"Il nuovo incarico? Ma di che parliamo, è una cosa che non esiste". Da pochi minuti Paolo Ruffini è l'ex direttore di Raitre. È amareggiato, infuriato. E un po' raffreddato. Il pressing di mesi ha finalmente partorito l'esito desiderato dalla maggioranza: il cambio alla direzione di Raitre. Via Ruffini, dentro Antonio Di Bella. Il capo rimosso della terza rete dovrebbe andare a collaborare con il direttore generale Mauro Masi per la nascita della struttura digitale. Un'entità ancora oscura e che rischia di rivelarsi solo un incarico minore.
Garimberti dice che dopo 7 anni ci voleva "una nuova iniezione di energia" a Raitre, Van Straten garantisce della professionalità di Di Bella e difende la linea editoriale della rete. Non sono ragioni convincenti per il cambio?
"Io dico questo. Per me parla il lavoro svolto ogni giorno dalla rete. Lavoro che è stato ed è sotto gli occhi di tutti e che ha onorato il servizio pubblico".
Doveva rimanere al suo posto, dunque?
"Non commento, c'è davvero poco da dire. Certe cose si commentano da sole".
Il consiglio di amministrazione la ringrazia. E Garimberti dice che ai "canali digitali" lei andrà a occuparsi del futuro della Rai.
"Vorrei sapere di cosa parliamo. È una direzione che non esiste, nessuno sa di cosa si tratta. Ho letto la parola "collaborazione". Non so proprio cosa dire".
Non gliel'hanno spiegato i vertici di Viale Mazzini?
Nessuno mi ha chiamato, nessuno mi ha comunicato ufficialmente questo nuovo incarico. Niente di niente. Aspettiamo, quando mi rimetto dall'influenza incontrerò qualcuno".
Berlusconi la voleva fuori da Raitre. E il Pd ora ha smesso di fare muro. Che è accaduto?
"Non è il momento di parlarne. C'è tempo. Vediamo che succede i prossimi giorni".
(26 novembre 2009)
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