lunedì 9 novembre 2009

Cosentino, inviata alla Camera richiesta di misura cautelare


Sarebbe stata già firmata e sta per essere inoltrata alla Camera la richiesta di autorizzazione per l'esecuzione di una misura cautelare - non è stato possibile sapere se di detenzione in carcere, agli arresti domiciliari o di carattere interdittivo - nei confronti di Nicola Cosentino, sottosegretario all'Economia e coordinatore regionale del Pdl. La notizia è trapelata oggi in ambienti giudiziari, anche se i magistrati titolari dell'inchiesta si sono rifiutati tutti di confermare l'indiscrezione. Il portavoce del presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha fatto sapere che alla Presidenza di Montecitorio "non risulta pervenuta, allo stato, alcuna richiesta dall'autorità giudiziaria".

"Concorso esterno in associazione camorristica". Secondo indiscrezioni, i magistrati ipotizzerebbero a carico di Cosentino un concorso esterno in associazione camorristica. Poiché si tratta di un deputato, il gip - come stabilisce la legge - ha disposto la notifica dell'ordinanza al presidente della Camera, con richiesta di autorizzazione all'esecuzione del provvedimento. La documentazione sarà inviata alla giunta per le autorizzazioni a procedere di Montecitorio che dovrà formulare una proposta per l'Aula. La posizione di altri indagati coinvolti nello stesso procedimento, sui quali pendono richieste di misure cautelari, sarebbe stata stralciata.

L'indagine sui contatti con la camorra. Cosentino risulta indagato per presunti contatti con il clan dei Casalesi nell'ambito di un procedimento scaturito dalle rivelazioni di alcuni collaboratori di giustizia. La misura cautelare sarebbe stata emessa dal gip Raffaele Piccirillo, su richiesta dei pm Alessandro Milita e Giuseppe Narducci.

Il caso giudiziario. L'ombra del caso giudiziario che da mesi coinvolge il coordinatore campano del Pdl e sottosegretario all'Economia era tornata alla ribalta alla fine di ottobre, quando era attesa l'ufficializzazione della sua candidatura alla presidenza della Regione Campania, caldeggiata da Berlusconi. La vicenda è nota: il sottosegretario è stato tirato pesantemente in ballo in passato da alcuni pentiti del potente clan casertano dei casalesi, quello di Gomorra. La Procura della Repubblica di Napoli ha ribadito più volte che i magistrati vagliano le dichiarazioni di Gaetano Vassallo, imprenditore che ammise, di fronte ai magistrati, di aver smaltito rifiuti tossici per conto della camorra. Chiamando in causa il sottosegretario. L'Espresso ne aveva parlato nell'autunno del 2008, l'inchiesta va avanti da allora.

Lo stop alla candidatura. La vicenda era riesplosa, meno di un mese fa, quando Gianfranco Fini, nel corso di un incontro con i coordinatori del Pdl Denis Verdini, Ignazio La Russa e Sandro Bondi, dedicato alle Regionali, aveva espresso serie perplessità: "Candidature trasparenti", aveva detto, pur senza riferimenti esplicitl. Cosentino aveva replicato a stretto giro: "Sono limpido. Contro di me una campagna subdola e senza precedenti". Dal punto di vista politico, chi si opponeva alla candidatura di Cosentino aveva cavalcato le indiscrezioni mentre i sostenitori del sottosegretario avevano bollato le voci come un tentativo di silurarlo.

Il procuratore: "Indagini coperte da segreto". Il procuratore della Repubblica di Napoli Giovandomenico Lepore, non aveva smentito né confermato, era il 20 ottobre, che da mesi vi fosse una richiesta di misura cautelare della Procura di Napoli al gip nei confronti di Cosentino - come evidenziato lo stesso giorno da alcuni quotidiani. E aveva ricordato che le indagini sono coperte da segreto, e che quello che esce fuori viola le regole.

Cosentino: "Campagna diffamatoria". Cosentino ha sempre respinto ogni accusa e sostenuto di non essere a conoscenza di alcuna inchiesta a suo carico: "Le notizie apparse su alcuni quotidiani e riferite alla mia persona mi amareggiano ma non mi sorprendono perché rientrano in una campagna diffamatoria, violenta e senza precedenti nella storia politica recente non solo campana, in vista delle prossime regionali - aveva detto, sempre alla fine di ottobre - ripongo piena fiducia nella magistratura e sono a disposizione per qualsiasi tipo di iniziativa che gli inquirenti vorranno assumere per l'accertamento della verità".

(9 novembre 2009)

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