E' durato due ore, a Montecitorio, il faccia a faccia tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini sulla riforma della giustizia. Un incontro molto atteso vista la distanza tre le idee del Cavaliere e quelle del presidente della Camera. Alla fine Berlusconi se la cava con una battuta: "E' andata bene". Fini, invece, si fa intervistare da Sky e stoppa la cosiddetta prescrizione breve, tanto cara al premier: "Non è praticabile". Annunciando il punto di mediazione trovato: un disegno di legge parlamentare per garantire tempi brevi per i processi (entro 6 anni) unicamente per gli incensurati.
"Con Berlusconi siamo d'accordo sulla necessità di destinare più risorse finanziarie per la giustizia" continua Fini che aggiunge: "Si può discutere di immunità ma non di impunità". Infine un accenno al tema delle riforme. Tra le ipotesti, rilanciate da Fini, "c'è anche l'elezione diretta del capo dell'esecutivo. Non considero motivo di preoccupazione se il capo dell'esecutivo è eletto direttamente dal popolo, è evidente però che ci vuole un contrappeso, ci vuole un rafforzamento del potere del Parlamento".
Berlusconi e il presidente della Camera partivano da un diverso modo di vedere per quanto riguarda la durata dei processi e sulle norme per la loro prescrizione. Fini non era d'accordo con una soluzione, disegnata sulle esigenze del premier, che servirebbe a proteggere Berlusconi dai processi che si sono riaperti dopo la bocciatura del lodo Alfano da parte della Consulta. Il Cavaliere, però, era ed è deciso ad andare fino in fondo. Pretendendo anche un impegno scritto dai parlamentari del Pdl. Impegno che Fini ha già detto che non sottoscriverà.
Attualmente sul tavolo c'è la proposta a cui hanno lavorato uno dei fedelissimi del premier, Niccolò Ghedini e Giulia Bongiorno, presidente della Commissione giustizia della Camera e tradizionalmente legata alle posizioni politiche di Fini. Secondo le indiscrezioni, la bozza si incardina su quattro punti. Il primo (che potrebbe tramutarsi in un disegno di legge di iniziativa parlamentare) riguarda la prescrizione processuale: in caso di processi per reati con pene non superiori a dieci anni (ad eccezione dei reati di mafia, terrorismo o grave allarme sociale come rapina o omicidio), ciascuna fase del processo non potrebbe durare più di due anni (sei in totale), altrimenti scatterà la prescrizione.
La nuova legge entrerebbe in vigore anche per i processi in corso di primo grado. Se così fosse si scriverebbe la parola fine sul processo sui diritti tv Mediaset e quello Mills che si sono riaperti a Milano e che tornano a vedere imputato Berlusconi.
Il secondo punto prevedrebbe il taglio di un quarto dei termini di prescrizione per i procedimenti pendenti relativi a reati di non grave entità commessi prima del 2 maggio 2006 (data in cui è entrato in vigore l'indulto). Questo tipo di prescrizione entrerebbe in funzione solo per gli incensurati e per reati che non riguardano atti di terrorismo e associazione mafiosa. Gli altri due punti della bozza riguarderebbero le modalità generali che darebbero la possibilità agli uffici giudiziari di celebrare i processi in tempi brevi. Ma Fini è perplesso e ricorda come almeno 600 mila i processi che cadrebbero in prescrizione, qualora fossero approvate le nuove norme.
Per domani e' invece in calendario un altro vertice tra i due leader, questa volta dedicato alle candidature per le elezioni regionali, al quale partecipera' pure Umberto Bossi.
(10 novembre 2009)
"Con Berlusconi siamo d'accordo sulla necessità di destinare più risorse finanziarie per la giustizia" continua Fini che aggiunge: "Si può discutere di immunità ma non di impunità". Infine un accenno al tema delle riforme. Tra le ipotesti, rilanciate da Fini, "c'è anche l'elezione diretta del capo dell'esecutivo. Non considero motivo di preoccupazione se il capo dell'esecutivo è eletto direttamente dal popolo, è evidente però che ci vuole un contrappeso, ci vuole un rafforzamento del potere del Parlamento".
Berlusconi e il presidente della Camera partivano da un diverso modo di vedere per quanto riguarda la durata dei processi e sulle norme per la loro prescrizione. Fini non era d'accordo con una soluzione, disegnata sulle esigenze del premier, che servirebbe a proteggere Berlusconi dai processi che si sono riaperti dopo la bocciatura del lodo Alfano da parte della Consulta. Il Cavaliere, però, era ed è deciso ad andare fino in fondo. Pretendendo anche un impegno scritto dai parlamentari del Pdl. Impegno che Fini ha già detto che non sottoscriverà.
Attualmente sul tavolo c'è la proposta a cui hanno lavorato uno dei fedelissimi del premier, Niccolò Ghedini e Giulia Bongiorno, presidente della Commissione giustizia della Camera e tradizionalmente legata alle posizioni politiche di Fini. Secondo le indiscrezioni, la bozza si incardina su quattro punti. Il primo (che potrebbe tramutarsi in un disegno di legge di iniziativa parlamentare) riguarda la prescrizione processuale: in caso di processi per reati con pene non superiori a dieci anni (ad eccezione dei reati di mafia, terrorismo o grave allarme sociale come rapina o omicidio), ciascuna fase del processo non potrebbe durare più di due anni (sei in totale), altrimenti scatterà la prescrizione.
La nuova legge entrerebbe in vigore anche per i processi in corso di primo grado. Se così fosse si scriverebbe la parola fine sul processo sui diritti tv Mediaset e quello Mills che si sono riaperti a Milano e che tornano a vedere imputato Berlusconi.
Il secondo punto prevedrebbe il taglio di un quarto dei termini di prescrizione per i procedimenti pendenti relativi a reati di non grave entità commessi prima del 2 maggio 2006 (data in cui è entrato in vigore l'indulto). Questo tipo di prescrizione entrerebbe in funzione solo per gli incensurati e per reati che non riguardano atti di terrorismo e associazione mafiosa. Gli altri due punti della bozza riguarderebbero le modalità generali che darebbero la possibilità agli uffici giudiziari di celebrare i processi in tempi brevi. Ma Fini è perplesso e ricorda come almeno 600 mila i processi che cadrebbero in prescrizione, qualora fossero approvate le nuove norme.
Per domani e' invece in calendario un altro vertice tra i due leader, questa volta dedicato alle candidature per le elezioni regionali, al quale partecipera' pure Umberto Bossi.
(10 novembre 2009)
3 commenti:
UN PRIMO ROUND AGGIUDICATO, DI STRETTISSIMA MISURA, PER GIANFRANCO FINI.
MA LA PROGNOSI E' INFAUSTA, IL CAPO LA FARA' FRANCA ALMENO PER DUE PROCESSI (MILLS E DIRITI TV MEDIASET), IL TERZO SI VEDRA'.
ALQUANTO DELUDENTE.
mmm...la vedo dura per Fini non riuscirà a fermarlo, questo ormai ha radici ben profonde, neanche il Vaticano con tutte le sue macchinazioni lo butterà giù, semmai avverrà il contrario, lui farà crollare il Vaticano.
IL VATICANO PRATICA LA POLITICA DEL "DO UT DES", PONENDO COME CONDIZIONE PER NON ESPRIMERE CONDANNE L'ACQUIESCENZA ALL'OBIEZIONE DI COSCIENZA TOTALE E PER TUTTI ALLA PRESCRIZIONE E VENDITA DELLA PILLOLA RU384 (MI PARE) E IL RIFINANZIAMENTO DI TUTTE LE SCUOLE PRIVATE GESTITE DAL CLERO, ELIMINANDO I TAGLI INSERITI NELLA FINANZIARIA 2010.
BEL MODO DI AMMINISTRARE IL MINISTERO PASTORALE!
FIGURATI SE INTERESSA AL PAPA BUTTAR GIU' BERLUSCONI!
UTOPIE!
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