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