mercoledì 18 novembre 2009

GLI INDIFFERENTI

ANTONIO GRAMSCI (1891-1917)

“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.

L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?

Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.

Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”.

11 febbraio 1917

4 commenti:

Francy274 ha detto...

Stupendo e tragicamente attuale, la madornale differenza sta nel fatto che non ci sono "partigiani", non ce ne sono più, ed i pochi hanno voce flebile.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

NONCI SONO PIU' PARTIGIANI PERCHE' SONO MORTE LE IDEOLOGIE.
IL RISULTATO STA SOTTO AI NOSTRI OCCHI E DI CHI VUOLE VEDERE.

serenella ha detto...

E' vero Luigi. Queste parole di Gramsci sono vere e molto attuali.
Non amo l'indifferenza, mi piace lottare finchè ce la farò, schierarmi, esprimere il mio pensiero e compiere il mio dovere. Peccato che non sia facile.

Grazie Luigi per il commento che hai lasciato da me l'altro giorno. Tranquillo, mio marito non corre alcun rischio.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

L'AVERE SCOPERTO QUESTO BRANO DI GRAMSCI E' MERITO DI MIA FIGLIA DANIELA, CHE HA LETTO L'INCIPIT SU FACEBOOK E, COLPITA DALLA FRASE, MI HA CHIESTO SE SAPEVO DI CHI FOSSE.
POI, PRIMA CHE LO POTESSI FARE IO L'HA SCOPERTO DA SOLA.
IO L'HO CONSERVATO E QUESTA SERA HO RITENUTO DI PUBBLICARE SUL MIO BLOG IL TEST INTERO.
NE SONO RIMASTO SOMMAMENTE AFFASCINATO.
PER ME LE IDEOLOGIE NON SONO MORTE, E' MORTA LA COSCIENZA COLLETTIVA OGGI E QUESTA MORTE CI STA SCHIACCIANDO TUTTI.