mercoledì 25 novembre 2009

ECCO CHI DECIDE: BONGIORNO, GHEDINI E GLI ALTRI


di Stefano Ferrante P>

Lui, Giuseppe Valentino, il relatore del testo abbrevia-processi è quasi una sfinge: in Commissione Giustizia in Senato ieri ha parlato venti minuti, meccanicamente, non ha citato una sola volta le necessità processuali di Berlusconi. “La mia - spiegherà poi - è una relazione tecnica, un atto neutrale”. Valentino è un ex di An, avvocato di spicco di Reggio Calabria, che con Berlusconi ha rapporti solidi. E' stato sottosegretario alla Giustizia per due volte nei suoi governi. Un uomo di fiducia, legato alla sponda più amica del premier tra gli ex aennini, Maurizio Gasparri. Nella commissione giustizia del Senato ha un certo feeling con un altro ex di An, il presidente Filippo Berselli, avvocato pure lui. Ha dimenticato i trascorsi da missino in minoranza nella rossa Bologna e vive con un certo imbarazzo i distinguo finiani. Sulla abbrevia processi ha già fatto dichiarazioni bellicose. D'altra parte fu lui a firmare con Carlo Vizzini un emendamento al pacchetto giustizia che, secondo i detrattori, avrebbe dato un aiutino a Berlusconi nel processo Mills. A completare la prima linea del Pdl in commissione Giustizia al Senato ci sono il magistrato siciliano Roberto Cantaro e Piero Longo, l'avvocato padovano con il cuore molto a destra, mentore di Ghedini. E che Ghedini ha ricambiato perorando con successo la sua candidatura presso il Cavaliere. Se nella commissione di palazzo Madama il Pdl schiera sei avvocati (i democratici si fermano a quota tre), il Pd risponde con cinque magistrati, di quelli che fanno venire l'orticaria a Berlusconi: oltre ad Anna Finocchiaro, Alberto Maritati, che indagò anche sul Pci pugliese, Gianrico Carofiglio, uno che tra un processo e l'altro scrive best-seller, Felice Casson, che indagò su Gladio, e, soprattutto, Gerardo D'Ambrosio, uno dei campioni di Manipulite.
Anche alla Camera la commissione è guidata da un ex di An. Ma l'aria è tutt'altra. Giulia Bongiorno è una fedelissima di Fini. Finì sotto i riflettori durante il processo Andreotti: era nello staff dello studio Coppi e ben presto seppe conquistare la fiducia quasi esclusiva del sette volte presidente del Consiglio. E fiducia gliene ha data anche Gianfranco Fini. E’ lei la consigliera più ascoltata, non solo per questioni strettamente politiche. E’ l’anti-Ghedini, anche lui provvidenzialmente in commissione. Non è solo una questione politica, o di gelosia tra giovani penalisti di grido. E’ una questione di indole e di pelle. Tanto Ghedini è per la difesa con pressing a tutto campo del premier-cliente, a costo di qualche imbarazzante eccesso di zelo (su tutti la memorabile definizione di “ utilizzatore finale” affibbiata a Berlusconi nel caso delle frequentazioni di Villa Certosa e palazzo Grazioli), quanto la Bongiorno ama il profilo basso, lo studio meticoloso per rintuzzare colpo su colpo, il contropiede. Apprezzata interlocutrice dei magistrati – di tutte le correnti dell’Anm – non ama troppo i microfoni.
Anche alla Camera in commissione ci sono drappelli di avvocati (quattordici nel Pdl, sei nel Pd, quattro della Lega, due dell'Udc e uno dell'Mpa) e di magistrati (tre dell'Idv, due del Pd; e sarebbe a due anche il Pdl, se non si fosse sfilata per il gruppo misto Daniela Melchiorre). E poi ci sono i non tecnici. Angela Napoli, Pdl, è una preside prestata al Parlamento. Ma se si discute dei processi a Berlusconi parte lancia in resta. Il giornalista Giancarlo Lehner è un nemico della prima ora di Manipulite, si è prodigato in pamphlet sulla teoria del golpe giudiziario e della persecuzione a Craxi. E pronta alla battaglia mediatica è anche Carolina Lussana, leghista, avvocato, distintasi per aver presentato un disegno di legge sul diritto all’oblio, cioè per cancellare anche da internet, dopo un certo numero di anni, informazioni sconvenienti sui condannati (con l’esclusione dei reati più gravi). Ma alla fine oltre alla Bongiorno e a Ghedini, a muovere davvero le pedine saranno in pochi. Per il Pd, oltre ai due magistrati Lanfranco Tenaglia e Donatella Ferranti, dirà la sua Gianni Cuperlo, ascoltato presidio di D’Alema sulla frontiera delle riforme. E poi c’è l’attivissima accoppiata dell’Udc Michele Vietti- Roberto Rao. Giurista il primo, portavoce e consigliere politico di Casini il secondo: sono loro che gestiscono la pratica giustizia per i centristi.

2 commenti:

Comitato Vincitori/idonei Educatori DAP ha detto...

E' ora che il nostro governo si occupi dei veri problemi in primis il lavoro!!!!!!!!!!

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

BUON DIO, MA VI RENDETE CONTO DEL MARASMA IN CUI VERSA NON SOLO IL DAP MA L'INTERA VITA PUBBLICA ITALIANA? NON IMMAGINATE QUANTO MI RATTRISTI LA VOSTRA CONDIZIONE. ANCH'IO DOVETTI ASPETTARE PRIMA DI ASSUMERE SERVZIO, FURONO APPENA 9-10 MESI, A QUEL TEMPO IMPENSABILI, DOVUTI A UN ERRORE NEL DECRETO DI APPROVAZIONE DELLA GRADUATORIA DI CONCORSO.
MA ALLORA AVEVAMO LA CERTEZZA DI ESSERE ASSUNTI, EPPURE PER TUTTO QUEL TEMPO IL TEMPO RESTO' PER ME SOSPESO.
QUINDI VI CAPISCO, MA OCCORRE APRIRE GLI OCCHI ALLA REALTA'.
ASPETTARE VA BENE, MA SENZA ILLUSIONI PER NON SUBIRE DELUSIONI. E SE SI INTERCETTA UN LAVORO CONSONO ALLE VOSTRE ASPETTATIVE, LASCIATE PERDERE IL DAP, IERI ERA VIVIBILE (NON SI CHIAMAVA DAP), OGGI IN CARCERE SI MUORE E LA VITA CHE FA UN EDUCATORE E' UNA VITA DA CANI.
LO DICO CON GRANDE DISPIACERE, NON ME VOGLIATE, MA QUALCUNO DEVE PUR APRIRVI GLI OCCHI.
IN OGNI CASO, LA MIA MAIL E' NOTA, SCRIVETEMI PURE, PER QUALSIASI MOTIVO, SPERANDO DI POTERVI ESSERE DI AIUTO.
ANZI, DATEMI ELEMENTI CONOSCITIVI (BANDO DI CONCORSO, GRADUATORIA, ECC.), CERCHERO' DI SAPERE QUALCOSA.